La vecchia

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Categoria: Etero
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Passare i restanti dieci giorni di volantinaggio con la ragazzona sempre vicino non fu una bella esperienza. Lei mi ignorava o faceva la smorfiosa, meno male che con Marco la prendevamo in giro. Ovviamente sempre alle spalle, perché mica ci andava di prenderle. Finalmente arrivò l’ultimo giorno e decidemmo di mangiare al MC Donald’s, però il mio socio aveva un’impegno e dopo il pasto rimasi da solo. Non avevo voglia di tornare subito a casa, si stava bene con l’aria condizionata. Da lì a breve sarei partito per le vacanze e visto che ora avevo acquisito un po’ di esperienza, fantasticavo riguardo chissà quali avventure erotiche, quando venni riportato alla realtà da una gomitata. Affianco a me si era seduto un tizio dall’aspetto piuttosto equivoco che, mentre ero perso nei miei pensieri, aveva iniziato a parlarmi.
“La vedi? Ti sta fissando! Secondo me ha voglia!”
“Chi scusa?”
“Non la vedi quella vecchia lì?”


Mi indicò una signora sulla sessantina, forse, non è che all’epoca fossi molto bravo a capire l’età della gente. Era seduta da sola a un tavolo che sorseggiava una coca cola. Magra, vestita solo con un’abitino a fiori. Aveva un po’ la faccia di una strega ma sembrava avere un corpo interessante. A me dava l’impressione di essere presa dai suoi pensieri.
“Sì, quella che beve la coca cola, quindi?”
“Quella ha voglia, si vede!”
“Ma è troppo grande per me!”
“Ma va, non lo sai che scoparsi una vecchia porta fortuna?”
E come era arrivato, se ne andò, tutto ghignante.
Iniziai a fissare la signora, più per curiosità che altro. Aveva l’aria triste, chissà a cosa stava pensando. Quando se ne accorse, prima mi guardò con faccia interrogativa, poi mi fece cenno di venire lì a sedermi.
“Ehm salve”
“Ma ci conosciamo? Continuavi a guardarmi!”
Cheffiguradimme… Una scusa veloce, dai!
“Eh l’ho scambiata per un’altra persona, mi scusi”
“Beh visto che sei qui, potresti fare un po’ di compagnia a una signora sola?”
E attaccò a parlare senza sosta. Io non avevo niente da fare e stavo lì ad ascoltarla. Parlava del fatto che era vedova, i figli sempre lontani, insomma le solite cose da vecchi. Però c’era qualcosa nella sua voce e nel modo di raccontare che mi affascinava, infatti mi ritrovai nel salotto di casa sua a bere un caffè. Era una casa grande, una volta doveva essere stata piena di gioia e vita, invece ora metteva solo tristezza. Con tutte quelle foto sembrava un mausoleo dei bei tempi che furono. A un certo punto calò il silenzio.
“Credo di averti tramortito abbastanza con le mie chiacchere”.


Senza dire altro mi prese per mano, conducendomi nella sua camera da letto. Qualcosa nel suo sguardo mi fece capire che dovevo essere io a condurre il gioco. La baciai piano piano, la lingua esplorava la sua bocca lentamente, mentre le mani si muovevano sul suo corpo asciutto. Era una sensazione strana ma non brutta. Le sollevai il vestito: il seno piccolo e cadente mi incuriosì, lo assaggiai, poi scesi piano piano verso le mutande di pizzo nero che iniziavano a inumidirsi. Il suo odore e il suo sapore non mi davano l’impressione di vecchio o stantio, anzi mi rassicuravano. Non mi sentivo un giocattolo nelle sue mani. Iniziai a stuzzicarla attraverso il tessuto della biancheria intima, fino a quando non reggendosi più sulle gambe per il piacere si sdraiò sul letto. Le sfilai le culotte e si parò davanti ai miei occhi il suo cespuglio. Era la prima volta che vedevo del pelo lì, dopo qualche secondo di spaesamento mi ci buttai. Mi comportai come la ragazzona mi aveva insegnato: con la lingua iniziai a stuzzicare le labbra, poi l’interno ed infine il bottoncino di sopra. Quando trovai il punto che la faceva respirare più affannosamente mi ci dedicai.


Un “AH!” spezzò l’atmosfera silenziosa che si era creata. Un piccolo sobbalzo. Io mi staccai per ammirare questa signora sconosciuta che si godeva il piacere. Una volta che lei riaprì gli occhi, non resistetti più, le fui sopra, ripresi a baciarla e mi guidò dentro di lei. Né troppo stretto, né troppo largo. Mi sembrava tutto naturale. Più aumentavo il ritmo, più mi stringeva forte a sé e baciava con passione finché mi non mi liberai e crollai affianco a lei. Rimanemmo abbracciati, mi accarezzò la testa. Volevo restare così per ore ma guardai l’orologio, era quasi ora di rientrare per cena. Senza dire nulla mi staccai, le sorrisi e mi rivestii. Lei mi guardava con occhi tristi e quando mi accompagnò alla porta mi disse solo:
“Torna a trovarmi quando vuoi, la strada ora la sai”.
Ma non ci incontrammo più, tra le vacanze e poi la scuola mi persi in altre avventure. Ma non andò come mi aspettavo, prima che mi ritrovassi a fare sesso con una ragazza passò tanto tempo ma non dimenticai mai gli insegnamenti di quelle tre donne.



Fine

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Scrivo le mie fantasie per sfogarmi ed eccitarvi 😈.

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