Mirella e Rodri

La faccenda del bancomat la risolsero così: Ramon era impegnato quanto Pedro e decisero che Marco prendesse l’auto del portiere. 

“Basta che ci fai il pieno, amigo, è un po’ a secco”.  L’operazione prelievo fu veloce. Bastava avere una carta funzionante, del resto. Mentre Marco andava, prelevava, faceva rifornimento e tornava, Mirella si preparò con calma in camera. 

Pedro si fece vivo solo quando uscirono dalla stanza. La sua idea era riscuotere i suoi soldi, ma quando ebbe Mirella a un metro di distanza iniziò a farfugliare complimenti – “è bellissima questa sera signora Mirella, cioè più del solito” – e a dare consigli per la cena -“c’è il caldoso di pesce, ottimo. Lasciatemene un po’”. Del credito che era andato a riscuotere sembrava essersi dimenticato completamente.  

“L’hai stordito a questo, Mire’”, notò Marco.

“Non sai quanto”, confermò Mirella, dandosi un’ultima sistemata ai capelli. 

Marco era curioso di saperlo, ma lei lo bloccò: “Ho fame. Stasera andiamoci piano con il vino”.

Alle 7, l’ora delle tapas, erano già al tavolo della sera prima, sul quale trovarono un vaso con fiori di campo. 

Mirella li annusò, rivolta verso il bancone. Ramon le sorrise accennando a un inchino da torero. 

Contro ogni loro aspettativa, c’era anche Roberto.

“Parto domani mattina presto, trasporto merce normale e nel week-end ho lo stop”  spiegò  il camionista che quella sera si limitò a bere solo un paio di birre e a flirtare, in assenza di Sonia, con Morena. “Ma ci vado piano, eh, con lei: sono sposato. Mi diverto solo un po’”.

“Cioè se non le paghi non è tradimento a tua moglie?” gli chiese Mirella.

Il camionista sembrò sorpreso da quella domanda che dovette suonargli stupidissima. “Le puttane, con rispetto parlando, non contano” tagliò corto, dirigendosi verso il bancone per evitare ogni replica. Non avrebbe più rivolto la parola alla coppia fino alla fine della serata, che per lui avvenne molto presto. Per fortuna: il suo muso lungo incupiva l’atmosfera alcolica e musicale del locale, che nel frattempo si era affollato velocemente. 

Trascinati dall’entusiasmo semplice degli altri avventori, Mirella e Marco rinunciarono ben presto ai loro propositi di sobrietà. Per la prima volta, forse, si stavano davvero rilassando, dopo giorni di tensione, e iniziavano a divertirsi sul serio.

Cosa mancava? C’era la musica, c’erano giovani in forma, belle ragazze, il mare a due passi e l’estate piena di sole. C’era quel vino andaluso asciutto e acre e il riso con il pesce. C’era la loro voglia di lasciarsi alle spalle ogni pensiero buio. C’erano Ramon che non staccava gli occhi di dosso a Mirella e Morena che ogni volta che li serviva si fletteva più del dovuto per mostrare le tette a Marco. E soprattutto c’era Rodri. Mirella lo aveva notato anche la sera prima fare un po’ il bulletto e un po’ il simpatico in mezzo agli amici, ma questa sera sembrava diverso: indossava una camicia bianca sul fisico asciutto e abbronzato e si era tirato i capelli nerissimi all’indietro.  Aveva 22, 23 anni al massimo, ma voleva dimostrarne almeno cinque in più. 

Mirella e Marco capirono in fretta il perché: aspettava una ragazza. 

Nell’attesa, non ci mise molto ad attaccare bottone con gli sposi e dopo appena dieci minuti di chiacchiere era seduto con loro insieme con un suo compagno e la fidanzata di questi. Tra tapas e bevute, offerti a turno, passavano i quarti d’ora e il gruppo al tavolo degli italiani si ingrossava, ma la ragazza di Rodri non si faceva viva. Più il tempo passava più il giovane dissimulava la sua apprensione con battute e brindisi. A metà serata parlava solo con la coppia, più tardi ancora solo con Mirella. Non aveva secondi fini, voleva forse solo nascondersi dal giudizio degli amici. 

Ramon osservava tutto da lontano con sguardo inespressivo e quasi assente. Mirella a sua volta lo ignorava anche se ne sentiva lo sguardo addosso. 

“È un bel gioco, ma se lo sai fare, hombre”, si sorprese Mirella a pensare rivolta verso Ramon ,  come talvolta accade, il pensiero sembrò arrivare a lui, che appena ne ebbe l’occasione fece la sua mossa. La seguì al bagno due minuti dopo che lei si fu alzata e l’attese fuori rimestando tra casse di birra, come se avesse da fare proprio lì. 

Mirella non si fece abbindolare, ma quando lui parlò, in un velocissimo sibilo a bassa voce, restò piacevolmente sorpresa e non lo nascose: “Sei preziosa” disse l’uomo. “Come un fiore che sboccia solitario una volta l’anno. E sei dura, come una pietra rara. Volevo che lo sapessi, così a gratis, senza scopo. Volevo liberamene, altrimenti scoppiavo”. Gli palpitava il petto nel dirlo e sembrava sudato.

Mirella restò in silenzio, indugiando un attimo davanti a lui. Sentiva i suoi muscoli più intimi tesi e umidi, i suoi capezzoli più reattivi. Si dovette ricredere: qualunque gioco Pedro stesse giocando, indubbiamente lo stava conducendo bene. 

“A gratis? Grazie dei fiori, ma neanche quelli sono gratis”, si limitò a dirgli prima di sorpassarlo.

Tornata al tavolo, baciò il marito, che non si era accorto di nulla, ripetutamente e affondandogli la lingua nel profondo della bocca. 

“Facciamo un ultimo giro e andiamo, ho voglia di star sola con te”.

Nel frattempo, era arrivata la ragazza che Rodri attendeva: era una mora dalle gambe lunghissime e tornite e aveva uno sguardo selvatico, quasi animale. Si era unita al tavolo, ma sembrava annoiarsi.

Non ci furono presentazioni, se non quella indiretta che Rodri fece: “ho raccontato a Lena quanto figa sei”, disse il ragazzo a Mirella che ignorò la giovane che a sua volta ignorò lei e il ragazzo in maniera così sfacciata da andarsene a ballare senza rivolgere lo sguardo a nessuno. Anche Marco ballava. La maggior parte del locale, del resto lo faceva, compresa Morena che passando con il vassoio accennava passi, la maggior parte dei quali dedicati all’italiano. 

Di quel che accadde da lì a un minuto non si accorse nessuno. Al tavolo degli italiani ci fu un ennesimo brindisi collettivo al quale Mirella si sottrasse chiedendo a Rodri di seguirla un attimo fuori. Nello stretto andito senza luce tra motel e bar lo spinse contro il muro e lo baciò a fondo in bocca. Il ragazzo, benché preso di rispresa, rispose con passione, stringendole i capezzoli tra pollice e indice con forza e delicatezza insieme. Sembrava saperci fare, ma non c’era tempo da perdere. Con una mossa rapida e inaspettata, Mirella gli sbottonò i pantaloni e gli abbassò la cerniera per estrargli il membro che nel semplice, veloce, passaggio dagli slip all’aria aperta diventò ancora più duro. Le bastò scrollarlo per qualche secondo, tenendolo saldamente in mano alla base del glande, per farselo schizzare nel palmo. Qualche goccia le arrivò anche sulle gambe e sentirne il calore le regalò quasi un orgasmo. La musica taceva ora e nel buio del corridoio si sentiva solo il respiro ancora ansimante del ragazzo. 

Rientrò lei per prima e trovò Marco che si stava sedendo al tavolo. “Andiamo” gli intimò. Salutò tutti con un “ciao” squillante e quasi urlato. A Rodri, appena entrato, diede invece due baci sulla guancia: “Ciao campione”. Ebbe un pensiero anche per Lena: “Bisogna saper essere stronze, se si ha intenzione di esserlo, perché c’è sempre una più figa di te in giro, che ti può mangiare dal piatto”, le sussurrò. 

Ignorò, invece, Ramon, che fece a Marco il gesto dello scrivere, e uscì seguita dallo sguardo di mezzo locale. 

Aveva ancora la mano destra piena di sperma e tra le gambe un’eccitazione selvaggia e violenta che toccava a Marco sedare. Una volta in camera gli mostrò il palmo e se lo leccò. Poi baciò il marito che aveva gli occhi sbarrati. 

“Scopami ora, ti dico domani”.

Nella raccolta:

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Scritto da:

Giungo per caso alla scrittura ed è per raccontare le gesta di alcuni miei amici, Mirella, Marco ed Emilio, con i quali, specifico, non intrattengo rapporti di sesso. Per loro ho scritto un romando "Mirella e i suoi uomini" e un racconto lungo, "Un'affollata luna di miele", pubblicato anche su Erhotica. Per saperne di più su di me e su di noi visitate il nostro sito e scriveteci pure. Sul sito troverete altri interessanti contenuti hot

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