Gravidanza

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Categorie: Cuckold, Orgia
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Stile: Intervista

Laura, Giuseppe bentrovati. Alla fine della nostra ultima intervista ci avete raccontato tanto della vostra memorabile festa di matrimonio. Abbiamo accennato al viaggio di nozze. Che immagino sia stato all’altezza.

G: Altroché!

Dove siete stati?

L: Siamo andati a Mykonos in Grecia. Due settimane molto divertenti!

Possiamo dirlo? Sarai stata la troia dell’isola alla fine delle due settimane.

G: Già dall inizio se per quello!

Diteci solo la cosa più memorabile che è accaduta a Mykonos, perché oggi vorrei parlare di un altro tema con voi. 

L: Forse l’episodio più significativo è stato quando siamo stati a fare un’escursione su una barca di pescatori e pagammo in natura. Mi feci scopare da quei tre pescatori anche piuttosto anzianotti. Uno più brutto e puzzolente dell altro. A uno mancavano i denti e mi alitava addosso il suo fiato che sapeva di fumo e di alcool. Sembra difficile da credere, visto tutte le esperienze che stiamo raccontando, ma ebbi dei conati di vomito. Complice forse anche l’andamento della barca. Non fu facile.

G: Per me, devo ammetterlo, fu divertentissimo invece. Mi masturbai 2, 3 volte di fila a guardare quello spettacolo pietoso ma eccitante. Laura era davvero degradata. E bevevo l’ouzo che mi offrivano i pescatori dopo che avevano finito di scoparsi mia moglie. 

Capisco, davvero una classica “sacca per i cazzi” la nostra Laura. Ma mi sorge spontanea una domanda a questo punto. Non ti è mai capitato di restare incinta?

L: Si, ovviamente. Non sempre lo facevo protetto. Anzi in quegli anni, quasi mai. Ho rischiato spesso. 

Naturale, con tutto il sesso che facevi e con così tanti partner. Come facevi a evitare gravidanze? 

L: Generalmente cercavo di stare molto attenta, nei periodi di maggiore fertilità lo facevo protetto. Altrimenti cercavo di farmi venire altrove, anche per evitare malattie, come ad esempio in faccia o sul seno. Avevo un metodo infallibile che mi aveva insegnato mia madre, lei da ragazza, prima di sposare mio padre aveva una vita sessuale molto molto promiscua per i primi anni 50, e dopo 2 gravidanze interrotte con metodi davvero medievali, una signora le consigliò di spruzzare della coca cola dentro alla vagina, agitando molto la bottiglietta. L’acido della coca cola di fatto uccide gli spermatozoi. O rende l’ambiente meno adatto alla fecondazione. 

Ma sul serio? Curioso! Però immagino, statisticamente, sia capitato. 

L: Si, chiaramente.

E come hai fatto?

L: Non è capitato un granché di volte. In un caso ho interrotto la gravidanza. Negli altri due casi, pur volendo diventare madre, le gravidanze si sono interrotte naturalmente. 

Eppure sei madre, vero Laura?

L: Si, abbiamo un figlio.

Dici “abbiamo”. Giuseppe ma è figlio tuo? 

G: Non posso escluderlo. Ma onestamente non credo. Non ci assomigliamo molto. Io ormai sono pelato e grigio di capelli, ma da ragazzo ero alto e biondo. Lui è piccolo di corporatura e scuro di capelli.

Come Laura, magari ha preso dalla madre.

G: Infatti non escludo possa essere mio figlio. Siamo andati in barca recentemente e l’ho visto cambiarsi accanto a me. Gli ho visto bene l’uccello. È proprio diverso dal mio. Più stretto che largo. E poca pelle sulla cappella al punto che gli resta un po scoperta.  

Forse ha preso dal padre di Laura

G: No, ricordo bene mio suocero nudo. Facevamo vacanze insieme al mare e mi portava sempre a nuotare dove c’erano scogli abbastanza isolati. Li si spogliava del tutto e si tuffava in mare. Aveva un pisello bello grosso pure lui. Largo e con parecchia pelle in eccesso.

L: Poi sai, l’occasione del suo concepimento è stata particolare. Capisco perché Giuseppe dica che non è figlio suo. 

Allora raccontateci come Laura è rimasta in cinta

L: E’ stato pianificato tutto. Un po come la festa di matrimonio. 

G: Quando abbiamo voluto un figlio, ho proposto a Laura di fare una cosa degna di noi. Di ciò che siamo, della coppia che avevamo scelto di essere. Ben sapendo che avrei potuto allevare un figlio non geneticamente mio.

Che avete fatto? Laura racconta tu. L’utero in questione era il tuo. Come l’hanno usato?

L: Abbiamo organizzato una grande orgia di gruppo in una casa in montagna. Era Pasqua dell’85 e con la scusa di fare via qualche giorno, abbiamo invitato un po di amici con i quali già avevamo rapporti sessuali.

G: Abbiamo invitato mio fratello, che era più giovane e non sposato. Lui si portò un amico. Poi invitammo Mr. E, che all’epoca era ancora solo fidanzato. Un altro mio collega, separato che venne con un suo amico skipper, di Torino mai visto prima. Affittammo questa casa in Valtellina per una settimana. L’idea era di usare Laura per il nostro piacere senza limiti. 

Una settimana di solo sesso?

G: Esattamente!

Non protetto!

G: Esatto, ovviamente dicemmo a tutti che Laura non era fertile in quel periodo (in realtà era esattamente il contrario).

L: Mi venivano tutti dentro, alla fine della settimana ero letteralmente riempita. Una sera il collega di Giuseppe andò con il suo amico in paese e portarono a casa dal bar del posto due ragazzi del luogo. Mi penetrarono e uno dei due venne dentro senza pensarci troppo. Rimasi ovviamente incinta.

Di chi poteva essere il figlio?

L: Non saprei. Ero nel picco della fertilità quindi poteva essere chiunque. Il primo a penetrarmi e a venirmi dentro fu l’amico di suo fratello, che effettivamente assomiglia vagamente a nostro figlio. Ma non è detto. Dicono che una donna capisca quando rimane incinta. L’amico di Torino un giorno spinse un bel po’ a fondo. Lo sentii a diretto contatto quando venne. Io credo possa essere suo il figlio. Anche se non ci assomiglia molto.

Poi che avete fatto quando sei rimasta in cinta? Hai sospeso tutto?

L: No anzi, ho fatto sesso fino al 9 mese. Non è facile, per nulla. Infatti i video che girano in Internet sono quasi tutti dei falsi con le donne gravide che in realtà hanno la pancia gonfiata con l’acqua. Far sesso in gravidanza è difficoltoso, avverti molto la pressione del partner contro la pancia e la vagina in realtà spesso ha delle piccole perdite ed è sollecitata. Ricordo che mi davano dei colpi duri e mi mancava il fiato. Ma era divertente quando mi montavano e sentivo nostro figlio che scalciava.

Nella raccolta:

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Cosa dire di me? Sono uno scrittore amatoriale. Amo il genere dominazione, ma non disdegno tutto ciò che può essere interessante e coinvolgente. Se hai una storia da raccontare, ma non sai come farlo... scrivimi e troveremo un modo insieme! sono su Facebook come Canta Storie e alla mia mail Cantastoriedal28@gmail.com

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