Non doveva finire così…

Introduzione:

Come finirà la vicenda? Scrivetelo nei commenti qui sotto o su Telegram.

ANTONIO:

Niente, mi giro e mi rigiro senza riuscire a trovare la posizione adatta. È da più di un’ora ormai che cerco di addormentarmi, ma in qualsiasi modo mi metta un dolore atroce mi pervade il culetto.

A pensarci ancora mi tremano le gambe dall’eccitazione, nonostante sia stato molto doloroso e umiliante, devo ammettere che Giulia ci ha saputo fare eccome…

Ed è proprio pensando a lei che ho un ulteriore erezione, però devo contenermi, rischio davvero di perdere la vista di questo passo.

Apro insta come da consuetudine e cerco il suo profilo, ma oltre a due storie mentre studia non c’è niente di ché. Guardando attentamente mi accorgo che le si vedono i piedini da sotto la scrivania, non se ne renderà conto, ma dovunque vada porta sempre dell’oro con se.

E così, dopo aver memorizzato lo smalto lilla e i due braccialetti che porta sulla caviglia sinistra, mi accorgo che con la mano destra ci sto dando dentro. Con la sinistra continuo a tenere bloccata la storia mentre raggiungo un’altra volta l’orgasmo, terza volta di oggi per l’esattezza.

Qualche schizzo è finito pure sul telefono, sarebbe meglio se lo spostassi un attimo prima di finire. Pulisco subito lo schermo, ma appena butto il fazzoletto vedo che il cuore in basso a destra è diventato rosso. Cazzo che coglione, tolgo subito il like sperando che non le fosse arrivata la notifica. Controllo il profilo e vedo che è online; la giornata non poteva finire peggio di così.

Mi rimetto nel letto facendo finta di nulla e provo ad addormentarmi.

GIULIA:

Oggi rischio di fare tardi! Prendo le chiavi e afferro una mela di corsa. Salgo in macchina e parto. Appena passato il cancello il telefono segna le 8:05, ero in ritardo già da 5 minuti. Entro in aula e l’unico posto vuoto è quello accanto ad Anto, e non so se sia un bene o un male. Mentre mi siedo ascolto l’ennesima ramanzina del prof che mi segna il ritardo sul registro.

La lezione inizia e dopo 20 minuti Anto non mi ha ancora rivolto parola, così decido di rompere il ghiaccio.

G: «Tu stai capendo qualcosa?»

Rimase un po’ sorpreso dalla domanda ma con tutta calma rispose:

A: «Beh avendo già affrontato le derivate, gli integrali indefiniti non saranno poi così impossibili.»

G: «Parla per te…»

dopo una brave pausa riapro il discorso di ieri.

G: «Comunque mi è piaciuto giocare ieri e soprattutto batterti in quel modo»

A: «Anche a me è piaciuto giocare, forse ecco, poteva finire diversamente…»

Purtroppo il prof ci dice di fare silenzio, peccato proprio quando la conversazione si stava facendo interessante.

Le successive 2 ore passano nonostante l’incessante noia. Ma finalmente c’era educazione fisica.

Usciamo di classe e entriamo in palestra, le femmine e i maschi si dividono andando ognuno nel proprio spogliatoio. Quella di oggi era una giornata importante, dovevamo giocare la finale di pallavolo con la 5C, una classe non bravissima ma nemmeno scarsa.

Purtroppo proprio oggi ci mancavano 2 titolari, e durante il riscaldamento mi confrontavo con la prof su chi far giocare per provare a vincere la partita. Nessuno dei miei compagni mi convinceva, diciamo che solo a metà classe interessava davvero.

Dopo un momento di riflessione la prof disse:

Prof: «Che ne dici se dessimo una chance ad Antonio?»

La proposta mi spiazza un po’, tant’e che lo inizio a cercare con la vista. Effettivamente si stava impegnando e nonostante fosse abbastanza scarso ammetto che perlomeno stava dando il massimo.

Annuisco alla prof e completiamo la formazione. Mentre la squadra si prepara ad iniziare, indosso la fascia da capitano e mi metto al centro del campo.

L’arbitro fischia e la partita inizia. Dopo un’iniziale fase di studio da entrambe le parti la partita inizia a sbilanciarsi un po’ a favore loro, tanto da chiudere il primo set a 17-25. Non andava affatto bene.

La prof ci richiama e mentre ci dissetavano ci scambia di qualche ruolo decidendo di mettermi sull’esterno, infondo sono una delle poche a saper schiacciare. La partita riprende e i cambi portano subito entusiasmo ed energie, infatti riusciamo a chiudere il secondo set a 25-21.

Manca l’ultimo set, il più importante. Ormai avevano capito quale fosse la nostra strategia, recuperare il pallone e alzarlo nella mia direzione in modo che potessi schiacciare. Ma dopo i primi minuti, ad ogni occasione ne avevo 3 davanti a fare da muro.

La partita riprende con punti fatti da entrambe le squadre, ma con il caldo la stanchezza inizia a farsi sentire. Dopo 20 minuti il punteggio era 21-23 per loro. Con qualche azione riusciamo a rimontare per 24-23, ci mancava un punto finale e dovevamo evitare a tutti i costi gli spareggi. Battiamo, ricevono e si preparano a schiacciare. Il pallone arriva nella mia direzione e , un po’ per la stanchezza e un po’ per disattenzione, lo tocco spingendolo verso l’alto.

Che errore stupido e sicuramente da evitare, ma mentre mi sposto Anto si tuffa provando a recuperare il pallone. Lo tocca realizzando un’altra potenziale azione, prendo la rincorsa e salto. Gli avversari erano già pronti a fare muro, ma stavolta opto per un pallonetto che li lascia spiazzati terminando nel loro campo. Avevamo appena vinto.

ANTONIO:

Non posso crederci, inizialmente non credevo nemmeno che avrei giocato, ma alla fine con un salvataggio cruciale ho fatto fare a Giulia il punto della vittoria. Iniziamo a correre e ci abbracciamo tutti, e proprio mentre la prof si stava complimentando, Giulia mi ringrazia per il salvataggio. Sicuramente era il complimento più gradito tanto da farmi diventare rosso e a farmi dimenticare cosa fosse successo nei giorni precedenti.

Rientriamo negli spogliatoi tutti contenti e, un po’ per festeggiare e un po’ per la stanchezza, decido di aspettare a cambiarmi. Ma proprio mentre rimango in pantaloncini mi arriva un messaggio da Giulia, che apro senza farmi vedere dai miei amici.

Una foto dei suoi piedini sudati appoggiati sulla panca era nella nostra chat. Con sotto:

G: «Visto che ieri sera ti erano piaciuti, eccoli, te li sei meritati per oggi. Ma non segarti troppo😉»

Non resisto e ne rimango subito felice. Il problema era che non ero l’unico ad aver reagito. Avevo il cazzetto bello in tiro , ed era un problema serio dato che mi sarei dovuto spogliare davanti agli altri . Per fortuna eravamo rimasti in 3: io, Marco e Filippo.

Mentre cerco di coprirmelo velocemente entrambi tornano dalla doccia. Mi guardavano perplessi, mentre lasciavano ciondolare liberamente i loro piselloni, che invidiavo molto per le dimensioni.

F: «Anto com’è che sei ancora così? Oggi non ti lavi aha?»

A: «Sì sì, ora vado subito.»

M: «Guarda che abbiamo vinto un torneo di scuola mica la finale del mondo aha.»

Nel momento che entrambi si distraggono mi spoglio velocemente e vado verso le docce. Ma durante il tragitto mi cade lo shampoo. Entrambi me lo fanno notare, costringendomi a riprenderlo. Ma proprio mentre mi giro vedono tutto…

F: «Abbiamo un alzabandiera tra noi aha»

M: «Aha ma è così piccolo anche da duro?»

A: «Ragazzi finitela non è vero niente.»

M: «Ma come è possibile, siamo tutti maschi a meno che…»

Si gira verso Filippo con sguardo malizioso. Subito dopo sbucano entrambi dalla porta delle docce mentre si reggevano i cazzoni.

M: «Anto ma non è che forse ti piace il cazzo?»

F: «Beh anche secondo me…»

Non avevo prove che potevano dimostrare il contrario, effettivamente avevo un erezione in uno spogliatoio di soli maschi. Mi limito ad arrossire e a stare in silenzio.

Marco chiude la porta e Filippo si avvicina con l’aria di avere brutte intenzioni.

F: «Facciamo così, noi non diremmo niente a nessuno di quello che è successo. Però dovrai rispondere a delle domande.»

A: «No ragazzi, che intendete…»

M: «Mm, dicci, che succede tra te e Giulia?»

rimango stupito dalla domanda che ovviamente non mi aspettavo.

F: «Mm bravo, dicci qualcosa su quella fregna.»

A: «Ragazzi finitela con questi discorsi….»

F: «Abbiamo saputo che ultimamente vi state vedendo.»

A: «Beh diciamo che la sto un po’ aiutando con i compiti.»

M: «See aha, quando mai Giulia studia. Devi dirci la verità.»

A: «Ma è la verità.»

F: «Allora facciamo così: visto che vi vedete per studiare, non sarà un problema farci un piccolo favorino.»

A: «No scordatevelo, non faccio niente.»

F: «Pensi di poter dire di no?»

indicò Marco che stava facendo un video inquadrandomi.

A: «Fermo che Cazzo fai.»

Gli corsi incontro per provare a fermarlo, ma caddi per il pavimento scivoloso.

M: «Che credevi di fare aha. Adesso o fai quello che ti diciamo o lo inviamo a tutti.»

Mi sentii subito umiliato e ricattato, e non era la prima volta ultimamente, volevano approfittare di me…

Alla fine non avendo altre scelte finisco per accettare…

A: «Dai, che volete…»

Mi fecero cenno di tornare negli spogliatoi e lì segui.

Presero il telefono. Mi mostrarono una foto di Giulia in vacanza.

Si trovava sdraiata su un fianco sul proprio telo mare, mentre con la mano si accarezzava la pancia piatta, evidenziando le immancabili tette sode, accompagnate da uno splendido costumino dello stesso colore dello smalto.

Nessun uomo etero sarebbe riuscito a trattenere un erezione con quello splendore. Infatti non ero l’unico con il cazzo in tiro, se lo stavano entrambi massaggiando non vedendo l’ora di potersi segare.

M: «Visto che figa? Questa foto l’ha messa tra gli amici più stretti ad Agosto. Per fortuna abbiamo fatto lo screen.»

A: «Cazzo dovete inviarmela subito, dai inoltrala.»

F: «Sta fermo. Se vuoi la foto devi riuscire ad entrare nella galleria del suo telefono. Il suo ragazzo ci ha detto che ha più di 100 foto come questa, per non parlare dei video che manda solo a lui…»

A: «Ragazzi come dovrei fare è davvero impossibile…»

M: «Non ci interessa come devi fare, hai 5 giorni di tempo. Altrimenti non saremmo gli unici a vedere i tuoi 5 cm.»

A questo punto, un po’ per l’eccitazione per la foto, un po’ per rabbia, mi butto su di loro, cercando di afferrare il telefono.

Purtroppo senza troppa fatica riescono a tenermi, obbligandomi poi a stare in ginocchio.

A: «Noo fermi lasciatemi.»

M: «Stai buono, e pensa a come prendere le foto.»

Mentre rimanevo bloccato iniziarono a segarsi guardando la foto, scordandosi che lo stavano facendo a 20 cm dal mio viso.

A: «Che schifo ragazzi non davanti a me..»

Non riuscivano a sentirmi, continuando a masturbarsi. Iniziarono a commentare ogni minimo particolare: dalle gambe lisce al viso perfetto da sborrare.

Mentre sentivo la loro accurata descrizione mi torna in mente la foto dei piedi, raggiungendo un livello di eccitazione troppo alto. Senza nemmeno segarmi vengo sul pavimento facendo 4-5 schizzi.

Durante l’orgasmo li perdo di vista, mi giro e noto che si erano un po’ spostati e anche loro stavano per eiaculare.

Gettano un sacco di sperma sul pavimento, schizzando metà spogliatoio, tra cui la parte dove si trovavano i miei vestiti. Spero che non abbiano sporcato nulla, che schifo….

Ci fu un momento di rilassamento generale, in cui ne approfittai per alzarmi e ritornare in doccia.

Appena uscii in accappatoio vidi che erano già pronti e vestiti.

F: «Mi raccomando hai 5 giorni, e ovviamente nel caso venissi scoperto, non dire che te lo abbiamo detto noi.»

M: «Se così fosse, diffonderemmo lo stesso il video, e sarà peggio per te.»

Escono non lasciandomi nemmeno il tempo di rispondere.

Mi lasciano solo. Incredibile come una foto di Giulia abbia portato a tutto questo. Sono proprio sfigato.

Mentre avevo un momento di pace sento bussare alla porta, si trattava proprio di Giulia.

G: «Anto, tutto ok? Sei l’ultimo.»

A: «Sì sì, mi sto vestendo. Perché?»

G: «Io e la prof volevamo parlarti un secondo in merito ad oggi, possiamo entrare un attimo?»

Cazzo era la fine, avrebbero visto tutto il casino che avevano combinato; e dovevo anche finire di vestirmi.

A: «Ehm sono ancora nudo.»

G: «Dai muoviti, mettiti le mutande e copriti un po’, dobbiamo dirti due cose veloci, non possiamo aspettare tutto il pomeriggio.»

Infilai velocemente le mutandine, come Giulia mi aveva detto e le dissi di entrare. Speravo che non avrebbero fatto caso a tutto il resto.

Entrò insieme alla prof.

Prof: «Antonio volevamo parlare del tuo ruolo nella squadra.»

A: «Mi dica prof.»

Prof: «Beh io e Giulia abbiamo notato dei grandi miglioramenti nell’ultimo periodo. Volevamo dirti di continuare ad impegnarti e di aumentare le sessioni di allenamento.»

A: «In che senso scusi?»

Prof: «Nel senso che da oggi il pomeriggio dopo scuola ti allenerai con Giulia. Può insegnarti davvero molto.»

Quest’idea da una parte mi incuriosiva e dall’altra mi riempiva di paura.

G: «Facciamo dalle 17 alle 18:30. Saremo io, te e il mio ragazzo, anche lui è un bravo pallavolista.»

Ecco ora capisco tutto, è stata sicuramente una sua idea, devo stare molto attento.

Prof: «Quindi? Accetti? Non ti richiederà troppo tempo libero.»

Mentre ero molto indeciso sulla risposta Giulia mi fissava con il suo solito sorrisetto, dietro alla prof.

Senza farsi vedere iniziò a mimare il movimento di una sega, mentre si indicava i piedi, mi stava chiaramente prendendo in giro.

A: «Emh, va bene prof, mi allenerò con Giulia nel tempo libero.»

Prof: «Bene, ora finisci di cambiarti e esci.»

Dopo un breve momento però riprese.

Prof: «Cosa avete combinato qui dentro?! Avete rovesciato tutto lo shampoo sul pavimento.»

Era l’unica occasione che avevo per non essere scoperto.

A: «Sì prof scusi, stavamo festeggiando e per sbaglio lo abbiamo rovesciato.»

Nel mentre Giulia mi fissava e, senza farsi vedere dalla prof, ridacchiava.

Prof: «Non voglio sapere il motivo, Prima di lasciare la palestra pulite.»

Giulia smise subito di ridere e guardò in direzione della prof.

G : «Prof che c’entro io, hanno fatto tutto loro.»

Prof: «Sei il capitano della squadra dovresti dare l’esempio. Domani cercherò i colpevoli ma intanto ripulite.»

La prof lasciò lo spogliatoio, lasciandoci soli.

Quando fu certa che la prof se ne fosse andata si avvicinò.

G: «Sei proprio un cretino, non dovevo mandartela la foto. Seriamente ti sei masturbato negli spogliatoi? Sei proprio un segaiolo.»

A: «Aspetta che? Io non c’entro nulla ti sbagli.»

G: «Aha davvero pensi che creda anch’io che sia shampoo. E chi dovrebbe essere stato? L’unico sfigato in grado di fare una cosa del genere sei tu.»

Nemmeno in questo caso avevo prove per smentirla, così stetti in silenzio.

G: «Scordati che io pulisca, prendi tutto l’occorrente e e pensaci tu.»

A: «Ma solo le bidelle hanno lo straccio e lo spruzzino, con cosa dovrei pulire?»

Senza rispondermi si siede sulla panca e afferra un panno porgendomelo, era la mia maglia.

A: «Ehh? No scordatelo.»

G: «Hai altre scelte? O questo o ti violento di nuovo.»

A queste parole capisco che non avevo scelta. Non c’era niente di più umiliante, non era nemmeno il mio sperma… Mi abbasso e inizio a pulire….

Nel mentre si godeva la scena ridacchiando.

G: «Comunque hai fatto bene a dire di sì.»

Me ne ero già scordato, avevo appena preso un accordo.

A: «Perché vuoi che mi alleni con te e il tuo ragazzo?»

G: «Lo capirai tranquillo. Voglio divertirmi ancora un po’ con te, solo che la prossima volta ci sarà anche Davide.»

A: «Come vuoi…»

Nel mentre parlavamo finì di pulire e Giulia si alzò.

Stavo per buttare via la maglia ma mi ferma.

G: «Fermo, voglio che la indossi.»

A: «Stai scherzando spero, già fa schifo così.»

G: «Intanto i miei piedini tutti sudati e sporchi non ti fanno poi così schifo, aha. Li leccheresti tutto il giorno, solo perché sei il mio schiavo, giusto?»

A: «Giusto…»

Mi aveva appena dato il colpo di grazia, come potevo controbattere. Il durello sotto le mutande le diede la conferma.

G: «Quindi zitto e indossala»

Eseguì il suo comando, ovviamente sporcandomi, anche il viso.

Quando fu certa che lo avessi fatto uscì, ricordandomi di domani e di non fare assolutamente tardi.

Rimasi solo insieme ad un orribile puzza di pesce.

Uscì dalla palestra e andai a casa.

Inetto

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