Buttplug in pubblico

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Categorie: Esibizionismo, Lesbo
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Introduzione:

"Punta Bianca" è una località di fantasia, eventuali posti o stabilimenti con lo stesso nome non hanno alcun legame con il racconto

Ci informammo sulla spiaggia nudisti, ed era anche più di questo. Prima di tutto era vietata ai minori, cosa che le vere località per naturisti non sono, e secondo era vietata ai singoli, potevano accederci solo coppie (Noi saremmo stati due coppie, ma niente vietava poi di “mescolare le carte”, anche per le loro regole. Era interamente recintata, c’era personale di servizio, il bar, e soprattutto dichiaravano che le attività sessuali in spiaggia erano consentite: in pratica un grande club prive a cielo aperto, e a noi andava benissimo, volevamo fare porcate in pubblico e li era possibile.

Fummo noi a inviare il messaggio sul gruppo stavolta: “indovinate che spiaggia abbiamo trovato non lontano da qui” – e restammo parecchio deluse quando la risposta fu “Punta Bianca?”, il nome del luogo che noi non conoscevamo ma i boyz si. Cazzo, ci avevano fregato per bene. “Yes!!” rispondemmo facendo finta di non essere deluse dalla mancata sorpresa, e i due maschietti ci tirarono la loro di bombe: “Va bene, ma indosserete i nostri regali” e seguiva la foto di due buttplug neri con sulla base un gioiello rosso rubino – “Non vogliamo che i vostri buchi si richiudano troppo dopo il trattamento dell’altra sera” con tanto di faccina con l’occhiolino.

Alba e io ci guardammo, molto dubbiose “ma con quello in culo… in pubblico? Non sarà davvero un po’ oltre il limite massimo?” chiesi, ma Alba era possibilista sulla cosa: “dal punto di vista delle regole della spiaggia va bene, e di certo attireremo gli sguardi con quei gioielli che sbucano dal tubo di scarico. Se tu te la senti.. “ mi sfiorò la mano con la sua “… io ti seguo” e guardandomi fissa intensamente negli occhi aggiunse “anche io farei qualsiasi cosa tu mi chieda, specialmente se è una porcata eccitante”.

Mi sciolsi immediatamente, questa era una frase che significava molto per me, e volevo provare a chiedere la cosa che non avevo avuto il coraggio di chiedere prima: “Posso… “ esitai per un lungo istante “posso considerarti la mia ragazza? Non sono gelosa di quello che fai con i maschietti, specialmente se sono parte della cosa. Potrai fare tutto quello che vuoi ai boyz e a me, anche se dici di si” – Lei sorrise, e disse “speravo che tu dicessi questo. Si, puoi considerarmi la tua ragazza, e non farò niente senza di te o almeno senza il tuo consenso. Ma consideriamoci una coppia aperta, per favore” – Io feci cenno di si con il capo. Non ero gelosa, ero felice se lei godeva e provava piacere, mi bastava l’idea che lei considerasse comunque me “la sua ragazza”.

Mandammo un nuovo messaggio sul gruppo: “Però portateci i plug prima possibile, dobbiamo capire se la cosa è fattibile e non vogliamo farlo in spiaggia l’esperimento” – La risposta arrivò subito “OK, ma dite la verità, volete godervi i plug in anticipo!” – un po’ era vero, ma non volevamo dargli soddisfazione, quindi dicemmo solo “non vogliamo sorprese, poi scopriamo che fa male, o crea problemi. Meglio un test prima, in privato” – e poi io aggiunsi ridacchiando e guardando la mia ragazza: “PRIVATISSIMO! SENZA BOYZ” – Acconsentirono, e Giò disse che sarebbe passato in tempo una mezzora a portarceli davanti al solito bar, e che erano inpacchettati in forma completamente anonima, quindi non dovevamo preoccuparci.

Recuperammo il pacchetto in una anonima scatola color cartone, e dentro c’erano due confezioni sigillate contenenti i due plug, e non erano per niente piccoli come avrei voluto. Non restava che aprire le confezioni, lavarli per bene come dicevano le istruzioni, tirare fuori il gel e vedere come poteva funzionare. Dissi subito che per me il modo migliore era metterceli l’un l’altra, se non altro per sfruttare l’eccitazione della cosa, e ci trasferimmo in bagno per l’operazione: Cominciò Alba a mettermene uno, facendo piano e con pressioni successive, ogni volta un po’ di più. In prossimità del diametro massimo fu abbastanza difficile, ma alla fine tra il gel e un po’ di lingua sul clitoride per distrarmi lo fece entrare, e non appena la parte più grande fu passata dalla strettoia il tutto diventò assolutamente piacevole, mi veniva da muovere il culetto come per strofinarlo contro qualcosa, e avevo voglia di sesso nella micia bagnata.

Feci lo stesso sulla mia ragazza, e anche lei dimostrò di gradire parecchio, alla fine eravamo entrambe parecchio eccitate e finimmo con un vicendevole ditalino direttamente li, in bagno.

“Non ci resta che vedere cosa succede muovendoci e camminando” dissi, e proseguii “propongo di uscirci a fare due passi, ma usiamo gli slip, per prudenza”. Alba acconsentì, ma dato che ero andata da lei nuda sotto – ci avevo preso gusto – mi disse che mi avrebbe prestato le sue, intendendo “un paio delle sue”, ma io le chiesi quelle che stava indossando in quel momento: lei rise, le sfilò e me le passò. Erano tiepide del suo corpo e lievemente umide al cavallo, per la sua eccitazione causata dal plug, e mi facevano sentire abbracciata da lei, dandomi coraggio.

Uscimmo a passeggio, il plug ci teneva molto eccitate ma non si vedeva sotto gli abiti, il che era esattamente quello che serviva. Mandai un messaggio su Whatsapp: “Siamo in giro con i plug infilati, e siamo bagnate” – Per accordi fino da subito nessuna delle nostre avventure doveva venire fotografata, quindi evitarono di chiederci di vedere qualcosa, rimandando al momento che avrebbero potuto guardare con i loro occhi arrapati.

Il peso del plug ad ogni passo era come una specie di ditalino nell’ano, che contranedosi e rilassandosi contribuiva a far oscillare avanti e indietro il giocattolo sessuale, e quasi impazzivo all’idea che mentre tutti mi guardavano io stavo provando un perverso piacere erotico; la stessa cosa valeva per la mia ragazza, come confessò a bassa voce mentre non avevamo persone vicine. “Immagina cosa sarebbe uno di quei vibratori a forma di uovo che si tengono dentro la vagina e da fuori non si vedono” – le dissi, e lei strabuzzò gli occhi e strinse le gambe inguainate nei jeans, quasi in preda ad una sensazione orgasmica al pensiero – “Ce li compriamo?” mi disse quando si fu ripresa e ebbe tirato il fiato – “Tutto quello che vuoi mio faro illuminante della perversione” le risposi con sguardo ammiccante, strappandole una risata un po’ ansimante.

Camminammo in giro per un po’, e capimmo che tenerlo dentro dalla mattina alla sera non sarebbe stato facile, avremmo avuto bisogno di fare delle pause anche durante la giornata in spiaggia; toglierlo e rimetterlo in pubblico era una idea che mi faceva veramente eccitare e anche Alba lo pensava. Ci dirigemmo di nuovo verso casa sua, ormai la nostra “base segreta” per il sesso, e quando arrivammo controllammo per bene la biancheria: a parte l’umido delle fighette bagnate al cavallo nessuna traccia “dietro”, il che era perfetto per la giornata che ci aspettava.

Arrivate ci mettemmo nude, e procedemmo per toglierci il plug l’un l’altra, in bagno. Cominciai io, e lavorando con cura per non far male alla mia compagna di sesso arrivai a estrarre il giocattolo dal suo ano strappandole un gemito: non era perfettamente pulito, e questo non andava bene. Lo appoggiai nel lavabo e lasciai che lei togliesse il mio: una sensazione di dilatazione incredibilmente erotica e piacevole che mi causò a mia volta un gemito di piacere/dolore, e anche il mio plug non era esattamente lindo.

“Non possiamo toglierceli in spiaggia con tracce marroni sopra” dissi – “o troviamo il modo di tenerli tutto il giorno o possiamo solo metterceli nelle ultime due ore, e toglierceli poi in macchina in privato, tanto i Boyz al massimo si arrapano se li vedono”. Alba aveva una idea diversa, però. “Ho una soluzione alternativa” disse con aria concentrata – “dieta liquida o quasi il giorno precedente e un clistere la mattina presto prima di partire, per pulire bene l’ampolla rettale.” – “Ci sto se il clistere me lo fai te, diavoletta e se il tuo te lo faccio io” le risposi – “Ci sto, di Sabato i miei escono presto perché anche loro vanno in spiaggia, se ci andiamo di Sabato e aspettiamo le sette e trenta abbiamo casa libera”.

Messaggio sulla chat: “OK, la cosa con i plug è in parte fattibile con un po’ di preparazione ma non li possiamo tenere tutto il giorno. Ce li mettiamo quando arriviamo, nel parcheggio in macchina, e ce li togliamo dopo due ore, e ce li rimettiamo due ore prima venir via e ce li torgliamo nello stesso modo in cui ce li siamo messi al mattino, ma dobbiamo aspettare a partire almeno le otto, e dobbiamo andare di Sabato” – la risposta dei boyz fu una faccina con la bava alla bocca, quindi lo prendemmo per un si.

Autore: alphamaster@mail.com

Note finali:

Usate pure la mia mail per contattarmi, ma non chiedetemi racconti su qualcuno di vostra conoscenza non consenziente, ne sono interessato a foto "rubate" a mogli, amanti, mamme o sorelle.

Scritto da:

Sono un maschio etero, dominante. Amo intrattenere rapporti con donne sottomesse tramite email o Telegram.

2 commenti

  1. Solosola
    19/08/2023
    18:22

    Bel episodio

    1. Alpha Master
      20/08/2023
      07:19

      Grazie mille. Tutta questa serie di sette episodi mi è molto piaciuta durante la fase della scrittura, l’ho progettata come un crescendo di emozioni e credo di aver centrato l’obiettivo.

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