Alice nel paese della dominazione – Episodio 3

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Introduzione:

Racconto inerente il mondo del D/s. Se non vi appassiona - o peggio vi disgusta - evitate di leggere.

Malgrado gli impegni e la distanza – ero fuori città per l’intera giornata a causa di impegni di lavoro in un’altra città a qualche centinaio di km da me – ci sentimmo per Whatsapp, diverse volte. Mi chiese se poteva masturbarsi a casa, e le detti il permesso, ma doveva avvisarmi ogni volta che lo faceva, usare il pennarello nel culo e farsi una foto mentre si masturbava e dirmi se avesse o meno goduto, e credetemi, quel giorno si era davvero usurata la passerina, avevo il telefono pieno di immagini della sua figa in cui si vedeva anche il pennarello nel “secondo canale”. Dopo la seconda le ordinai di scriversi sul monte di venere “AM” con il pennarello nero stesso, e tutte le foto seguenti erano regolarmente marchiate.

Il giorno successivo, rientrato a casa, come speravo trovai arrivati i toys che avevo ordinato per divertirmi con Alice con una buona percentuale di certezza che avrebbero fatto divertire e godere parecchio anche lei. Le ordinai di venire da me, dandole anche un “dress code”. Doveva venire in minigonna e camicetta con sufficienti bottoni aperti da far intuire pur senza vendere e con sotto la tutina di pizzo, scarpe col tacco e niente intimo e ovviamente tenendo nel culo il pennarello, e sbirciando dalla finestra dopo pochi minuti la vidi uscire dal portone di casa sua cercando di far finta di niente e stringendo le chiappette per tenere dentro il cilindro di plastica nera, attraversare il cortile comune diretta verso le mie scale e non passò molto che sentii suonare alla porta.

Aprii, e la vidi bella come al solito, vestita esattamente come le avevo chiesto. Dopo una rapida occhiata di nascosto per assicurarmi che la simpatica vecchietta della porta accanto alla mia non fosse in giro le alzai la gonna per controllare che fosse senza slip, direttamente li sul pianerottolo facendola diventare immediatamente rossa come un pomodoro maturo, e sempre con la sua gonna tra le mie dita la feci girare per guardarle il culo farcito con il piccolo corpo estraneo, stupendo come lo ricordavo, e fu solo allora, e sempre con la gonna alzata, che la feci entrare e chiusi la porta. Era paonazza per la vergogna ma il respiro accelerato mi diceva quanto si fosse eccitata e il fatto che non avesse proferito neanche una parola di protesta mi trasmetteva buonissime sensazioni su come fosse entrata nel ruolo di sottomessa. Ero stato davvero fortunato a trovare una ragazza così.

“Molto bene Alice, sono soddisfatto e per questo ti farò qualche regalino, infatti sono arrivati i sex-toys che ti ho ordinato. Spogliati nuda, che li proviamo.”, sapevo esattamente da cosa cominciare dato che il Lush era arrivato scarico e lo avevo messo in carica neanche mezz’ora prima. Alice si denudò guardandomi intensamente e spingendo periodicamente dentro il pennarello per impedirne la caduta a terra, dandomi una piacevole sensazione di calore al basso ventre: ottimo, non avendo ricevuto l’ordine di toglierlo stava eseguendo con cura. Davvero un colpo di fortuna che le si fosse accesa la piccola ma vivida fiamma della passione per il D/s. Una volta che non le rimase addosso neanche un centimetro di stoffa le detti l’ordine che tenevo in serbo per godermi la sua reazione: “togliti il pennarello dallo sfintere e mettilo in bocca” – il suo sguardo si fece improvvisamente terrorizzato e i suoi occhi spalancati dimostravano quanto la avessi colpita duramente con quelle poche parole. Ricordavo che per leccarlo quando solo era stato appoggiato esternamente allo sfintere avevo dovuto superare le sue ritrosie, ma volevo questa prova di ubbidienza e la avrei avuta. “N… non posso…” provò a dire lei con sguardo che diventava implorante. “DEVI!” risposi seccamente e con sguardo duro. “ma… sarà sporco, non sarà…” azzardò. “Zitta e fallo, ora. Non hai usato la tua password di sicurezza, giustamente dato che non sei in pericolo, e sai bene che i tuoi NO non contao quando il padrone ti da un ordine. Fallo, e con la bocca puliscilo completamente se è sporco. Il tuo corpo è mio, e mi dimostrerai la tua obbedienza e appartenenza. Apri le gambe, allargale da troia quale sei, masturbati piano con la sinistra e con l’altra mano estrai il pennarello e ficcatelo in bocca e succhialo fino a quando ti dirò io di farlo!” – lo fece, con gli occhi sgranati, nuovamente incredula di quello che stava facendo e dandomi la sua sottomissione come le avevo ordinato. Il pennarello uscì dal suo sfintere con poche tracce di quello che aveva incontrato all’interno, ma sicuramente con un po’ di odore, ma lo leccò e succhiò come se gli stesse facendo un pompino, pulendolo del tutto e nel mentre si sfiorava la vagina. Gliela toccai, strappandole un gemito e trovandola fradicia come mi aspettavo.

Quando fui soddisfatto della ripulita data all’improvvisato giocattolo anale me lo feci consegnare tendendo la mano e lo trovai perfettamente pulito. “Ti è piaciuto il gusto del tuo culo, troietta?” lei mi guardò come un cerbiatto guarderebbe un falco “non tantissimo ma non era come temevo. Un retrogusto amaro, ma anche in parallelo un altro sapore, non sgradevole” – Annuii – Odore di culo scopato, ci farai l’abitudine. “Continua a masturbarti piano e porgimi la mano destra” le dissi. Lei lo fece, e dal flacone che avevo preso dalla tasca le spruzzai del gel lubrificante sulle dita. “Lubrificati il culo con questo, bene dentro e fuori”. Vidi che si sforzava di eseguire bene, distratta dalle dita che le facevano crescere l’eccitazione nella sua micia, e notai che adesso il medio le entrava senza fatica nello sfintere allenato dal pennarello. Una volta che fu ben lubrificata presi da un cassetto un kit di quattro plug anali di acciaio con un luccicante cristallo bianco sul fondo, di diverse misure: Il più piccolo era proprio da principianti, con la parte più larga poco più grande dell’Uniposca che le avevo fatto mettere nel retto a più e più riprese, mentre la parte stretta era circa come una bic. Perfetto per essere tenuto discretamente nel deretano per periodi anche prolungati da una novizia come lei. Per spaventarla un po’ però presi il più grande, un grosso cuneo di metallo cromato che sicuramente il suo culetto vergine non era in grado di accettare, e glielo appoggiai appena sullo sfintere, era terrorizzata e si vedeva ma aveva i capezzoli dritti fino quasi a farle male dall’eccitazione. La guardai, non aveva detto una parola. “Brava schiava, non hai protestato stavolta. Per questo perdono le tue proteste per il pennarello in bocca”. Mi sorrise, riprendendo a respirare e continuando il suo lento ditalino. Presi il plug più piccolo, lo lubrificai e glielo feci entrare con cura, fino a quando il piccolo stelo tra il corpo e la base non fu risucchiato bloccandolo dentro. Mugolando di piacere mi chiese di godere, ma per il momento gli risposi di attendere e mantenere il ritmo lento. Avevo ancora una mezza idea, e dal cassetto presi due mollette da bucato: “Adesso te le metterò ai capezzoli, ho visto quanto ti piaceva quando te ne stritolavo uno tra le dita.” Lei annuì e dette la risposta migliore che potessi aspettarmi: “Grazie signore!” , con voce incrinata dal piacere, e mentre io applicavo il primo lei cominciò ad ansimare, faticando a mantenere il controllo. Al secondo mi guardò e quasi disperata chiese “padrone, mi faccia godere, la prego!”. Presi un bicchiere di carta, memore di quanto squirtava la troietta, e annuii. “Godi, piccola schiavetta!”. Lei partì con una masturbazione furiosa con entrambe le mani. Dopo pochissimo le sue ginocchia cominciarono a cedere, ma tenendola con una mano sotto un braccio e tenendole il bicchiere davanti alla figa la feci rimanere in equilibro. Esplose come una fontana, e io raccolsi tutto il suo schizzo nel contenitore di carta, e quando il suo orgasmo smontò lo annusai, trovando che sapeva davvero di buono. “Bevi!” ordinai porgendole il bicchiere bianco. Lei lo prese, e stavolta senza esitare lo scolò fino all’ultima goccia. “Padrone, mi piace il sapore della mia figa… grazie di avermelo fatto scoprire”. Mi chinai e le passai la lingua sul clitoride ancora ipersensibile, facendola tremare. “Si, molto buona e molto dolce la tua fighetta”.

“Terrai il plug due ore filate, e ogni trenta minuti provvederai a toglierlo e rimetterlo per 10 volte. Fammi vedere come farai” le dissi, e lei eseguì, regalandomi dei magnifici gemiti di piacere nel togliere e rimettere quel lucido giocattolo di metallo.

“Brava” le dissi, e vidi la soddisfazione per la lode nei suoi bellissimi occhi “ricordati di fare il video mentre estrai e reinserisci. Vai a casa, e torna da me nel pomeriggio, che giocheremo ancora”, lei mi sorrise e si rivestì.

La aspettava il Lush, ma avevo altre belle idee per la mia schiavetta.

Note finali:

- Mail dell'autore: alphamaster@mail.com - Sono un maschio etero, dominante. Scambio volentieri due chiacchiere con chiunque sui racconti o sul mondo BDSM purché "open minded", ma sono sempre in cerca di femmine sottomesse o coppie con lei sottomessa. (Attenzione, per chat di vera dominazione sarà richiesta prova fotografica anonima - senza faccia – non nuda ma in intimo o bikini, ma con in mano un cartellino con il mio nickname "Alphamaster", per evitare i maschietti che si fingono donne tramite la tastiera)

- Sono in cerca di una sponsorizzazione da parte di un sexy shop. Nella prossima puntata Alice dovrebbe ricevere un toy anale con controllo a lunga distanza, e in cambio del reale invio del toy alla mia schiava, nel racconto farò ordinare il tutto allo shop sponsor. Nelle note iniziali citerò lo shop ringraziandolo.

Scritto da:

Sono un maschio etero, dominante. Amo intrattenere rapporti con donne sottomesse tramite email o Telegram.

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