Artemisia, la prediletta di Afrodite

Categorie: Etero, Lesbo
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Stile: Fantasy

Al tempo dei miti e delle leggende, nel villaggio di Kyros viveva una donna incredibile, favorita dagli dei, ma disprezzata da una parte della sua famiglia. Il suo nome era Artemisia, figlia di Manos e Agape, sorella di Apollon.

Il villaggio di Kyros, situato nei pressi della punta Mikitas, ai piedi del monte Olimpo, era noto per una particolarità: gli uomini non cacciavano, erano le donne a farlo. Questo poneva le donne in una posizione di incredibile popolarità e venivano definite le amazzoni dei monti.

Manos era una dei consiglieri del villaggio, mentre Agape era la capo cacciatrice. La loro unione era stata dettata dal destino, quando si erano incontrati in un luogo splendido all’interno della foresta boschiva vicino Kyros. Un luogo magico, bellissimo: una cascata creava un piccolo lago bagnato dalla luce che filtrava dalla coltre degli alberi.

In quel luogo di divina bellezza, Manos e Agape, hanno consumato per la prima volta il loro amore e, proprio da quel momento d’amore, è nata poi Artemisia.

Artemisia è nata nel giorno dedicato ad Afrodite, la dea della bellezza e dell’amore. Alla neonata era stato dato questo nome perché la volontà dei suoi genitori era quella che la bambina fosse benedetta da Artemide, la dea della caccia.

Sin dalla tenera età, Artemisia, si è allenata per diventare una cacciatrice, ma era evidente quanto lei non avesse le capacità per diventare forte come la madre. La testardaggine di Artemisia però non le permetteva di abbandonare tutto come se nulla fosse, quindi ha continuato imperterrita su quella strada.

Al compimento dei 16 anni, Artemisia avrebbe dovuto fare una prova per entrare ufficialmente nel corpo delle cacciatrici, ma la crescita improvvisa del suo seno le impediva di tirare correttamente con l’arco. La delusione di Artemisia era evidente, ma non era assolutamente paragonabile a quella dei suoi genitori.

Incapace di sostenere i loro sguardi, Artemisia si è messa a correre in direzione della foresta senza nessuna arma e senza nessuna protezione dal freddo invernale.

La corsa a perdifiato di Artemisia l’ha portata in una piccola radura coperta dalla bianca coltre di neve. Una piccola casa faceva capolino tra le fronde degli alberi, Artemisia vi si è avvicinata perché ormai troppo lontana dal Kyros per tornare indietro; inoltre, non era ancora pronta per confrontarsi con i suoi genitori.

Artemisia si è avvicinata piano, l’addestramento della cacciatrice ancora presente in lei, quando si è accorta che attorno alla casa si stava radunando un branco di bestie fameliche che non avrebbero dovuto trovarsi in quel luogo. Una rapida occhiata nei dintorni ha permesso a Artemisia di scovare il corpo di un uomo mezzo congelato, gli si è avvicinato e ha cominciato a trascinarlo in direzione della casa senza mai dare la schiena alle bestie, evitando così di essere attaccata.

Il corpo dell’uomo era freddo, mezzo congelato e stava rischiando la morte. Artemisia sapeva cosa avrebbe dovuto fare perché non era un evento così raro che qualcuno si perdesse tra i boschi e venisse ritrovato in situazioni critiche. Una volta in casa, Artemisia ha acceso un fuoco e spogliato l’uomo dai suoi vestiti fradici.

I minuti passavano inesorabili, il fuoco sempre più vivo, ma l’uomo non pareva assolutamente riprendersi. Artemisia stava per entrare nel panico, quando si è ricordata di una cosa che le aveva detto sua madre: “Se trovi qualcuno che è mezzo congelato e il fuoco non è sufficiente, devi scaldarlo col tuo corpo.”

Artemisia si è tolta i vestiti e, una volta nuda, si è sdraiata accanto all’uomo unendosi a lui in un caldo abbraccio.

Più tempo passava, più il corpo dell’uomo si faceva freddo nonostante gli sforzi di Artemisia. Sembrava una situazione senza via d’uscita, così Artemisia si è messa direttamente sopra il corpo dell’uomo per avvolgerlo col suo. Il seno prosperoso di Artemisia poggiava sul petto dell’uomo che, nonostante fosse incosciente, ha avuto un’eruzione mentre continuava a venir scosso dai brividi.

Artemisia non aveva mai visto il sesso di un uomo eretto e tantomeno sapeva cosa sarebbe dovuto accadere tra un uomo e una donna in quei momenti. Il membro eretto dell’uomo, ancora in preda ai brividi e incosciente, strusciava contro il sesso di Artemisia che, inconsciamente, stava cominciando a provare piacere.

Quella nuova sensazione, seppur piacevole, spaventava Artemisia. Non capiva cosa stesse accadendo e, appena l’uomo ha iniziato a riaprire gli occhi, si è rivestita per poi addormentarsi accanto al fuoco dopo che l’uomo è tornato nel suo stato di febbrile incoscienza.

Le prime luci dell’alba hanno svegliato Artemisia dal suo torpore, ancora turbata da quella sensazione di piacere desiderava andare a chiedere spiegazioni a sua madre ma, per qualche strana ragione, le sembrava una pessima idea. Sbollita l’agitazione e accertatasi che l’uomo fosse vivo, Artemisia si è messa in cammino in direzione di Kyros.

Tornata a casa, Artemisia, è stata accolta caldamente dalla sua famiglia preoccupata. I tentativi di tranquillizzarla per la mancata nomina a cacciatrice sembravano solo delle frasi inutili perché riusciva comunque a sentire il rammarico nella voce della madre.

La primavera si stava avvicinando, così come la ripresa della stagione di caccia. Artemisia era affranta di non poter adempiere al suo lignaggio e aveva deciso di trovare un luogo adatto per poter pregare la dea Artemide e chiederle il motivo per cui non l’avesse benedetta, nonostante portasse il suo nome.

Artemisia ha vagato per la foresta fino a raggiungere lo stesso luogo dove era stata concepita, le è parso un ottimo posto dove poter pregare la dea.

“Dea Artemide, perché non mi hai concesso il tuo favore? Perché non mi hai reso la miglior cacciatrice possibile, degna di ereditare il titolo che ora appartiene a mia madre?”

L’unica risposta alle sue domande è stato il silenzio.

Artemisia ha pianto, le mani sul volto chinato, poi un suono ha attirato la sua attenzione.

La cascata si è aperta facendo passare la donna più bella che Artemisia avesse mai visto. Lunghi capelli biondi incorniciavano un viso tondo, piccolo naso a patata, bocca stretta e occhi verdi come le foglie di felce. Un corpo dalla pelle liscia riluceva come rugiada illuminata dal sole, seno prosperoso e tondo, gambe lunghe e natiche scultoree.

“Figlia mia, devi sapere che la tua nascita non è stata benedetta da Artemide. Sono stata io, la dea Afrodite, a donarti una parte di me.” – ha detto la dea avvicinandosi a Artemisia.

“I tuoi capelli mossi e rossi, i tuoi occhi verdi come gli aghi di pini, il tuo seno prosperoso, le tue natiche incredibili. Questi sono stati i miei doni per te. Noto con dispiacere che non solo non hai ancora appreso l’ultimo dono di cui sei portatrice, ma anche che non hai ancora incontrato le vie dell’Eros. Percepisco la tua curiosità per l’Eros e se vuoi davvero scoprirle, non devi far altro che prendere la mia mano e seguirmi.”

Artemisia, titubante, ha guardato nuovamente Afrodite e ha riprovato quella sensazione al suo sesso come era accaduto nel capanno. Trovato il coraggio di asciugarsi le lacrime, prima dovute alla delusione e poi alla gioia della vista di Afrodite, ha preso la mano della dea e si è alzata seguendola attraverso la cascata e nel regno dell’Eros.

“Benvenuta nel mio regno, dolce Artemisia. Ora spogliati bambina mia, qui gli abiti non servono.” – ha esordito Afrodite dopo aver varcato la soglia del suo regno.

Artemisia si è spogliata lasciando che le sue forme prosperose e perfette libere di essere viste. Il suo sesso peloso non incontrava il gradimento di Afrodite che, con un colpo di mano, le ha lasciato solo una piccola striscia di pelo incredibilmente curato.

“Stenditi, bambina mia. Oggi avrai la tua iniziazione all’Eros in tutte le sue forme.”

Artemisia si è stesa sul manto erboso che non creava fastidio, ma abbracciava il suo corpo in un morbido abbraccio.

Afrodite si è chinata su di lei, l’ha baciata con passione. La lingua della dea faceva dei lenti cerchi all’interno della bocca di Artemisia che, dopo lo stupore iniziale, si è ritrovata a fare gli stessi movimenti di Afrodite come se fosse il suo specchio. La mano di Afrodite, intanto, palpava il seno di Artemisia con crescente pressione e ardore. La dea, appena ha sentito la schiena della sua prediletta inarcarsi, ha staccato le sue labbre e con la testa si è poggiata sulle tette di Artemisia e ha iniziato a baciare, succhiare e mordicchiare i capezzoli della ragazza.

La mano di Afrodite si muoveva esperta sul corpo di Artemisia, toccava tutti i punti giusti. Il sedere scultoreo stretto in una mano, mentre con l’altra cominciava a esplorare il sesso della ragazza. Le dita hanno giocato sul monte di Venere e con le labbra, poi, con estrema dolcezza, Afrodite ha messo un dito nel sesso di Artemisia. 

Piacere e dolore per quella penetrazione improvvisa hanno travolto Artemisia, un gemito ha lasciato la sua bocca che subito è stata riempita nuovamente dalla lingua di Afrodite che, intanto, aggiungeva un secondo dito nella figa sempre più bagnata e calda di Artemisia.

Il piacere della ragazza riempiva le dita di Afrodite che le ha portate alla bocca della ragazza per far assaggiare a lei i suoi stessi sapori. Artemisia ha goduto del suo stesso piacere, prima di essere travolta da una nuova ondata di goduria; Afrodite ora stava leccando avidamente il sesso della ragazza.

“Ragazza mia, questa è solo la parte passiva dell’Eros. Ora è tempo che tu apprenda anche quella attiva.” – Afrodite si è girata portando il suo magnifico sesso completamente glabro alla bocca di Artemisia.

“Ora fai quello che io ho fatto, e sto facendo, a te su di me.”

Artemisia, travolta dalla lussuria del momento, ha cominciato timidamente a leccare e a penetrare la figa di Afrodite con le sue dita. Una volta presa confidenza, la ragazza ha iniziato a fare movimenti sempre più veloci e decisi. Gemiti scomposti di piacere usciva dalla bocca piena di Afrodite che, dopo poco, ha inondato di piaceri schizzanti Artemisia.

“BAMBINA MIA! Hai il dono di far godere le persone e far passare loro qualsiasi male!”

Afrodite si è mossa ponendo il suo sesso su quello di Artemisia, le loro labbra unite in un grande e caldo abbraccio d’amore. La dea ha iniziato a strusciarsi e, ben presto, il movimento è stato copiato da Artemisia. Il loro abbraccio si è scaldato sempre di più, l’erba si è bagnata dei piaceri di entrambe in brevissimo tempo.

“AAAAAAHHHHHHH!!!!!!” – Afrodite e Artemisia hanno urlato di piacere nello stesso momento raggiungendo l’apice del piacere.

La ragazza era spossata, ansimante di piacere e stanchezza, ma la dea aveva altri programmi.

“Cara mia, ora è giunto il momento di farti assaggiare un altro tipo di piacere, poi ti lascerò scegliere quale dei due preferisci.”

Afrodite si è alzata, nuovamente in forma, poi un movimento strano stava avendo luogo sul suo sesso. Un lungo tremolio ha scosso il monte di Venere della dea, finché dal suo sesso non è uscito fuori un membro perfettamente eretto.

“Per prima cosa, devi capire come prenderlo in bocca.” – ha detto Afrodite infilando quel sesso duro nella non più vergine bocca di Artemisia.

La dea spingeva il sesso maschile nella bocca di Artemisia che ha iniziato con gioia a muovere la lingua sulla cappella del membro. Movimenti ampi, ma sicuri, un misto di quello che aveva imparato dai baci sulle diverse labbra di Afrodite.

“Succhi davvero bene anche se è il tuo primo uccello! Brava, figlia mia! Ma adesso il gioco si fa duro!”

Afrodite ha tirato fuori il cazzo dalla bocca di Artemisia e poi lo ha avvicinato al sesso della ragazza. L’ha stuzzicata con la cappella calda, poi con la lunghezza del membro, esattamente come era successo, seppur involontariamente, col ragazzo nel capanno. La figa calda di Artemisia si è bagnata nuovamente, la dea ha colto il momento e ha infilato il suo membro nel sesso della ragazza.

Un urlo di dolore e piacere ha riempito la casa di Afrodite, mentre un rivolo di sangue colava dalla figa di Artemisia.

“Tranquilla, tesoro mio. Questo è normale. Ora comincio a muovermi e vedrai che il piacere prenderà il posto del dolore.”

Afrodite ha iniziato a muoversi dolcemente nella figa di Artemisia che, ben presto, ha iniziato a ansimare di piacere.

Il piacere della dea e della ragazza riempiva l’aria con suoni e odori, la loro unione era qualcosa di divino e incredibile per chiunque avesse avuto la possibilità di vederla.

“Artemisia, adesso prendi tu il controllo del gioco. Siediti su di me.” – ha detto la dea mentre si stendeva a terra.

La ragazza, completamente ebbra di piacere, si è seduta sul membro con calma, assaporando ogni singolo istante della penetrazione. Adorava sentire il momento in cui le pareti del suo antro del piacere si allargavano per fare spazio al sesso maschile o alle dita di una donna.

Ha iniziato a muoversi su e giù, controllando attentamente il movimento. Una volta trovato il punto che le procurava più piacere, i suoi movimenti sono aumentati di intensità. Artemisia era preda di una foga bestiale per il piacere.

Afrodite era esterrefatta, stava per perdere completamente il controllo mentre era alla mercé di Artemisia.

Non potendo permettere tutto questo, la dea ha usato la forza per mettere a quattro zampe la sua prediletta. Le ha infilato il membro dentro con rinnovata foga, i suoi movimenti sempre più decisi e forti stavano spingendo al limite entrambe.

Artemisia sentiva il cazzo ingrossarsi dentro di lei, le pulsazioni sempre più rapide indicavano che stava per darle tutto il piacere che era possibile mentre il suo corpo era scosso da tremiti sempre più frequenti.

Artemisia e Afrodite hanno raggiunto il piacere nello stesso momento, la sensazione di essere riempita di quella sostanza era incommensurabile per la ragazza che è caduta a terra sfinita. La dea ha avvicinato la sua bocca al sesso della prediletta, ha succhiato fortissimo per far uscire il liquido bianco dalla figa calda di Artemisia e, infine, l’ha baciata nuovamente facendo assaggiare anche alla ragazza il piacere maschile.

“Quindi è questo il piacere dell’Eros. Sarà mia cura portare questo dono a tutti coloro che ne hanno bisogno, splendida Afrodite.”

“Bambina mia, sei un tesoro. Le porte del mio regno sono sempre aperte per te, ti basterà chiamarmi da un bel luogo per fare in modo che io arrivi a prenderti.”

Dea e ragazza sono rimaste ancora qualche tempo nel regno divino, abbracciate e colme di piacere.

Artemisia ha salutato la dea ed è tornata nel mondo con una nuova missione, così è iniziata la leggenda di Artemisia Love, la più grande portatrice di Amore e Eros nella storia del mito…

Scritto da:

Mi diverto a scrivere racconti erotici di fantasia. Generalmente, le figure femminili che utilizzo prendono spunto da delle creator. Mi trovate anche su X: @tease_rex

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