Calore

Categorie: Dominazione, Etero
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Ahh ahh ahh aaahhhh mmmmhhhh

Emma era a cavalcioni sopra Luciano, si muoveva come una forsennata su e giù sul pene, poggiando le mani sull’addome di lui. Questi da sotto la guardava, quasi senza poter far nulla; avrebbe voluto assumere una posizione più attiva, ma l’impeto con cui si muoveva la compagna stroncava sul nascere qualsiasi sua iniziativa. Così decise di rilassarsi sotto di lei, godendosi lo spettacolo regalatogli da quei capelli biondi, bagnati di sudore. Una ciocca era appiccicato sul viso di Emma, il cui sguardo a tratti penetrava profondamente in quello di Luciano, oppure si perdeva nel vuoto quando piegava all’indietro la testa. Ad un certo punto le afferrò il seno prosperoso e morbido che le ballonzolava in tutte le direzioni. Ebbe difficoltà a ricordarsela così presa da una scopata. Non lo facevano frequentemente, non avendo una relazione, ma, ad esempio, quella sorta di scarica elettrica che sentì dal contatto dei palmi delle sue mani sui capezzoli non l’aveva mai sentita, poteva giurarci, né con lei men che mai con altre donne.

Un po’ alla volta Emma rallentò, fino a fermarsi del tutto. Tolse il pene dalla sua vagina e rimase ferma ancora su di lui, ansimando e con le mani ai fianchi, prima di togliersi i capelli dalla fronte e alzarsi. Chiese a Luciano di seguirlo, andarono in cucina. Quando lei si stravaccò a gambe aperte su una poltrona in pelle nera, questi pensò che finalmente si passasse all’azione, ma non fu così. Non riusciva a capire cosa avesse quella sera, cosa le passasse per la mente, la vedeva assumere quest’atteggiamento particolare, molto serio, gli si rivolgeva con sguardo e toni esaminatori. Ciò che poi gli sembrò ancor più assurdo, mentre si trovava davanti a lei, con il cazzo eretto e sbucciato, era che gli chiese di preparagli un caffè. Dopo un attimo di sbandamento eseguì la richiesta, mentre Emma si allungò al tavolo e prese le sue sigarette.

Luciano tornò dinnanzi a lei con la tazza di caffè, rigorosamente amaro, e glielo porse, lei lo bevve e poggiò la tazza a terra, poi chiese a Luciano di cominciare a masturbarsi, lui cominciò, mentre Emma accese una sigaretta e gli ordinò di non venire finché non avesse finito di fumare. A quel punto gli sembrò l’impresa più difficile della sua vita, non capiva come interpretare quelle parole, se ci sarebbe stata una ritorsione reale o se quello fosse solo un bluff. Fatto sta che si convinse di dar retta a quella provocazione, facendo tutto il possibile per trattenersi; non era facile. Provò a distrarsi, a guardare intorno, non poteva posare il suo sguardo sul corpo nudo della partner, per non parlare del suo sguardo fisso, imperscrutabile, mentre boccheggiava con il fumo della sigaretta. Cominciava a temere anche che da un momento all’altro l’avrebbe potuta spegnere sulla sua cappella, tutte queste cose lo mettevano in ansia terribilmente. Cominciava a sentire il cazzo che gli pulsava, voleva esplodere, ma doveva resistere, con il sudore che gli grondava dalla fronte. Finalmente quella maledetta sigaretta arrivò alla fine e la cicca venne riposta nella tazza vuota sul pavimento, Emma si porse verso di lui e gli prese il cazzo in una mano, dopo un paio di pompate Luciano schizzò sul suo petto, e finalmente la vide sorridere di gioia abbandonando la durezza che l’aveva accompagnata durante tutta la scopata.

Ora lui si era seduto sulla poltrona, lei, ancora completamente nuda, si alzò in piedi e raggiunse la finestra, fermandosi a guardare le luci della strada attraverso le tapparelle. Luciano si sentiva come se fosse stato messo alla prova, a giudicare dall’espressione sul volto di Emma l’esame era stato superato.

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