Cosa provi per me?

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Categoria: Etero
Letture: 471
Stile: Fanfiction
Introduzione:

Quanto raccontato in questa serie è puramente di natura fantastica. Nessun fatto è realmente accaduto. L’opera vuole essere una sorta di fanfiction di una famose serie tv.

È sabato mattina. Mi sono svegliato tardi, Rachele. Ho fatto tardi per colpa tua e la sveglia non l’ho proprio sentita. Prendo il clone del tuo telefono e controllo. Il video non c’è più, l’hai eliminato. Temevi che lo avresti potuto mandare? Per mia fortuna sono stato previdente e ne ho fatta una copia sul mio hard-disk esterno. Oh, non te lo avevo ancora detto? Ho questa bella memoria esterna in cui ho salvato tutta la tua vita, le tue foto, i tuoi video, i backup delle tue password e delle tue chat. Chiamami pazzo, ma non voglio perdermi niente di te.

Entro su whatsapp e scopro che hai mandato un audio alle tue amiche, hai raccontato quello che hai fatto stanotte. E loro in coro ti hanno suggerito di cancellare il video. Buone amiche, ma sono un passo avanti a loro.

C: Ti sei innamorata?

Caterina sgancia il messaggio bomba. Ti sei innamorata di me, Rachele?

R: No, amo mio marito. Nonostante tutto. Lui mi piace, credo di poterci andare a letto, ma niente di più!

La tua risposta non mi piace.

S: Brava, tesoro. Non rovinare il tuo matrimonio!

Sofia è palesemente contro di me. Questo non mi aiuta.

Andate avanti a parlare di me, della notte e di quanto tu voglia movimentare la tua vita, soprattutto quella sessuale.

Vedi, Rachele, se quello che vuoi è solo scopare, beh, non ci sto. Certo, voglio scoparti anche io, sia chiaro, ma non sono un tappabuchi per le mancanze di tuo marito.

Che cosa dovrei fare con te? Ci penso di continuo. Non devo cedere alla voglia di stare con te, non ora. Venire a letto con te in questo momento, equivarrebbe a perdere il tuo affetto. Lo hai detto tu stessa: non mi ami. Ora come ora sono solo un vizio. Un desiderio di trasgressione dal tuo noioso matrimonio e io non voglio essere questo. Per questo motivo devo lavorare su due fronti.

Le tue amiche sono davvero importanti per te. Lo capisco. Lo vedo chiaramente dai messaggi che vi scambiate. Non oso immaginare i vostri discorsi quando vi incontrate. E questo, Rachele, è un fattore che devo controllare. Loro ti influenzano e devo fare sì che la loro influenza sia a mio favore.

È passata una settimana da quando hai girato e cancellato il video. Ti ho mentito. Ti ho detto che dovevo andare all’estero per lavoro, ma sono sempre rimasto qui.

Ho iniziato a fare qualche ricerca sulle tue amiche e mi sono tenuto un po’ distante da te. Non devi pensare che sono a tua completa disposizione.

Ho scoperto della cose abbastanza interessanti sulla tua amica Sofia, ma questi non sono affari tuoi. I SEGRETI DI SOFIA sono fatti che riguardano me e lei, e di cui non voglio renderti partecipe (voi amici potrete presto leggerli). Per quanto riguarda Caterina invece, per ora non è troppo un problema, la terrò d’occhio.

Torniamo a me e te però. Hai sentito la mia mancanza questa settimana. Lo hai scritto alle tue amiche. Lo ammetto, anche tu mi sei mancata. Ci troviamo nel mio studio per discutere dei prossimi impegni per la tua campagna.

         «Come è andata in America?».

Sono stato vago, non ti ho detto dove di preciso e a fare cosa. Molto più facile poter inventare una storia credibile in questo modo.

         «Non molto bene in effetti. Il soggiorno è stato ottimo, ma non ho trovato quello per cui sono andato. Forse perché quello che volevo fotografare non era là!».

Capisci subito che mi sto riferendo a te. Arrossisci e fai finta di niente.

         «Mi spiace sia stato infruttuoso come viaggio. In compenso spero lo sia il nostro prossimo di viaggio.».

         «Parli della campagna ambientale?».

         «Sì. Abbiamo in programma tre giorni in montagna. Vorrei che fotografassi quello che sta succedendo sui ghiacciai.».

         «Paesaggi dunque.».

         «Esatto.».

         «Potrò fotografare anche te?».

Arrossisci di nuovo.

         «Vedremo.».

Fai la preziosa, ma in fondo so che accetterai.

Ti aggiri nello studio osservando le nuove foto che ho esposto. Ce n’è una che ti ha colpito: un uomo e una donna che si abbracciano nudi, i corpi uniti celano i loro sessi. Una foto con una grande carica erotica, se poi si considera quando è stata scattata.

         «Ti piace?».

Rimani un po’ in silenzio.

         «E’ intima. Sono dei professionisti?».

         «I modelli, intendi?».

         «Sì.».

         «No, sono una coppia che mi ha commissionato delle foto. Le altre le hanno comprate loro. Questa l’hanno lasciata a me per poterla esporre. In fondo non si vedono i volti ed è una bella foto.».

         «Erano nudi anche lì in mezzo?».

         «Se ti racconto la storia dietro quella foto non ci crederai mai.».

         «Ora sono curiosa.».

Mi avvicino a te. Sono dietro di te. Sento il profumo dei tuoi capelli biondi e puliti. Il tuo balsamo profumato. È forti il desiderio che ho di te, Rachele.

         «Quella sera mi hanno invitato a casa loro per fare il servizio fotografico. La casa era in ordine, i figli erano dai nonni e loro due indossavano solo degli accappatoi di spugna. Ci siamo messi in salotto e hanno iniziato a baciarsi, mentre io iniziavo a scattare foto. Si baciavano. Si spogliavano e si toccavano. Tutto mentre io ero lì a fare il mio lavoro. Sai perché trasmette molta intimità?».

I tuoi occhi fissano i punti di contatto tra i due corpi.

         «Trasmette intimità perché è un momento di intimità.».

         «Lui è dentro di lei!».

I tuoi occhi sono sorpresi e al tempo stesso brillano per l’eccitazione.

Ti giri verso di me.

         «E che effetto ti ha fatto assistere?».

Sei sempre più vicina, Rachele, ed è pericoloso. Le tue labbra carnose sono troppo invitanti.

I tuoi occhi azzurri sono vicini. Mi guardano, mi chiedono di baciarti. Tutto di te me lo chiede.

È troppo presto, Rachele, se cedo ora…

Le nostre labbra si toccano. Hai fatto tu la prima mossa. La tua lingua bussa alla porta della mia bocca e non sono abbastanza forte per negarle l’accesso. Sento il tatto umido delle nostre lingue, il sapore alla menta del tuo dentifricio e mi lascio cullare dal movimento della tua lingua intorno alla mia. Dio, vorrei che non finisse mai.

Ricambio il tuo bacio e ti fai più audace. Le tue braccia stringono le mie. La tua mano accarezza prima il mio braccio, poi il mio petto e lentamente scende verso il mio sesso.

Questo no. Non sei innamorata di me. Non lo faremo ora.

Mi stacco dalla tua bocca. E fermo il tuo braccio.

         «Ferma!».

         «Cosa c’è che non va?».

         «Non so se…».

         «Voglio fare sesso con te. Tu non mi vuoi?».

         «Sì che ti voglio, ma per me è diverso. Io provo qualcosa per te. Per me non è una scopata. Tu cosa provi per me?».

         «Io… tu mi piaci.».

         «Anche tu mi piaci, ma non è una risposta. Anche i gatti, le torte e le foto di bambini piacciono. Tu provi qualcosa per me? Dei sentimenti?».

         «Io…».

Quello che segue è solo un imbarazzante ed interminabile silenzio.

         «Non sono il tuo toy-boy che vieni, usi e scopi come ti pare. Credo che dovresti andare ora.».

Esci dal mio studio come se stessi per andare in battaglia. Passo veloce e deciso. Sei arrabbiata. Hai lo sguardo cupo. È stato un rischio rifiutarti. Una scommessa. Ma ti ho osservata e so come sei. Devo solo lasciare passare un po’ di tempo e tornerai.

Appena fuori scrivi alle tue amiche. Racconti di come ti ho stoppata.

C: Ma sul serio? Sei sicura che non sia gay?

S: Ha ricambiato il bacio. Non è gay. E’ innamorato. Un po’ lo si può capire eh.

R: SI può capire cosa?!?! Sto coglione!

C: Sofi, non c’è niente di male a farsi una scopata a cazzo ogni tanto eh!

S: Sì, ma deve essere lo stesso per entrambi. Ti piacerebbe se tu fossi innamorata, lui ti scopa e poi tanti saluti?

Per una volta Sofia è dalla mia parte.

S: E poi è un ragazzino. Sei sposata. Prova recuperare il tuo matrimonio, magari.

Mi sembrava strano.

Rachele, non te la prendere. Dovevo farlo. E ci sto soffrendo anche io.

Non rispondi più alle tue amiche, ma torni a casa.

Vedo dalle telecamere di sicurezza quello che fai. Sei furibonda. Ti sei versata un calice di vino che ti scoli alla goccia. Lo riempi di nuovo. Non reggi molto l’alcool. Sei chiaramente alticcia e la riprova ce l’ho quando torna tuo marito. Sei in vestaglia e indossi solo un paio di mutandine bianche. Lui entra e tu gli salti letteralmente addosso. Lo spingi sul letto e come una gatta in calore gli salti sopra. Lo baci. Lo spogli. Guidi le sue mani sul tuo corpo. Sul tuo culo e sul tuo seno generoso. Le vostre lingue son un groviglio umido. Le tue mani scendono e accarezza il suo pacco in fase di indurimento da sopra i pantaloni.

Ti sposti da sopra di lui.

         «Amore, ma che succe…».

Appoggi il tuo indice sulle sue labbra. Capisce che deve stare zitto. Ti togli le mutandine e gliele infili in bocca. Poi slacci la sua cintura e i suoi pantaloni. Li abbassi e liberi il cazzo di tuo marito. Si difende a misure. È duro e svetta davanti a te che sei alticcia e in un secondo lo prendi in bocca. Inizi a succhiarlo ad un ritmo forsennato. Alterni velocemente cappella e palle. Succhi con forza. Tanto che tuo marito è quasi al limite.

         «Non venire!».

Gli gridi.

Rachele, sei un fiume in piena. Ti impali sul suo membro. Le tua mani appoggiate al suo petto ansimante, le sue sui tuoi fianchi. Inizi a cavalcarlo con fosse un puledro imbizzarrito, ma quella fuori controllo sei tu. In poco tempo raggiungi l’orgasmo e anche tuo marito non può far altro che lasciarsi andare e riversare il suo piacere dentro di te.

Crolli al suo fianco sul letto. Lui con le tue mutandine ancora in bocca e il respiro ansimante.

         «Sei stato bravo, tesoro!».

Ma il tuo sguardo non è quello felice che hai di solito.

Il fatto è, Rachele, che non hai fatto l’amore con tuo marito. Lo hai usato. Lo hai usato come sfogo per la frustrazione di essere stata allontanata da me. E quello che provi è il dubbio. Ami davvero tuo marito o forse in fondo provi qualcosa per me? Sei confusa e, attendendo il tempo giusto, userò questa tua confusione per farti mia.

Nella raccolta:

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Scritto da:

Cosa dire di me? Sono uno scrittore amatoriale. Amo il genere dominazione, ma non disdegno tutto ciò che può essere interessante e coinvolgente. Se hai una storia da raccontare, ma non sai come farlo... scrivimi e troveremo un modo insieme! sono su Facebook come Canta Storie e alla mia mail Cantastoriedal28@gmail.com

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