Due scopate che sanno d’arrivederci

Introduzione:

E’ già quasi trascorso un mese dalla notte in cui si è introdotta nel bungalow, dal primo incontro con Giulio, dalle nuove consapevolezze sul marito e dal brutale sverginamento anale ad opera di Edo. Molto è cambiato dentro e fuori. Michela è finalmente determinata a vivere ogni secondo.

Michela prende dal bancone della reception il calendarietto aziendale, quello che la direzione del resort ogni anno commissiona e ogni anno a Natale regala a dipendenti e clienti storici insieme a un’agenda e a una raffinata penna biro; vi strappa con decisione la pagina di agosto prima di abbandonarsi a un dolce mare di ricordi. E’ già quasi trascorso un mese dalla notte in cui si è introdotta nel bungalow, dal primo incontro con Giulio, dalle nuove consapevolezze sul marito e dal brutale sverginamento anale ad opera di Edo. Molto è cambiato dentro e fuori. Intanto l’anticiclone africano ha lasciato il posto a giornate fresche dal clima autunnale. In hotel la metà delle stanze si è svuotata e l’altra metà ha le valigie alle porte. La direttrice ha la faccia più rilassata sia perché ha meno lavoro sul groppone sia perché non deve più mal celare sotto abiti austeri la propria sessualità. 

A proposito, dalle porte scorrevoli della hall entra il corriere. E’ un ragazzo alto, magro, biondino e ha una barba appena abbozzata; indossa una t-shirt azzurra, pantaloni lunghi bianchi dal cavallo basso e un cappellino grigio. Si chiama Matteo. Si avvicina alla donna e le chiede di seguirlo fino al furgoncino così da saldare il conto. Ogni giovedì Matteo consegna all’hotel per conto della ditta dello zio pacchi di tovaglie e posate usa e getta. La direttrice lo segue fuori dall’hotel. Pioviggina ma Michela non fa una piega, ogni suo passo potrebbe essere l’occasione per uno scatto destinato a una rivista di alta moda: indossa un maglioncino bianco, una minigonna di ecopelle marrone, calze nere e stivali alti. Naturalmente sa cosa sta per accadere. Il corriere ha parcheggiato in una traversa dove a quell’ora del mattino non passa nessuno. Appena vi arrivano, Matteo apre gli sportelli posteriori ed entrambi salgono prima di chiudere dietro di loro gli sportelli. C’è poca luce ma si vede chiaramente la bruna già distesa in mezzo a pacchi di tovaglie e con le gambe aperte. Il ragazzo non ha che da distendersi sopra di lei con i gomiti poggiati ai fianchi della testa della donna: si baciano, si strusciano un po’, Michela gli sbottona i pantaloni e accompagna il cazzo pulsante alle porte della sua fica. E’ qualche settimana che vanno avanti scopando ogni giovedì, è un peccato che presto dovranno darsi appuntamento chissà all’anno prossimo. Michela è troppo eccitata: stasera si vedrà con Giulio, Alfredo e Marta. Perciò la donna viene dopo pochissimo. Per Matteo è un invito a continuare con maggiore audacia, ultimamente fantastica sul farla venire così tante volte da lasciarla senza nemmeno la forza di rialzarsi. Diventerebbe così la sua troia ad uso gratuito, disponibile ogni volta vuole nel suo furgoncino. Le fantasie della direttrice non sono in realtà tanto diverse, solo che a lei non basta essere la troia di un uomo solo. Chiude gli occhi e immagina Giulio, Matteo, Alfredo e Edo possederla a turno. Avverte il solito pizzicore ai capezzoli e viene una seconda volta. Sopra di sé il corriere suda e in questo momento non ha un’espressione tanto diversa da quella di un cane intento nel medesimo atto. Solo un paio di volte la passione di Matteo è maldestra: tira fuori il pene per poter dare con il bacino una spinta più potente e allo stesso tempo giocare con il desiderio dell’amante ma non ritrova l’ingresso della vagina; allora Michela lo deve aiutare. Probabilmente a causa di ciò riesce però a durare più del solito. “Ti sfondo” gli sussurra lui all’orecchio. Sì” risponde lei ubriaca da un terzo orgasmo che sta montando ma che purtroppo non fa in tempo a raggiungere. I coglioni di Matteo si svuotano dentro di lei senza preavviso e subito dopo si stacca da lei. 

Michela decide di non pulirsi. La mantiene eccitata il pensiero che incontrerà Giulio e Alfredo, pronta ad accogliere il loro sperma, già piena del seme di un terzo uomo. Del resto, dal momento in cui ha cominciato ad usare la pillola anticoncezionale, tanto vale sfruttare al massimo i vantaggi. E’ tentata di scattarsi al bagno una foto mentre sgocciola su due dita la sborra, vuole inviare la foto al marito e a Giulio. Viene però interrotta da una telefonata.  

Ha gli occhi che le brillano quando finalmente può prendere congedo dall’hotel e incamminarsi verso il bungalow rosso. E’ scesa la sera e naturalmente la temperatura si è abbassata. Nonostante ciò, Michela non si è cambiata di abiti. Giulio, Alfredo e Marta la aspettano. Non vuole farli aspettare, non può aspettare. Si sfrega le braccia ma va bene così: tra poco il freddo non sarà più un problema. Fuori dal bungalow l’attende Giulio, si scambiano un fugace bacio sulle labbra. 

“Mio marito è arrivato?” 

“È dentro.” 

Dentro la sala delle riunioni ci sono Marta e Alfredo ma anche Camilla e Edo. Sì, perché i due figliastri di John Kean, dopo aver ricevuto la conferma dei loro sospetti sulla losca agenzia di videosorveglianza, hanno sorprendentemente inoltrato richiesta di assunzione. Il loro patrigno è stato costretto a far ritorno a New York senza di loro. Ad ogni modo, Michela non è sorpresa più di tanto di trovare il marito seduto su una sedia con i jeans abbassati fino alle caviglie mentre sprofonda la faccia tra le grandi tette di Marta; del suo pene si sta occupando Camilla che lo lavora con una lenta sega. Non è la prima volta che le due donne si avventino su Alfredo prima ancora che lei possa raggiungerli. “Te lo volevamo tenere in caldo” dice Camilla ma non riesce a mantenersi seria e scoppia a ridere. Michela sospetta che lo facciano per due motivi: esercitare il loro dominio sull’uomo e umiliare la stessa Michela. Sanno benissimo che Alfredo questione di un paio di minuti e sarà fuori gioco mentre la direttrice verrà scopata da tutti i cazzi che le saranno offerti tranne che dal suo maritino. Intanto Michela d’improvviso si vede qualcuno alle spalle abbracciarla. Non è Giulio che le sta di fianco, è Edo: ne riconosce l’alito puzzolente di erba e il pacco fuori scala che preme contro il fianco. La donna si volta, Edo la bacia. Il ragazzo indossa solo i boxer: non si può certo negare che abbia un bel fisico, dei muscoli scolpiti nel marmo da Michelangelo in persona. A questo punto è Giulio a cingerle i fianchi da dietro e accostarle le labbra al collo, la divora di baci e le lascia un succhiotto.  

Michela cambia nuovamente posizione volgendosi a Giulio. Il rosso, che finora era ancora vestito, inizia frettolosamente a spogliarsi. Edo comincia a spogliare la donna restando sempre dietro di lei: prima, le toglie il maglioncino e slaccia pur con qualche difficoltà il reggiseno; poi, via minigonna e mutandine. Nonostante sia nuda, ora la direttrice non soffre più il freddo. Arde il fuoco della passione che nasce in mezzo alle cosce ma fa presto ad impossessarsi di tutto il corpo. Quindi vuole ricambiare il favore, con la mano cerca e trova il pisello di Edo; inizia a segarlo. In effetti, il ragazzo messicano è una sorpresa, non sarebbe dovuto esserci stasera ma è contenta ci sia. S’affretta Giulio a ricongiungersi a loro. Ora, entrambi gli uomini le baciano il collo mentre lei cerca e trova anche il cazzo di Giulio. Geme la donna, si sente vulnerabile ma in un certo senso non è mai stata così sicura. Sa ciò che deve fare e cioè semplicemente lasciarsi andare al fuoco della passione. Dentro il bungalow rosso non esistono né peccato né rimorso.  

I due uomini accompagnano la direttrice al tavolo rettangolare, con il braccio Edo spinge via le pila di libri contabili. L’attenzione del trio viene per un attimo catturata da un grugnito, è Alfredo che, come da copione, viene nelle mani di Camilla. Per un attimo Michela pensa che le sarebbe piaciuto questa volta almeno vedere il marito prendere la colombiana per i capelli e fotterle la bocca. Però non si può scegliere la propria natura e la natura di Alfredo come quella della moglie è di essere sottomessi; non per costrizione o mancanza di volontà ma per vocazione. Infatti, Michela è già pronta a piegarsi di sua iniziativa sul tavolo al posto della pila di libri contabili. Viene fermata da Giulio. Evidentemente anche il rosso sogna di farle avere così tanti orgasmi da lasciarla esausta e con la fica dolorante: Giulio s’inginocchia, le prende il clitoride in bocca e succhia; Edo si avventa sui suoi seni e decide di tormentarle i capezzoli. Come da copione, la donna sembra scossa dagli spasmi e si abbandona a un violento orgasmo. 

Ora è il momento di sbatterla sulla scrivania. Questa volta è il ragazzo bruno il primo ad approfittare della situazione e rivendicare il primo giro nella fica. In realtà Michela avrebbe preferito concedersi prima a Giulio semplicemente per le dimensioni più modeste. Giulio prende invece posto dalla parte opposta della scrivania offrendo il cazzo per un pompino. La fica della direttrice è sensibilissima e non appena il nerboruto uccello la sfiora un brivido le percorre la schiena. Edo comincia a fotterla, come nel suo stile, rudemente; istintivamente la donna si regge all’asse di legno per non venire completamente sopraffatta, mentre ha la bocca piena di un secondo uccello. La scena, che dura per buoni cinque minuti, è così arrapante che nessuno dei presenti nella stanza può rimanere indifferente. Ad Alfredo vedere la moglie scopata a quel modo da due uomini ha fatto tornare il cazzo duro e Camilla si sditalina con le dita sporche di sperma; Marta si siede su Alfredo e struscia il clitoride contro il suo cazzo, masturbandosi in questa maniera.  

Intanto il trio cambia posizione: Giulio prende il posto di Edo. Si realizza ciò che Michela temeva: soffre un po’ la differenza di dimensioni. Per compensare la donna cerca di astrarsi e immaginare la scena in terza persona. E’ così eccitante! I suoi buchi stanno venendo usati da due uomini, uno dei quali in particolare non si fa scrupolo a degradarla e ora le sta scopando la gola. Michela viene ma il fuoco della passione non arde meno forte. 

”Voglio sentire la tua sborra calda dentro di me” esclama staccandosi per qualche istante dall’anaconda che le ha irritato tutta la gola. 

“Non oggi”, risponde Giulio dopo essersi scambiato con Edo uno sguardo complice. “Una sorpresa per te” conferma il messicano. Proprio Edo aiuta Michela ad alzarsi dalla scrivania. Il corpo è un po’ intorpidito, non ha più 20 anni. Sempre Edo le fa segno di inginocchiarsi. E’ troppo eccitata Michela per farsi domande o replicare. I due amanti le puntano i cazzi in faccia, se li menano un po’ e in men che non si dica riversano sul suo viso due schizzi a testa di caldo seme; Michela è costretta a chiudere gli occhi perché qualcosa l’ha colpita proprio nell’occhio. Può avvertire però il flash di una foto.  

“Così quando mangeremo castagne al caminetto ci ricorderemo di quest’estate” 

E’ la voce di Giulio e ha ragione. Tra una settimana dovranno salutarci. Mentre si rivestono Michela si consola ripetendo che la prossima estate sarà ancora più bella. Intanto però grazie a quella foto spera che le dedichino qualche sega. 

Note finali:

Eccoci arrivati all’ultimo capitolo di questo racconto. Se vi è piaciuto e ne volete ancora potrei pensare di dedicare qualche racconto oneshot a un personaggio che non ho avuto il tempo di approfondire. Fatemi sapere. Potete scrivermi a tivengo.inmente@gmail.com 

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Mi piacciono i racconti che si prendono il loro tempo per arrivare alle scene più coinvolgenti. Quindi ti chiedo pazienza e spero che la storia ti stuzzichi. Scrivimi all'email tivengo.inmente@gmail.com per commenti, domande o semplicemente un saluto. Buona lettura!

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