Due sorelle molto complici – Episodio 3

Introduzione:

Racconto di fantasia con personaggi (purtroppo) di fantasia

Non so perché feci la foto, forse ero ancora fuori di testa per l’eccitazione, ma so che una volta scattata supplicai Rosy di non inviarla e lei invece lo fece comunque; non c’è molto da dire, era la prima volta che mi trovavo coinvolta in una situazione del genere, fotografarmi le parti intime, mostrare la mia micetta (per altro fradicia) a uno sconosciuto – sia pure con una foto del tutto anonima che in nessun caso poteva ricondurre a me – mi lasciò sensazioni contrastanti dove la principale era l’umiliazione, la vergogna, eppure con mia grande delusione di me, la cosa mi eccitava da matti: non capivo se mi eccitava l’esibizionismo o se mi eccitava sentirmi umiliata come la protagonista del racconto, ma non potevo negare che anche se mi disprezzavo per questo, l’idea mi faceva venire voglia di infilarmi qualcosa in vagina, possibilmente enorme e di vomitare per il disgusto che mi facevo.

La risposta arrivò dopo un po’, e cominciava con i ringraziamenti “per la splendida immagine”, che ci assicurava che come tutte quelle che gli venivano inviate non sarebbe stata ne archiviata ne tantomeno divulgata, diceva che ogni singola immagine veniva cancellata dopo al massimo 24 ore in modo tale che non ne restasse alcuna traccia ne nel suo computer ne sul web, e questo mi tolse una parte dei crampi allo stomaco, anche se lasciandomi però intatta la voglia di masturbarmi follemente che avevo. La mia perversa sorellina invece parve quasi delusa, come se sperasse che la foto delle nostre vagine rimanesse a perenne eccitazione di AM. Proseguiva poi suggerendoci vari tipi di giocattoli sessuali che ci avrebbero a suo dire “migliorato molto l’esperienza” e suggerendoci alcune variazioni sul tema, per esempio di pizzicarci forte e torcerci i capezzoli mentre ci masturbavamo, cosa che mi lasciò perplessa. Risposi io stavolta, chiedendo come il dolore di un capezzolo pizzicato forte potesse aumentare il piacere, e quasi subito ebbi una risposta che parlava di endorfine che rilasciate per il piccolo dolore avrebbero aumentato la profondità dell’orgasmo. Raccomandava per i giochi anali di valutare l’acquisto di qualcosa di specifico, ma suggeriva intanto di passare dal pennarello colorato delle dimensioni di una classica penna che avevamo usato prima ad un pennarellone tipo “marker” con di quelli di diametro consistentemente superiore, che a suo dire sarebbe stato fonte di maggior stimolazione. Stavolta in allegato c’era l’anteprima della prima parte di un racconto che raccontava le avventure di una coppia di mezza età, Gisella e Matteo, anche questo ben scritto e anche questo intrigante, ma che Rosy chiuse dicendo che lo avremmo letto con calma nel dopo pranzo.

La mattinata finì di trascorre in questo modo, sospesa tra eccitazione e vergogna per quello che avevo fatto, mentre Rosy uscì per alcune commissioni; preparai svogliatamente qualcosa da mangiare per entrambe, rendendomi conto che comunque rimanevo in slip mentre di norma mi sarei messa almeno qualcosa sopra. Quando Rosy tornò, trovò la tavola apparecchiata per due e me in intimo, ma non fece commenti. Passò dal bagno a lavarsi le mani e tornò a tavola anche lei in slip. “Fa caldo, siamo in lockdown e siamo sole a casa” con un bel sorriso, solo che mentre io avevo la maglietta lei era in slip e basta, un tanga nero e velatissimo, e con quella seconda di seno al vento stava pure benissimo accidenti a lei. Mangiai distratta dal seno di mia sorella, mentre i miei capezzoli tiravano sotto al cotone sottile della maglietta bianca che li copriva come se volessero bucarla, e quella piccola bastarda di Rosy non mancò di farmelo notare ridacchiando. Finito di mangiare ci rimettemmo davanti allo schermo e riaprimmo la mail di Alpha Master. Prima del racconto allegato c’era una ultima richiesta, e diceva che se avesse avuto ragione sui capezzoli pizzicati e sulla stimolazione con i pennarelli marker gli avremmo dovuto mandare una foto dei nostri culetti con il pennarello dentro per dimostrargli che avevamo apprezzato.

Il racconto scorreva bene, era la storia di una coppia arrivata alla mezza età che per ritrovare l’eccitazione sessuale persa chattava con AM: ben scritto e intrigante e anche se alla nostra età i problemi della coppia erano un po’ fuori dalla nostra esperienza comunque scorreva bene, ma la sorpresa non stava nel racconto ma nella pochette di mia sorella, che dopo le prime righe tirò fuori gli acquisti della mattina consistenti in un flacone di gel lubrificante e stimolante della Durex e in due grossi, enormi pennarelli! Stronzetta, aveva preso quello che AM aveva suggerito, un pennarello nero e uno rosso con un diametro di quasi due centimetri, molto più di quelli che avevamo usato e non mi pareva proprio il caso di infilarmi quel grosso cilindro di plastica su per il culo.

“Cosa vuoi, il rosso o il nero” mi chiese con un sorriso e un occhiolino che mi fece capire che lei era ben decisa. “Non ci infileremo quei pennarelli dietro, Rosy!” esclamai, ma non la fermai minimamente, mi porse il rosso, prese il nero, lo lubrificò con il gel e se ne mise un po’ anche nella fessura tra le natiche e guardandomi fissa negli occhi alzò una gamba appoggiandola sulla sedia e con un movimento lento e terribilmente erotico se lo fece entrare nel canale posteriore mugolando di piacere mentre lo faceva. “Devi, DEVI provare… è fantastico!” disse con voce rotta; finsi di provare a infilarmelo senza neanche stare a sporcarmi con il lubrificante, e dissi “non entra, mi fa male, è grande…” cercando di tagliare li il discorso, ma ottenni solo che Rosa tenendo il suo pennarello con la sinistra appoggiasse la gamba a terra e mi dicesse “Ti aiuto io!”. Per non finire a farmi infilare roba nel culo da quella smorfiosa (lo avrebbe fatto davvero!) lo feci da sola come aveva fatto lei, e dopo provai a mentire, dicendo quasi ansimando “non mi piace per niente”, ma la sorellina rimirando i miei capezzoli eretti e la mia micia che si stava inumidendo mi disse semplicemente che ero una bugiarda, e continuammo a leggere e masturbarci, e con lo scorrere del racconto gli orgasmi si sono succeduti, mi odiavo, odiavo ammetterlo ma era davvero un piacere che non avevo mai provato: il marker non era come il piccolo pennarello che praticamente non si sentiva e si limitava a stimolare la mia fighetta, lui si sentiva eccome, prendeva spazio in modo prepotente nel mio sfintere e aumentava il piacere elevandolo all’ennesima potenza. Non ricordo neanche tutto, a fine racconto ero esausta per le scosse orgasmiche che mi avevano attraversato, e a occhi semichiusi vidi un flash: mi girai, Rosy con una mano teneva il pennarello e con l’altra il telefono e mi aveva fotografato il culo mentre china in avanti ero appoggiata alla scrivania con l’avambraccio. Non valeva neanche la pena di provarci, la avrebbe mandata, e tanto valeva che io fotografassi il suo. Mi feci porgere il telefono, e feci a mia sorella lo scatto più porno possibile, evidenziando l’anello di muscoli dilatato dall’intruso di plastica e inquadrando anche la sua figa sotto, così forse si sarebbe vergognata a sufficienza da non mandarle.

Note finali:

Non ho problemi a parlare con chiunque (open minded) di Dominazione/sottomissione, anche per spiegare cose che non fossero facili da comprendere dall'esterno

Nella raccolta:

Due sorelle molto complici: la storia di Bianca e Rosa, che si avventurano gradualmente nel mondo della dominazione, dell'autoerotismo e... chissà.

Scritto da:

Sono un maschio etero, dominante. Amo intrattenere rapporti con donne sottomesse tramite email o Telegram.

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