Elena: la mia piccola lolita

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Stile: Fanfiction

Nel palazzo dove abitavo prima di cambiare città eravamo in pochi, io avevo appena compiuto trent’anni mentre gli altri condomini potevano tranquillamente essere i miei genitori. Ricordo che la casa era abbastanza nuova ma, visti i prezzi d’acquisto e di affitto del periodo, molti appartamenti erano vuoti. All’ultimo piano c’era un solo residente: io. 

Il lavoro e la rottura con la mia ragazza dell’epoca mi avevano portato in quella nuova città. Ero deluso e arrabbiato per come era finita la mia storia con Maria, così mi sono dedicato completamente al lavoro.

Non uscivo con nessuno, non ero riuscito a creare nuove amicizie; trascorrevo le mie poche giornate libere e le mie serate a guardare film e leggere libri.

Le settimane si susseguivano tutte nella solita monotonia, nessuna eccitazione, nessun evento, nessuna emozione. Questo era vero finché non è arrivata lei: Elena.

Aveva un viso sbarazzino adornato da capelli mori e mossi, un sorriso ammaliante, occhi giocosi del colore delle foglie d’autunno, nasino a patata sottile e stretto. La sua carnagione olivastra esaltava la sua pelle liscia e lucida.

Nelle settimane successive al suo arrivo, io e Elena abbiamo cominciato a conoscerci. Eravamo entrambi soli in una nuova città e, in breve tempo, siamo diventati amici. Non nego che già dal primo momento avrei voluto che tra me e lei nascesse qualcosa, ma Elena era riuscita anche a farsi un giro di amici all’interno della città grazie al suo carattere solare e spigliato.

Elena, nel giro di qualche mese, aveva trovato un fidanzato. Un tizio che lavorava nella sua stessa azienda e, da quel che mi aveva detto, era il suo superiore. Le avevo detto che, se pur puro caso avessero rotto, sarebbero stati grossi guai. Purtroppo per Elena, mi sono rivelato un moderno Nostradamus. La sua relazione con il superiore non era durata neppure un mese e, quel gran bastardo, per tutta risposta aveva deciso di licenziare Elena.

Da bravo amico ho sostenuto Elena in ogni modo possibile, le ho cercato lavori, l’ho supportata e le ho asciugato le lacrime per tutta quella situazione che, di giorno in giorno, si faceva sempre più difficile.

Qualche giorno più tardi, Elena mi ha detto che ha trovato una soluzione al suo problema lavorativo perché ha trovato un nuovo impiego e, intanto, stava avviando una sorta di attività, ma non era entrata nel dettaglio.

Io, durante il periodo no di Elena, ero riuscito a sbloccarmi un po’ e avevo trovato finalmente delle persone che condividevano le mie passioni e, tra questi, c’era anche una ragazza splendida. In breve tempo, io e quella ragazza, abbiamo cominciato a vederci sempre più spesso fino a fidanzarci.

Passavo tutte le notti a casa di lei e questo non mi ha permesso di accorgermi di quale fosse l’attività che Elena aveva intrapreso…

Dopo qualche mese, anche la mia storia aveva raggiunto la sua fine, così non avevo altra soluzione se non quella di tornare a casa. Elena, con la quale eravamo rimasti vicini, si è prodigata a ridarmi una sorta di stabilità emotiva. In uno dei momenti più bui di quelle settimane, ho rivelato a Elena di come, quando l’ho vista la prima volta, ho pensato a quanto sarebbe stato bello fare del gran sesso con lei.

Ricordo che lei aveva riso, ma non era stato per deridermi o per imbarazzo. Rideva di gusto perché non credeva che io potessi mai fare al caso suo. Io così maturo che sembravo quasi suo padre.

Quello scambio aveva cambiato qualcosa in entrambi, ora lei mi vedeva come una figura paterna, al più come un fratello, mentre io ho iniziato a vederla come la bambina che in realtà era. Solo in futuro avrei capito quanto mi stessi sbagliando…

Nelle settimane successive ho visto diversi ragazzi andare e venire nell’appartamento di Elena, credevo stesse facendo qualche ammodernamento, ma lei mi ha spiegato che andavano lì per la sua attività di aiutante scolastico. Credevo ci fosse sotto qualcosa di strano, che quella dell’aiutante scolastico fosse una gran bugia, ma non volevo litigare con Elena per nulla.

Una sera, stranamente, ero a casa quando ho iniziato a sentire dei forti gemiti da Elena. Diamine qualcuno ci stava dando davvero dentro con lei, la mia invidia e la mia gelosia sono aumentate a dismisura. Desideravo avere Elena nel mio letto, possederla, farla mia completamente.

Mi sono messo, come un idiota, a guardare dal mio spioncino per vedere di il viso di colui o colei che stava dando tanto piacere alla mia piccola Elena, ma purtroppo, o per fortuna, non ho visto uscire nessuno dal suo appartamento.

La sera successiva si è ripetuta la stessa identica scena di quella precedente. Così per alcuni giorni, finché ho smesso di chiedermi chi stesse facendo gemere di piacere Elena e ho cominciato a indugiare io stesso nel piacere di Elena. Mi masturbavo sui suoi mugolii di piacere, adoravo sentirla, mi eccitava da morire. Credo anche che una sera mi abbia sentito mentre venivo con forza perché, il giorno dopo, Elena aveva cominciato a guardarmi in maniera diversa, come se avesse intuito cosa avessi fatto la scorsa notte.

Elena ha iniziato a giocare con me, mi istigava ogni volta che poteva. Faceva cadere una spallina del top o si abbassava apposta per farmi guardare le sue gambe lisce e perfette. Si divertiva a guardare le mie reazioni, specialmente quelle del basso ventre.

Lei era il gatto, io il topo.

Ormai ero completamente preso da lei, ma non ero così stupido da provare a fare qualche strana mossa e rovinare la nostra amicizia. Era un modo strano di flirtare, a Elena piaceva parecchio stuzzicarmi così. Io, invece, trovavo la situazione esasperante, stavo cominciando a non capirci più nulla.

Una sera ero solo a casa e desideravo masturbarmi, ma ero diventato talmente assuefatto dai gemiti di Elena che non riuscivo più a venire. Ho deciso di affidare la mia sborrata del sabato a internet, nello specifico a un sito di cam online.

Cercavo la ragazza giusta per quella serata, una che magari ricordasse Elena, finché non mi è comparso il suo volto coperto adornato del suo sorriso malizioso.

Mi sono iscritto subito al sito e al canale di Elena che permetteva di vedere le dirette passate a un costo irrisorio. Ho guardato un paio delle vecchie live di Elena e ho notato come le piacesse che fossero gli altri a comandare il giocattolino nella sua fichetta.

Dopo quella scoperta, non mi sono più perso una singola diretta di Elena. La guardavo sempre e con mia crescente sorpresa, vedevo anche cosa le piaceva sessualmente. L’anale era la cosa che preferiva di più in assoluto, la voglia di farla mia era tornate in maniera ben più cattiva e risoluta di prima.

Nella mia mente si stava formando un piano…

Il nostro flirtare continuava, Elena si stava spingendo sempre più in là nel gioco, quando una mattina si è piegata per prendere le chiavi nella borsa. Non stava indossando alcun intimo, ma aveva inserito nel suo culo un bel plug diamantato. Ricordo come in quel momento avrei voluto farla mia e farle sentire quanto era duro il mio cazzo per lei, ma la ragione si è messa in mezzo a fermare i miei istinti bestiali e lussuriosi.

Quella sera ho deciso di prenotare una cam singola con Elena, così da poterle far fare ciò che volevo. La guardavo godere come non mai, la sua figa stretta e rasata allargata da un dildo mentre aveva un ovetto vibrante che io comandavo già dentro. Vedevo come bagnava la sedia. Veniva costantemente, senza sosta, specialmente quando le ho detto di scoparsi il culo col suo dildo.

A quel punto, le ho fatto una proposta: per gli stessi soldi che le stavo dando ora, Elena avrebbe mantenuto l’ovetto nella sua figa e il controllo della sua vibrazione l’avrei avuto io per tutta la giornata. Lei ha subito accettato, sorridendo maliziosamente quasi come avesse capito che ero io.

Il giorno successivo, io e Elena ci siamo incontrati nel corridoio del palazzo. Io non ho perso occasione per provare l’ovetto e capire se davvero lo avesse. L’ho attivato durante la nostra conversazione e, quando l’ho fatto, Elena ha squittito come un topolino. Si è piegata a cercare le chiavi, questa volta indossava le mutande che lasciavano intravedere il filo rosso dell’ovetto vibrante posizionato nella sua figa stretta e vogliosa.

Per tutto il giorno mi sono divertito a azionare l’ovetto, lo facevo a intervalli regolari sempre più bravi. Immaginavo il viso di Elena trepidante dall’emozione, vedevo davanti ai miei occhi la sua figa inondare le sue mutande più e più volte nella giornata.

Quella sera Elena non è andata in diretta, forse aveva già goduto abbastanza durante tutta la giornata.

Il giorno successivo non ci siamo incrociati al mattino come nostro solito perché ero in ritardo pazzesco per una riunione importantissima. Avevamo portato a termine il progetto e avremmo dovuto solo assistere che tutto funzionasse correttamente per il prossimo mese. Questo significava che di lì a poco non avrei più visto Elena. La giornata è andata per le lunghe e sono tornato a casa intorno alle 23:00.

Stavo percorrendo il corridoio quando ho iniziato a sentire i gemiti di Elena, oggi era davvero in forma. La porta di Elena era socchiusa, l’ho aperta piano come farebbe un ladro e ho seguito i suoi gemiti sempre più forti.

Lei era in camera sua, ululava il mio nome, voleva che il suo “papino” la prendesse per bene.

Elena era sul letto, stava a quattro zampe, un plug nel culo e le dita che davano piacere alla sua fichetta rasata. Mi mostrava il suo piccolo sedere tondo e tonico, stava muovendo il suo corpo in modo ipnotico. Mi chiamava a lei, in maniera irresistibile.

Mi sono messo dietro di lei e ho cominciato a leccarle la figa con crescente gusto e intensità, il suo piacere sgorgava dalle sue porte del paradiso. Era come rugiada fresca che colava sulle sue gambe e dalle mie labbra.

“Ora papino ti fa godere, piccola troietta” – le ho detto mettendomi sul letto e penetrandola col mio cazzo duro e largo. Elena ha mugolato di piacere. Intenso, prorompente e leggermente violento.

Le ho preso le corte braccia e le ho tirate verso di me, così che la schiena le si incurvasse e sentisse il mio membro in luoghi mai esplorati dalle sue dita.

Gemiti, mugolii e urla ansanti riempivano il silenzio dell’intero piano.

Non c’era fine a quella passione lussuriosa.

Elena è crollata quando è venuta per l’ennesima volta, le gambe le tremavano, ma aveva una voglia insaziabile e lo comunicava con gli occhi. Si è girata e mi ha preso il sesso in bocca. Ha cominciato a leccarmi tutta la cappella con dovizia, non si perdeva un singolo millimetro del mio cazzo. Ha assaporato il suo piacere dal mio cazzo con gioia, era talmente felice che aveva iniziato a toccarsi nuovamente la figa. Io, intanto, giocavo con il suo piccolo seno a pera e i suoi capezzoli duri. La sua pelle luccicava del suo stesso piacere e del suo sudore.

Era splendida e, finalmente, era mia.

Ho lasciato che Elena mi cavalcasse, il suo culo tondo e perfetto rivolto verso di me. Il suo movimento era ipnotico, indimenticabile. Elena ha aumentato il ritmo del suo rodeo in maniera costante, il suo culo continuava a ondeggiare di fronte al mio viso impaziente di essere sfondato.

Senza dirle nulla, le ho tolto il plug dal culo tutto d’un colpo; sono uscito dalla sua figa e ho lasciato che Elena montasse il mio cazzo col suo altro buco.

Elena gemeva e urlava di dolore e piacere mentre il mio membro entrava nel suo antro. Sentivo il suo canale allargarsi a ogni movimenti verso il basso di Elena, ma poi non ho resistito. L’ho attirata a me e con un colpo unico e potente sono entrato dentro il suo culo fino alle palle. 

“Ti prego sfondami! SFONDAMI! APRIMI IL CULO!” – urlava Elena e io ero ben felice di darle tutto me stesso in quella notte di lussuria sfrenata che, fino a qualche tempo fa, non credevo possibile.

L’ho sdraiata di lato e ho continuato a pompare tutto me stesso nel suo culo stretto, sempre più forte e veloce. Lei ha allargato per bene le gambe, così che potesse sentire tutto il mio membro, ma sapevo che voleva di più. Le ho messo tre dita nella figa calda e bagnata, un lago di piacere è esploso sul suo letto. Ho mosso l’altra mano e l’ho stretta attorno al suo collo.

Nuovi gemiti di piacere e dolore hanno riempito la stanza già colma dei nostri odori e dei nostri piaceri.

Elena è venuta di nuovo, il mio cazzo era pronto a esplodere. Pulsava allargando il suo culo sodo, sapevo che lei non era un amante delle sborrate interne. Ho tolto a fatica il mio cazzo dal suo antro, l’ho portato sul suo splendido viso e sono esploso vigorosamente sul suo volto.

Il mio seme colava dalle sue guance e sul suo seno, Elena sorrideva colma di piacere infinito. Sono crollato sul suo letto, sfinito da quella nottata di passionale lussuria. Solo in quel momento mi sono accorto dello specchio nella camera di Elena, lei si era presentata così apposta per me, aveva visto ogni mio singolo movimento all’interno della sua casa.

Il giorno seguente Elena è sparita dalla mia vita, ha cambiato città e numero di telefono diventando per me irraggiungibile se non attraverso il ricordo e le sue dirette sul sito di cam.

Scritto da:

Mi diverto a scrivere racconti erotici di fantasia. Generalmente, le figure femminili che utilizzo prendono spunto da delle creator. Mi trovate anche su X: @tease_rex

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