Fidanzatini disinibiti

Eccoci qua per la terza puntata della nostra intervista con Laura e Giuseppe. Nelle puntate precedenti vi siete presentati e avete raccontato la prima volta in cui avete avuto un rapporto a tre, coinvolgendo un amico. Vorrei approfondire con voi come si è evoluto il vostro rapporto.

Siamo rimasti agli anni dell’università, medicina per entrambi. Come è proseguita la vostra storia?

G: Abbiamo capito di essere decisamente fatti l’uno per l’altra. Avevamo gli stessi interessi e soprattutto gusti sessuali. Il mio esibizionismo si sposava benissimo con la sua dipendenza dal sesso.

Parliamo proprio di questo. Esibizionismo e dipendenza. Parti tu Giuseppe.

G: Si, fin da ragazzo ho sempre cercato di mostrarmi nudo o di farmi vedere a masturbarmi.

Davanti a ragazze o anche ragazzi?

G: No, no. L’esibizione per me è senza sesso. Mi spiego meglio. L’importante è mostrarmi. Andavo spesso al parco a masturbarmi all’aperto. Al mare poi mi cambiavo in spiaggia senza problemi. A volte anche al cinema, non quello porno, quello normale, lo tiravo fuori nel buio sperando che qualcuno lo vedesse.

A rischio di denuncia. Ti piace il brivido. Laura, tu invece hai una dipendenza dal sesso, giusto?

L: Sì, credo dipenda dalla prima volta, quando ho perso la verginità. Non molto esperta. Ero al mare dove i miei avevano una casa di vacanza. Durante tutta l’estate un bagnino mi aveva stuzzicato. Lui era grande, pensa che era già sposato con due bimbi. Una sera mi ha baciata e portata in una cabina vuota. Ricordo che me lo mise in mano e mi spinse giù, obbligandomi a inginocchiarmi.

Avevo già praticato sesso orale ad alcuni ragazzi a scuola, ma questo era diverso. Ricordo che mi sembrò un pene enorme, spropositato. Se ci ripenso ora mi sembra che sia ancor oggi il più grosso mai visto. Evidentemente ho una visione distorta dal fatto che fosse la prima volta e l’emotività del momento gioca una gran parte nella distorsione. Ma lo trovai così bello, grosso, nodoso. Quell’uomo più grande, un adulto per me, che me lo passava sotto al naso continuamente facendomi assaporare quell’odore così intenso di maschio sudato. Mi disse “bagnalo bene con la saliva”. Poi lo avvicinò alla mia vagina. Lo strofinò un po’ per farmi eccitare. Entrò un po’ a fatica. Mi ricordo che mi aggrappai al suo torace. Sentii molto male perché era davvero grosso ma non si fermò. Provavo piacere ma anche vergogna. Venne per terra, stringendolo tra le mani. Uscendo dalla cabina ero piena di sensi di colpa, imbarazzata al punto che non riuscivo a guardarlo in faccia. Trovammo alcuni suoi amici, adulti anche loro, che iniziarono a ironizzare. Ero paralizzata. Due giorni dopo uno di questi mi portò anche lui in cabina. Da lì non smisi più di voler far sesso con altri uomini. Forse per non sentirmi così in imbarazzo come quella sera, volevo dimostrarmi all’altezza. E finii per esserlo.

Ti sei data una spiegazione interessante. E tu Giuseppe ti dai spiegazioni per il tuo esibizionismo?

G: Forse, sì. Da ragazzo andavo a fumare di nascosto in una parte della cantina. I miei avevano una grande villa dove al piano seminterrato c’era il laboratorio dell’azienda di mio padre. Confinante con il locale caldaia c’era una specie di piccolo vano (all’epoca non c’erano grandi normative sulla sicurezza) dove gli operai di mio padre avevano gli armadietti. Un giorno ero nel locale caldaia a fumare sotto la piccola finestrella, per non far sentire l’odore di sigarette in casa. Sento del rumore e guardo attraverso la grata che separava quel locale dal vano spogliatoi. E vedo mia madre con un operaio. La scopava pesantemente contro la parete. Da allora andai tutti i giorni e scoprii che mia madre si faceva sbattere dall’operaio con costanza. Mi eccitava molto e forse ha fatto scattare in me la voglia di essere scoperto.

Ti sei scelto una moglie molto simile a tua madre. Le corna sono di famiglia.

G: Non mi sento di smentire.

Torniamo a voi. Credo che qui tutti vogliano sapere poi come vi siete fidanzati. C’è una storia piccante dietro?

L: Ci siamo innamorati. Abbiamo fatto tante belle vacanze da fidanzati. Mare, montagna. Tante gite. Poi facevamo sesso, tanto sesso. Non necessariamente con altri, eravamo abbastanza contenuti all’inizio. Coinvolgevamo amici in comune, anche il fratello più piccolo di Giuseppe. Perse la verginità con me, sono stata la sua prima volta.

Quando ti ha fatto la proposta?

G: Poi durante una vacanza in tenda all’Elba abbiamo iniziato a coinvolgere sconosciuti. Un gruppo di tedeschi. Fu una sessione meravigliosa. Entravano ragazzi in tenda che non avevamo mai visto. E scopavano Laura senza remore.

L: Un’estate memorabile. Scoprii il piacere del sesso con perfetti sconosciuti. Fu una svolta. Io capii che non potevo farne a meno, darmi totalmente a un ragazzo o a uomini mai visti prima. E, vedendo che a Giuseppe piaceva, capimmo che non potevamo fare a meno di noi. Del nostro rapporto.

E così avete deciso di sposarvi? Come le hai fatto la proposta?

G: Sì. Stavamo facendo sesso all’aperto. In un parcheggio, al ritorno da una cena in un ristorante in campagna. Sentimmo l’urgenza di fare l’amore. Scendemmo dalla macchina. Ricordo che dopo un paio di colpi glielo misi dietro. La stavo montando analmente, appoggiata all’auto. Si avvicina un signore. Lo tira fuori e inizia a farsi una sega. Avrà avuto una cinquantina di anni. Senza chiedere nulla a Laura gli dissi “avvicinati pure, toccala”. A lui non sembrava vero. “Di solito scappano tutti o mi minacciano di chiamare la polizia. Voi siete diversi”. Era un signore che si appostava spesso lì negli alberi. Avevamo casualmente trovato un parcheggio dove molti facevano sesso, o almeno così ci disse lui. Mentre la inculavo, lui la toccava. Era delicato. Le sfiorava piano i seni, eccitatissimo. Tremava. Quando le sfiorò il pube schizzò addosso a Laura senza nemmeno toccarselo. Gli dissi di restare a guardare. In poco tempo era di nuovo duro. Gli cedetti il posto e iniziò a penetrare Laura analmente.

Laura ricordi?

L: Si, molto bene. Sentivo dentro il pene di questo signore. Che mi strinse da dietro. Ricordo che mi fece tenerezza. Mi iniziò a masturbare con una mano mentre mi penetrava nel sedere. Era anche bravo, sai. Poco dopo lo sentii bloccarsi. Temevo quasi avesse un infarto. Poi sentii che mi era venuto dentro. Se ne andò felice.

G: Le dissi “ti sei fatta riempire di sperma… da un perfetto sconosciuto. Sei la donna della mia vita. Mi sposi?”

E così Laura ha accettato.

L: Esatto.

Una proposta alquanto unica. Immagino solo cosa potrebbe essere successo al matrimonio. Ce lo racconterete sicuramente nella prossima intervista.

Scritto da:

Cosa dire di me? Sono uno scrittore amatoriale. Amo il genere dominazione, ma non disdegno tutto ciò che può essere interessante e coinvolgente. Se hai una storia da raccontare, ma non sai come farlo... scrivimi e troveremo un modo insieme! sono su Facebook come Canta Storie e alla mia mail Cantastoriedal28@gmail.com

Un commento

  1. linda
    20/06/2022
    01:53

    Cavoli che contesto per una tale proposta ! Stimolanti e senza pelli sulla lingua , le risposte

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