Giulia, l’infermiera pantera

Categorie: Etero, Trio
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Avevo 19 anni quando ho perso la verginità, ovviamente è durato poco, esattamente come quella relazione. Dopo quella prima volta io e la mia ragazza dell’epoca l’abbiamo fatto altre volte, ma il nostro rapporto ha iniziato a disfarsi quando il mio membro si è “rotto” durante un rapporto. Ricordo il dolore, la corsa in ospedale e lei che continuava a scusarsi fino a scoppiare in lacrime e dirmi, nel momento peggiore della mia vita, che mi aveva tradito.

Quel momento buio e di sconforto si è poi trasformato in una delle esperienze più incredibili della mia vita.

Ero in ospedale, in cerca di qualcosa da fare perché, per me, era ancora troppo presto per dormire, ho deciso di spostarmi nella sala comune del reparto così da poter guardare qualcosa in tv o leggere un libro. Volevo evadere, non solo da quel luogo, ma anche dalla mia stessa mente che continuava a cercare di capire cosa avessi fatto di sbagliato per essere tradito. Ho iniziato a singhiozzare mentre alcune lacrime cadevano sul mio viso.

Ho sentito la porta aprirsi, un’infermiera è entrata dentro con passo deciso per vedere cosa stava accadendo. Mi ha chiesto subito cosa non andasse e dopo una brevissima spiegazione dell’accaduto, mi ha tranquillizzato con la sua voce calma e dolce.

“Tranquillo, piccolo. Lei non ha ancora capito cosa ha perso, vedrai che tornerà e tu dovrai essere talmente forte da mandarla via. Vieni qui, fatti dare un abbraccio e lascia che ti asciughi le lacrime.”

Il suo abbraccio era caldo, gentile, materno. Mi ha baciato la guancia, mi ha asciugato il viso bagnato dalle lacrime con quei fazzoletti sempre presenti in quelle sale e, infine, ha sciolto l’abbraccio e mi ha sorriso. Ora che la mia vista non era più appannata, potevo associare un volto a quella voce dolce e a quell’abbraccio caldo.

Capelli corti e biondi, una capigliatura da leonessa, incorniciavano un volto tondo adornato dal sorriso splendente e gentile, il piccolo naso alla francese e due splendidi occhi verdi colmi di dolcezza, ma che nascondevano qualcos’altro.

“Grazie, infermiera.”

“Chiamami Giulia, per favore. Raccontami la tua storia e come hai fatto a finire qui.”

Le ho raccontato la mia storia e, quando sono arrivato al motivo per cui ero in ospedale, ero incredibilmente imbarazzato. Non solo per via dell’incidente in sé, ma perché Giulia era davvero confortante e bella. Riuscivo a intravedere la forma del suo seno sotto il camice. Tondo, sodo, della misura giusta che piaceva a me.

Lei mi ha ascoltato tutto il tempo necessario, arrivati al motivo del mio ricovero ha notato il mio imbarazzo. Mi ha invitato a proseguire, ma avevo delle serie difficoltà, così ho pensato fosse meno imbarazzante mostrarle il problema.

Le ho mostrato il mio sesso “rotto”, Giulia non si è imbarazzata per la visione del mio pene, quel tipo di problema sicuramente le era già capitato di incontrarlo, ma è rimasta stupida dalla forma e dalla larghezza del mio membro. Lei mi ha guardato con i suoi occhi dolci, ma questa volta avevo capito cosa si nascondeva dietro a quel bagliore: lussuria e istinto predatorio.

“Ho capito qual è il problema. Ora puoi metterlo via, Matteo. È tempo che tu torni in stanza.”

“Come fai a sapere il mio nome?”

“Semplice, l’ho letto sulla tua cartella quando ti hanno portato qui.”

“Ah. Stupido io a non averci pensato”

“Già…”

Giulia mi ha preso sottobraccio, la sua pelle calda sfiorava la mia, e mi ha riportato al mio letto. Solo ora mi rendevo conto della sua pelle abbronzata e splendidamente liscia. La passeggiata dalla sala al corridoio era breve, ma in quel tempo ho potuto sfiorare il seno di Giulia. Era esattamente come l’avevo immaginato: tondo e sodo.

Purtroppo non potevo assolutamente dare sfogo ai miei istinti primordiali, inoltre, nonostante il contatto fisico con quella bellezza, il mio membro non ne voleva sapere di indurirsi.

Il giorno successivo, sono stato operato. Mi hanno sistemato l’uretra rotta e, una volta terminata l’anestesia, il chirurgo mi ha detto che ci saremmo rivisti tra un mese per una visita di controllo e che, fino a quella data, non avrei dovuto in alcun modo eiaculare perché la pressione avrebbe potuto spaccare nuovamente tutto.

Giulia era stranamente presente mentre il chirurgo mi diceva queste cose, ma non avevo ancora idea del perché, inoltre, non riuscivo a decifrare il suo volto perché ancora intontito. Io e lei ci siamo salutati calorosamente, dandoci appuntamento a tra un mese.

Quel mese è stato il più duro di tutta la mia vita, impossibilitato a dare sfogo ai miei istinti sessuali che, spesso, erano spinti dalla visione di Giulia. L’infermiera, tra l’altro, l’ho anche rivista durante quel mese in alcuni pub della zona. In quelle occasioni abbiamo sempre parlato di come andasse il mio trattamento e, in quei brevi momenti, vedevo la sua dolcezza, ma anche la sua malizia. Una volta in particolare, mi è sembrato che lei stesse solo aspettando la data della visita per poi saltarmi addosso come una belva.

Finalmente è giunto il momento della visita, mi sono recato in ospedale con la speranza che tutto fosse perfetto e che potessi tornare a sborrare, in fondo avevo fatto esattamente tutto ciò che mi era stato detto con grande attenzione.

Mi sono recato al piano e ho aspettato fuori dallo studio, nell’attesa cercavo con gli occhi Giulia, ma pareva che lei non stesse lavorando quel giorno.

Giunto il mio turno, sono entrato nel grande studio del medico. Giorgio, questo il suo nome, mi ha visitato per bene e mi ha detto che ora era tutto a posto. Stavo per andarmene, quando lui mi ha fermato.

“Aspetta, Matteo. A livello teorico funziona tutto, ma è giusto che vediamo anche nella pratica… Giulia, vieni.”

L’infermeria è uscita dal bagno dello studio con indosso un’uniforme da infermiera sexy, autoreggenti bianche e scarpe col tacco. Quella visione incredibilmente porno, unita al suo sguardo predatorio e malizioso, ha scatenato subito una reazione. Il mio membro si è indurito nei pantaloni, ma avevo come la sensazione che le sorprese non fossero finite. Quanto avevo ragione…

“Giulia, vieni qui dal tuo uomo. Appoggiati alla scrivania, il tuo viso rivolto verso Matteo. Ora, comincia a raccontarmi tutte le tue disavventure degli ultimi due mesi. Matteo, tu sentiti libero di fare quello che meglio credi.” – ha detto Giorgio.

Ero stupito dal fatto che loro avessero quel rapporto, soprattutto perché nessuno di loro portava alcun tipo di oggetto che potesse far capire che loro due avessero un legame.

“Tre sere fa, ho conosciuto un ragazzo in discoteca. Era davvero carino, quando si è appoggiato a me, ho sentito quanto fosse duro il suo cazzo e non ho saputo resistere. Me lo sono portato in bagno per fargli il pompino migliore della sua vita. Ho succhiato con gusto il suo cazzo duro, l’ho messo spalle al muro mentre lo prendevo tutto in bocca. Quando è esploso, ho ingoiato tutto da brava.”

Slap! Il rumore di uno schiaffo sul sedere ora scoperto di Giulia, il suo viso godeva di quel dolore.

La panterona ha continuato con i suoi racconti di pompini e leccate mentre il medico continuava a schiaffeggiare il suo culo.

Non potevo più resistere. Ho tirato fuori il mio membro duro e ho iniziato a masturbarmi sulle storie di Giulia.

Gli occhi della pantera si sono illuminati, aveva finalmente la sua preda a portata. Il suo sguardo ardeva di trepidazione e lussuria. Voleva davvero il mio sesso.

“AAAAHHH! Due settimane fa, invece, ero al centro commerciale e ho notato lo sguardo voglioso del commesso del negozio di vestiti. Me lo sono portato in camerino e mi sono fatta scopare a pecora da lui. Quanto ho goduto quella volta! Il brivido di essere scoperti rendeva tutto ancora più eccitante!”

La sola visione di Giulia mentre veniva scopata è stata sufficiente a farmi venire sul suo volto. La mia estasi è stata subito interrotta dalla voce di Giorgio.

“Ah! Questo merita una punizione adeguata, inoltre, Matteo ti è appena venuto in faccia. Sei fortunata però, è giovane e, dopo un mese d’astinenza, sarà di nuovo pronto in breve tempo.”

L’ho sentito armeggiare nel suo cassetto, mi ha mostrato cosa aveva trovato: una paletta di pelle nera. Giorgio l’ha immediatamente utilizzata per sculacciare con rinnovata foga le natiche di Giulia che ha urlato di piacente dolore appena ha sentito quel nuovo tocco sulla sua pelle.

“Adesso arriva la parte migliore! Giorgio! Ora ti faccio vedere come lo faccio con un altro uomooooOOOOHHHH!”

Giulia ha allungato le mani per prendere il mio membro flaccido, mi ha trascinato a lei e si è messa a succhiarmi il sesso con una foga incredibile. Il mio cazzo si è indurito nuovamente, a ogni movimento della sua lingua sulla mia cappella un brivido di piacere mi scuoteva. Giorgio, intanto, sorrideva divertito mentre continuava a sculacciare Giulia.

“Mi sono innamorata del tuo bel cazzo dal primo momento che l’ho visto. Sognavo di poterlo succhiare e adorare, come sto facendo adesso. Non vedo l’ora di averlo dentro di meeeeEEEE!” – ha detto Giulia in una breve pausa tra una succhiata e una sculacciata.

Usando bocca e mani, Giulia, mi ha portato all’orlo del godimento. Il mio membro riempiva la sua bocca completamente e, quando lei ha deciso di accogliere tutta la lunghezza del mio sesso, non ho più resistito. Le ho preso la testa tra le mani e ho cominciato a scoparle la bocca con foga crescente. Lacrime di piacere e dolore scendevano sulle guance di Giulia mentre la sua bocca veniva fottuta brutalmente e il suo culo arrossato dalle padellate. Il mio cazzo si è ingrossato ancora, ha iniziato a pulsare fino a esplodere dentro la sua bocca inondandola di caldo piacere.

Giulia ha ingoiato tutto, il suo sguardo era ancora voglioso, colmo di quella lussuria predatoria che la rendeva unica ai miei occhi. Si è girata verso Giorgio, il dottore, il mio sperma sul viso e l’ha guardato implorante.

“Ora posso? Mi hai punito abbastanza, credo.”

“Certo. Prendilo, come solo tu sai.”

Giulia ha ripreso il mio sesso in bocca, l’ha baciato e adorato per tutta la sua lunghezza. Mi ha stimolato toccando il mio scroto ancora colmo dopo un mese di astinenza forzata. Il mio cazzo si è indurito nuovamente.

“Che bella la giovinezza! Adesso sbattimi sulla scrivania, Matteo!” – ha detto Giulia mentre girava sulla scrivania per donarmi la visione della sua figa rasata e del suo culo completamente arrossato.

Ha preso il mio cazzo tra le mani e l’ha invitato dentro la sua figa calda e già completamente bagnata.

Sono scivolato dentro di lei, la sua figa era come un abito su misura per il mio cazzo. La sentivo allargarsi per far posto al mio membro, per poi restringersi con calore e dolcezza. Ho iniziato a muovermi dentro di lei con calma, volevo gustare quel momento incredibile perché era un’esperienza nuova per me. Difficilmente mi sarebbe mai capitato di fare sesso con una donna più grande di me.

Giulia godeva a ogni mia spinta, lei ancora piegata a novanta sulla scrivania. I nostri umori, i nostri piaceri, i nostri gemiti di piacere riempivano lo studio di Giorgio in un caldo e lussurioso abbraccio. Le caldi pareti dell’antro di Giulia si sono strette attorno al mio sesso mentre lei mugolava di un nuovo piacere intenso. Volevo assaggiare il suo rinnovato piacere, così l’ho girata e l’ho messa supina sulla scrivania.

Le ho leccato la figa con avidità, assaporando tutto il suo dolce piacere. Le sue labbra dischiuse sapevano di pesca e lavanda, nuovi gemiti di piacere scuotevano il corpo di Giulia che aveva completamente perso il controllo sulle sue inibizioni. Si è alzata e mi ha spinto con foga sulla sedia, il suo sguardo predatorio era incrollabile. 

Mi sono sentito come un topo messo all’angolo dal gatto.

Giulia si è seduta sul mio cazzo eretto, il suo seno nudo ballonzolava di fronte ai miei occhi in maniera ipnotica. Mi ha preso la testa tra le mani e l’ha affondata sul suo petto intimandomi di leccare e baciare il suo seno. I suoi movimenti alternati, veloci e lenti, verticali e orizzontali, erano incredibili e, insieme, stavamo godendo come pazzi. Sentivo le gocce di piacere di Giulia colare sulle sue gambe prima che entrassero in contatto col mio corpo.

Mi ha baciato appassionatamente. A quel punto, ho visto Giorgio avvicinarsi col suo cazzo di fuori. Avevo visto sufficienti porno per capire cosa aveva intenzione di fare. Ho tenuto ferma Giulia mentre il dottore spingeva il suo membro dentro al culo della pantera mai domata. L’iniziale stupore è stato sostituito ben presto dal piacere di avere due cazzi che le penetravano gli orifizi.

Godeva come non mai, il suo corpo si muoveva ossessivamente facendole assaporare entrambi i sessi che la penetravano con rinnovato vigore.

Una nuova ondata di piacere ha scosso il corpo di Giulia facendolo tremare quando il dottore le è venuto nel culo rosso.

“Questa è la tua punizione per avermi tradito con lui. Adesso fallo venire ancora.”

A quelle parole, Giulia si è girata e ha guardato furente Giorgio. Il suo sguardo intimava il dottore di fare silenzio: una predatrice, una panterona, sa sempre come distruggere la propria preda.

Un nuovo furore si è impossessato di lei. Il suo movimento era mirato a drenarmi, voleva tutto di me. I suoi movimenti sono cresciuti di intensità, lei godeva sempre di più perché si stimolava i suoi stessi punti. Quando ho provato ad avvicinare le mie mani sul suo corpo, Giulia le ha prese e bloccate sopra la mia testa.

“Sei mio. Ora ti farò godere come non mai. Voglio sentire tutta la tua sborra dentro di me!” – mi ha detto guardandomi con quello sguardo bestiale, imperante e colmo di lussuria.

Giulia si è mossa con più forza, la sua intensità bestiale cresceva a ogni secondo.

Sentivo che anche lei stava per venire, le pareti della sua figa fradicia si sono strette attorno al mio cazzo pulsante.

Il nostro piacere è esploso nello stesso momento. La sua figa è stata invasa dalla mia sborra calda, il mio cazzo sentiva le gocce di piacere che le erano colate dalla sua vagina.

“Direi che è tutto perfettamente funzionante. Riprendetevi pure qui, tornerò tra mezz’ora. Matteo, è stato un piacere. Giulia, ricorda che ti aspetto nella stanza 206 tra quaranta minuti.” – ha detto Giorgio mentre usciva dallo studio.

Io e Giulia siamo rimasti ansimanti ancora per venti minuti prima di pulirci e andare ognuno per la propria strada, ma scambiandoci i rispettivi numeri per una nuova “visita” futura…

Scritto da:

Mi diverto a scrivere racconti erotici di fantasia. Generalmente, le figure femminili che utilizzo prendono spunto da delle creator. Mi trovate anche su X: @tease_rex

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