“Grazie Tania, ti amo”

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Categoria: Lesbo
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      Osservando con disagio la brutta tazza di ceramica bianca ormai vuota, il cui precedente contenuto era determinabile solo da una piccola pozza di liquido marroncino e qualche particella di the sfuggito dalla bustina che vi era stata in immersione mezz’ora prima, quando l’acqua era ancora calda, Linda si domandò per l’ennesima volta se Tania non le avesse dato buca. Alzò gli occhi sulla porta e poi li riabbassò di nuovo, chiedendosi se restare ancora o andarsene.

      Non poteva negare che, presa dall’agitazione di parlare con la sua ex amante e maestra di sesso, si era presentata in largo anticipo nel bar dove avevano deciso di incontrarsi, ma erano già passate le tre da alcuni minuti. D’accordo, magari aveva trovato traffico, o aveva fatto tardi al lavoro, e non aveva potuto chiamarla. Ma il timore che avesse cambiato idea e non volesse più vederla la terrorizzava.

      Avevano passato delle ore così belle, così intense insieme, e fare l’amore con lei era stato bellissimo. Certo, era innegabile che la trattava come la sua troia, che le ordinava di farle un ditalino, o di strusciare il suo seno contro il suo clitoride, o di baciarla mentre Tommaso la scopava, ma le aveva insegnato l’arte del pompino, e quando voleva premiarla perché aveva appreso bene qualche tecnica o le andava di amarla era meravigliosa.

      Sì, se non ci fosse stato Tommaso, sarebbe stata benissimo con Tania. Linda, la soddisfatta schiava sessuale di Tania…

      Ma c’era Tommaso, e lei lo amava. E lo stava portando via a Tania, la quale, se lo avesse saputo…

      Però sembrava non lo avesse saputo, a giudicare da come le sorrise quando comparve sulla porta del bar e si diresse verso di lei dopo averla scorta nella sala.

      Si tolse da una spalla la borsetta che appoggiò sul tavolino e si sedette davanti a Linda. La ragazza si accorse che indossava lo stesso abito di quando si erano incontrate la prima volta, in un altro bar accanto ad uno sexy shop, e che le mancava da morire. Fece fatica a distogliere lo sguardo dai grossi seni di Tania, il ricordo di quanto le piacesse tastarli mentre le succhiava i capezzoli la colse con il dolore di una bastonata.

      «Grazie, Tania, per essere venuta,» disse, rendendosi conto che a stento tratteneva le lacrime.

      L’ex insegnante allungò una mano e strinse le dita sinistra della sua capace allieva. «Cosa succede, piccola?»

      La cameriera le interruppe per qualche secondo, raccogliendo le ordinazioni delle due ragazze e dando il tempo a Linda di raccogliere i suoi pensieri e prepararsi a raccontare cosa fosse accaduto. Ma, nonostante ciò, buttò alle ortiche la propria autostima, o quanto le fosse rimasto dopo gli avvenimenti degli ultimi giorni, e pose la domanda che si era promessa di non fare.

      «Mi mancate tantissimo…» disse con la voce di un gattino abbandonato in un luogo sconosciuto, stringendo gli occhi e mostrando tutto il suo dolore. «Non puoi mettere una buona parola con Tommaso per farmi tornare con voi? Ti prego…»

      Il viso di Tania si illuminò nella dolcezza che sembrava riempirle il cuore e la stretta sulla mano di Linda divenne più calorosa, ma le sue parole furono proprio ciò che la bionda non avrebbe voluto sentire. «Eh… Tommaso è molto arrabbiato con te, si sente molto tradito per la gara. Gli avevi promesso che non vi avresti partecipato, ma lo hai fatto».

      Linda abbassò lo sguardo, distrutta.

      «Ma so che hai vinto,» aggiunse la mora, e nella sua voce c’era del vero e sano orgoglio. «Sei stata una fantastica allieva, e probabilmente hai superato la maestra».

      «Non mi importa,» si lamentò Linda. «Mi ha allontanato da voi…»

      La cameriera tornò con un cappuccino ed un altro the che pose davanti alle due avventrici, quindi prelevò la tazza vuota che già si trovava lì. In un attimo era già scomparsa dall’attenzione delle due ragazze.

      «Eh…» sospirò Tania. «So che sei innamorata di Tommaso, di come ti scopava, dei suoi modi… posso capirti. Ma è incredibilmente geloso, non hai idea di quanto lo sia… A livelli patologici, mi verrebbe da dire».

      Le sopracciglia di Linda si sollevarono. «Davvero?»

      «Oh, mi chiama in continuazione, vuole sempre sapere dove sono o con chi sto parlando. È soffocante,» confessò la mora, prendendo la sua tazza di caffè e bevendone un sorso dopo averci aggiunto una bustina di zucchero e aver mescolato lentamente. «Hai mai sentito parlare della sua ex, Sara?»

      Linda annuì. Tommaso gliene aveva parlato quando lei gli aveva chiesto come avesse conosciuto Tania, e lui aveva sostenuto che si erano lasciati perché lei era diventata gelosissima. Lo riferì alla sua confidente.

      La mora si pulì le labbra dalla schiuma del cappuccino con un tovagliolo di carta preso da un distributore di metallo sul tavolino. «È quanto ha raccontato anche a me, ma poi i suoi amici mi hanno detto la verità. È lei che è scappata da lui».

      Linda sbattè le palpebre un paio di volte, sconvolta dalle parole della sua ex amante. Non avrebbe mai detto che Tommaso fosse una persona simile, un geloso e bugiardo di tale livello. «Ma tu resti con Tommaso,» ribatté Linda. Aveva completamente dimenticato la tazza di the che fumava sotto il suo naso.

      La voce di Tania si abbassò e si sporse leggermente sul tavolo. «Non mi andava di ammetterlo davanti a lui, ma tutti ormai mi considerano una troia, e tutti mi guardano con disprezzo. Sono solo una zoccola che si è scopata chiunque mi piacesse, maschio o femmina, giovane o vecchio, pensano tutti in zona, e solo Tommaso mi vuole. Certo, cerco di tenermelo stretto con pompini stellari e concedendomi ogni volta che vuole. Fuori dal letto, mi spiace dirlo, ma devo confessartelo, è una persona molto poco piacevole, ma non posso averne un altro». La ragazza sollevò le spalle. «È strano: puoi esserti in passato scopata un esercito di uomini, ma dopo che ti sei messa con lui non devi parlare con nessun altro».

      «Davvero?» chiese la bionda dopo qualche istante passato a cercare di metabolizzare quanto aveva appena sentito. Le sembrava impossibile che il ragazzo che le aveva fatto scoprire le gioie del sesso fosse l’essere dipinto da Tania.

      «Puoi trovarne uno migliore, Linda,» le confidò Tania. «Magari pensi che nessun altro sia bravo come lui a letto, ma sono parecchi, e nel caso potresti istruirlo tu, visto che sai come fare dell’ottimo sesso. Devi vincere la gara e diventare una leggenda: solo gli uomini migliori si avvicineranno a te».

      Linda abbassò di nuovo lo sguardo. Questa volta notò la tazza davanti a sé, prendendola per il manico e suggendo un po’ di bevanda. Era talmente concentrata sulla discussione che non si rese nemmeno conto che non aveva aggiunto lo zucchero. Quando la tazza si appoggiò sulla tazzina con un tintinnio, ammise: «Non importa, mi hanno buttato fuori dalla gara».

      Questa volta fu sul volto di Tania che comparve uno stupore tanto intenso che quasi sembrò terrore. «Cosa? Voglio dire: com’è successo, Linda?»

      La studentessa sospirò, sconsolata. Prese di nuovo la tazza, portandola alle labbra: questa volta si rese conto che il the non era dolce, ma non le importò, e lo bevve tutto ugualmente. Poi raccontò alla sua amica ed ex amante che i giudici avevano deciso che lei era troppo capace per competere con le altre, aggiungendo disgustata che, in realtà, era stata una trovata di Francesca perché aveva paura di farsi battere, e si era scopata i quattro per convincerli. «Compreso il tuo Adriano,» aggiunse con una smorfia schifata. «Che pezzo di merda…»

      Tania rimase un istante allibita, poi scoppiò a ridere. «Ah, figa…» esclamò, battendo le mani. «Se è tutto qui, ci penso io!»

      «E come?» domandò Linda, curiosa.

      «Te l’ho detto, Adriano l’ho sverginato io, e sono sicura che mi farà il favore di accettare la mia richiesta di riprenderti nella gara,» le rispose con un occhiolino, mentre prendeva il telefonino dalla tasca della giacca.

      Linda tentennò. «Dici che dovrei continuare con la gara?»

      Tania alzò lo sguardo dallo schermo del cellulare, fissandola stupita. «Ma è ovvio, Linda. Al momento è pieno di imbecilli che ti girano attorno, ma se vincerai la gara la situazione migliorerà parecchio. Se invece la abbandonassi, torneresti ad essere… beh, come quando ti ho conosciuta».

      «E…»

      «E magari Tommaso potrebbe volerti ancora, sapendo che sei così brava,» aggiunse la mora, facendole di nuovo l’occhiolino.

      Quell’idea fece sobbalzare la studentessa, convincendola all’istante. «Se questo potrebbe farmi tornare con Tommaso. Con Tommaso e con te,» si corresse velocemente. «D’accordo».

      Tania sorrise, divertita. Iniziò a digitare velocemente sul telefonino. Un paio di secondi dopo le giunse un messaggio di risposta, al quale controbatté subito. Linda la osservò per quasi due minuti mentre scriveva e leggeva in una chat sul telefono senza riuscire a vedere lo schermo, ma dallo sguardo della sua ex maestra sembrava stesse andando tutto bene.

      Quindi Tania spense il display e appoggiò l’apparecchio sul tavolo. «Tutto a posto,» disse, soddisfatta. «Adriano e gli altri ti vedranno a casa sua tra un’ora. Ho messo una buona parola per te, e ti riprenderanno nella gara».

      Linda sembrò sul punto di applaudire estasiata alla notizia. Poi però si fermò all’improvviso, confusa. «Ma… vorranno…»

      La mora era abbastanza smaliziata per comprendere cosa intendesse la bionda. «Beh, è probabile,» rispose aprendo le mani. «Dopotutto… cosa, come si chiama, si è fatta…» e si limitò ad un gesto esplicito con un pugno che si muoveva avanti e indietro. «Toccherà anche a te, ma, ehi… Che te ne frega, è roba di dieci minuti, soprattutto considerando quanto dura Adriano».

      La bionda ci pensò un attimo, indecisa, poi sollevò le spalle. «Al diavolo, se serve per uscire da questa situazione e magari tornare con voi. Solo, ti prego, non dirlo a Tommaso!»

      Un largo sorriso sbocciò sulle labbra di Tania. «Oh, non preoccuparti: io non dirò nulla a nessuno. Adesso vai, che non hai tempo da perdere. Al conto ci penso io».

      Linda fece un passo per uscire di corsa dal bar, ma subito si fermò, si avvicinò alla mora e la abbracciò. Avrebbe voluto limonarla, sentire di nuovo le loro lingue duellare in bocca, inalare il profumo del fiato della sua ex maestra di sesso riempire i suoi polmoni… Si sentì bagnare nelle mutandine. Oh, ma forse un giorno non troppo remoto sarebbe potuto accadere di nuovo. Ed essere di nuovo di Tommaso, geloso o meno…

      Si limitò a baciarla su una guancia. «Grazie Tania, ti amo».

      L’altra non rispose, ma continuò a sorridere.

      Poi Linda corse fuori, entusiasta.

Continua…

Nella raccolta:

Una storia di amore, rivalsa e pompini.
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Scritto da:

Sedicente autore di racconti erotico, in realtà erotomane con la passione della scrittura creativa. Per contattarmi, critiche, lasciarmi un saluto o richiedere il racconto in PDF, i miei contatti sono: 📧 william.kasanova@hotmail.com 📱 https://t.me/WilliamKasanova

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