Il massaggio di Alice Muzza

Era una calda giornata estiva, e Alice si trovava alle Bahamas con alcune amiche. Erano lì già da qualche giorno; si erano tuffate nell’acqua cristallina, avevano fatto il giro di qualche isola, e al momento si stavano rilassando nella jacuzzi del resort dove soggiornavano.

– Che programmi abbiamo per domani? – esordì Alice, che indossava un costume a due pezzi bianco che metteva perfettamente in mostra il suo bellissimo corpo.

– Non lo so, andremo a fare il bagno e ci rilasseremo un po’ – le rispose Iris.

– Ma perché non proviamo il servizio massaggio compreso nel prezzo del resort? Approfittiamone no? – propose subito Lisa

– Sì dai, bella idea, ci sto – dice Iris

– Non lo so ragazze, un massaggio, boh, io non ne ho tanta voglia –

– Eddai Ali, ci facciamo fare un bel massaggio e poi andiamo a fare il bagno, tanto quanto vuoi che duri? Poi lo abbiamo già pagato – cercò di convincerla Lisa.

– Pfff, va bene dai, ci faremo fare sto massaggio –

Alla fine la convinsero e prenotarono il massaggio per la mattina seguente; per prima sarebbe dovuta andare Alice, poi Lisa e infine Iris.

Venne il giorno successivo, e Alice si preparò e, seguendo le indicazioni fornitele il giorno prima, andò nella sala massaggi. Era una stanza di medie dimensioni, al cui centro era posto un lettino, che si trovava all’ultimo piano ed aveva una vetrata enorme che dava sulla spiaggia che si estendeva di fronte al resort. Non era ancora arrivato nessuno, quindi Alice si preparò: si tolse l’accappatoio, rimanendo nuda, si sdraiò di pancia sul lettino e si mise un asciugamano giusto per coprire il sedere. Appena finita questa operazione bussarono alla porta, ed entrò il massaggiatore. Alice non si aspettava un uomo, e che uomo: era un giovane ragazzo di carnagione scura, alto e palestrato, portava una sottile canottiera che faceva intravedere i muscoli del petto e un paio di pantaloncini da mare e, dopo essersi presentato in maniera cortese, le chiese se fosse pronta; lei annuì e lui iniziò a spalmarle sulla schiena un po’ di olio. Dapprima un po’ turbata per il fatto che lui fosse un uomo e lei se ne stesse lì distesa sul lettino mezza nuda, dopo i primi minuti Alice iniziò a rilassarsi, godendosi il servizio. Lui le stava massaggiando la schiena oliata con gesti ampi e dolci, e partendo dalle spalle si stava via via abbassando, fino ad arrivare alla parte bassa della schiena. A quel punto lei fu attraversata da un leggero brivido e le scappò un sorriso malizioso, di cui si rimproverò.

Dopo essersi concentrato sulla schiena il ragazzo passò a massaggiare le gambe: si cosparse le mani d’olio e iniziò dai polpacci, per poi passare lentamente alle cosce. Qui Alice provò lo stesso brivido di prima, questa volta però non se ne rimproverò; i gesti di lui erano talmente rilassanti e pervasivi, che quando le stava massaggiando le cosce lei quasi pregava che avesse quell’audacia per spingere le sue mani oltre, fino a sotto l’asciugamano che aveva appoggiato sul sedere. Tuttavia lui non rischiò, e quando ebbe finito le chiese se volesse girarsi, per proseguire con la parte anteriore.

Alice approvò l’idea, e appena ebbe preparato altri due asciugamani, uno per coprirsi il seno e l’altro il pube, si girò sul lettino. Il ragazzo riprese a massaggiarla sulla pancia; Alice si stava godendo appieno il massaggio, ma invece che rilassarla quei gesti stavano risvegliando in lei un istinto che avrebbe voluto tenere a bada. Le mani del ragazzo, il suo fisico palestrato e suoi gesti, tutto le faceva nascere la voglia di andare oltre ad il semplice massaggio; ma ancora una volta lui non volle spingersi oltre, e, finito in quel punto, fece per passare alle gambe.

In realtà lui mascherava bene i suoi impulsi istintivi: si trovava davanti una splendida ragazza, gli piaceva il suo viso, su cui periodicamente apparivano dei sorrisetti maliziosi; gli piacevano le sue belle gambe, morbide e curate, e in quel momento non avrebbe voluto fare altro che alzare quegli asciugamani la coprivano, per ammirare interamente il corpo di quella dea. Riuscì però a contenersi, e cercò di concentrarsi sul suo lavoro.

In quel momento lei iniziava a pensarci sul serio: se non prendeva l’iniziativa avrebbe perso l’occasione che stava aspettando, e si sarebbe fatta scappare quel bel tipo che le era capitato davanti.

Si accorse che in prossimità dei suoi piedi era appoggiato il flacone d’olio che lui utilizzava per fare i massaggi. Ci pensò su, si pentì dell’idea, ma subito ci ripensò, e istintivamente diede un piccolo calcio al flacone d’olio, che cadde davanti al lettino.

– Oddio scusa, che imbranata – disse con un’aria ingenua.

– Non fa niente – rispose il ragazzo, e si abbassò per tirare su la boccetta. A quel punto lei non ci pensò su due volte, e mentre lui stava per rialzarsi lei alzò leggermente le ginocchia ed aprì le gambe. Lui, tirandosi su, le vide perfettamente la figa scoperta sotto l’asciugamano; era proprio bella, pensò, così liscia e depilata. Alice notò che il suo piano ebbe successo, appena lui si tirò su non sembrava più quello di prima, esprimeva un turbamento interiore che tradiva la sua apparente calma.

Nonostante tutto però lui cercò di ricomporsi e riprese il massaggio, questa volta partì dalle cosce, per poi arrivare ai piedi. Mentre massaggiava il piede destro della ragazza, tenendolo con entrambe le mani, lei non si fece sfuggire l’occasione: distese la gamba e arrivò ad appoggiare la pianta del piede sui suoi pantaloncini, in prossimità del suo pene. Lui vacillò, ma riprese a massaggiare.

Stettero così per qualche minuto, con lui che le massaggiava il piede e lei che glielo strofinava senza sosta, percependo che stava risvegliando in lui lo stesso istinto che pervadeva il suo corpo.

Iniziarono a guardarsi negli occhi, lei si tirò su, appoggiandosi sui gomiti e rischiando di far cadere l’asciugamano che aveva a coprirle il seno; ma ormai non le importava, i loro sguardi erano fissi e lei accentuò quel movimento col piede, che lo stava facendo impazzire.

Sentiva il pene del ragazzo crescere a dismisura, e quando non ce la fece più a trattenersi, allungò entrambe le gambe, gli prese i pantaloncini con le dita dei piedi e glieli tirò giù con forza.

Il membro del ragazzo, che nel mentre non aveva fatto una piega, rimase esposto, e lei poté ammirarlo in tutta la sua grandezza. Era veramente un qualcosa di mai visto prima, era lunghissimo come non ne aveva mai visti, e il fatto era che non aveva ancora raggiunto la completa erezione. Un’espressione di stupore si delineò sul suo viso e, decisa a proseguire, iniziò a masturbarlo coi piedi oliati.

Alice era molto abile in quello, segno che non era la prima volta che lo faceva; certo non si era mai trovata davanti ad un cazzo di quelle dimensioni, ma questo non la bloccò, anzi, ci mise sempre più impegno fino a quando non vide che fu in completa erezione. A quel punto Alice sussultò, era sempre più stupita, voleva vederlo da più vicino: si alzò e si mise a cavalcioni sul lettino. Così facendo le cadde l’asciugamano che aveva davanti, e scoprì finalmente il suo seno. Alice aveva delle tette che si potrebbero definire perfette: tondeggianti, proporzionate e sode, con i capezzoli turgidi, una visione che fece impazzire il ragazzo, che non appena riuscì a togliere lo sguardo da lì notò che anche l’altro asciugamano le era caduto per metà, facendo intravedere la figa depilata di lei.

Alice intanto aveva allungato la mano e, compreso il desiderio che aveva la ragazza, lui le si avvicinò, mettendosi di fianco a lei. Allora lei gli prese il cazzo in mano, così lungo e venoso, e sentì che pulsava del desiderio al contatto con le sue soffici mani. Prima con una, poi con entrambe le mani, riprese a masturbarlo.

I due continuavano a fissarsi nelle palle degli occhi, e lei manteneva sempre quello sguardo di incredulità mista a eccitazione che aveva assunto da un po’. Alice muoveva le mani con grande abilità, cercando di farlo godere il più possibile, ma dopo qualche minuto che se ne stava lì a segarlo avvicinò lentamente la bocca, lo guardò nuovamente negli occhi, e, ricevuto un suo segno di assenso, si portò la cappella alla bocca, e la baciò. Dopo averla baciata e assaporata intensamente solo con le sue belle labbra, Alice andò oltre, e si mise a sbaciucchiare e slinguazzare tutto quel pene che aveva avuto la fortuna di trovarsi davanti. Allora si rese conto delle reali dimensioni di cui lui era dotato: quel membro era più largo di tutta la sua faccia, ed era grosso e pesante, tanto da farle sorgere il dubbio di non essere all’altezza della situazione che le si sarebbe presentata di lì a poco.

Dopo averlo assaporato per bene, Alice provò a prendere tutto il cazzo in gola, ma le riuscì solo per metà. Tuttavia non si diede per vita, e anzi, si dimostrò molto attiva in quel momento: avendo capito che non avrebbe retto per molto un rapporto sessuale, le venne in mente di stimolare al massimo il ragazzo in quel momento, per farlo venire il prima possibile ed evitare una sofferenza che le faceva paura.

Decise quindi di osare, lasciando che il cazzo di lui le scivolasse sempre più in fondo nella sua gola.

– Glglglgl glglgl aaammhhh –

– Non avevo mai visto un cazzo così lungo sai? –

– Glglglg ggglglgg – Alice usata tutto ciò che aveva: le labbra, la lingua, la gola, ma sembrava sortire solo qualche debole effetto su quell’energumeno. Spinse allora la testa sempre più forte, rimanendo per diverse volte col cazzo così in profondità, che il suo corpo ebbe degli spasmi ritmici, che le fecero ballare le tette su e giù, mentre nei suoi occhi iniziavano a formarsi delle lacrime per lo sforzo.

Nel compiere questa operazione, dovette più volte soffermarsi a riprendere fiato, e in quelle brevi pause notò lo sguardo impassibile di lui, che sembrava si soddisfatto, ma non certo sul punto di venire, come lei avrebbe voluto.

Ripeté quell’operazione diverse volte, tanto che gli spasmi si fecero sempre più vistosi e violenti, e sul suo viso iniziarono a scorrere delle lacrime che minacciavano di rovinarle il trucco. Dopo un soffocone particolarmente intenso e sofferto, Alice si diede per vinta; aveva la faccia rigata dalle lacrime, dalla bocca le colava la sua saliva, e constatò definitivamente il fallimento del suo piano.

Vedendo la ragazza e intuendone la difficoltà ad andare avanti, lui prese l’iniziativa: le prese una gamba e la fece girare di 45 gradi sul lettino, posizionandola proprio di fronte a sé. Le tolse l’asciugamano che le era rimasto per coprire la figa; così lei restò finalmente completamente nuda di fronte al ragazzo, che poté ammirare le dolci linee sinuose del suo magnifico corpo. Alice in quel momento abbandonò sé stessa in balia del destino; iniziava a temere quello che si stava profilando, il suo volto esprimeva un autentico terrore: la testa abbassata, la bocca semiaperta, lo sguardo fisso su di lui, in attesa delle prossime mosse. Tutti gli elementi contribuivano a creare un’atmosfera sospesa e incerta.

Dal punto di vista del ragazzo, invece, quella situazione era tutt’altro che incerta: si era trovato davanti quella ragazza incantevole, che adesso, completamente nuda, col corpo lucido cosparso d’olio per i massaggi, aspettava la sua prossima mossa, che a lui sembrò la più scontata che ci fosse.

Si avvicinò a palparle il seno, lei rimaneva impassibile; e dopo aver ammirato quella bellezza allungò le braccia, mise le mani sotto le ginocchia di lei, e le divaricò le gambe. La sollevò con forza, per posizionarla bene sul lettino, le accarezzò la figa, quasi dispiaciuto per ciò che stava per succedere, si prese il cazzo in mano, e puntò a penetrarla.

Lei a quel punto ansimava rumorosamente mentre osservava quell’energumeno venirle incontro con il membro eretto e minaccioso; ma non mosse un muscolo.

Lui le strusciò la punta del cazzo sulla figa, poi infilò prima la cappella, facendole emettere una piccola grida, e, con un movimento lento ma costante, arrivò ad infilarle metà del suo pene nella vagina; lei emise un orgasmo in crescendo:

– aaaaAAAAhhhhh

– Ti prego, ti prego, fai piano – riuscì a dire con un filo di voce mentre osservava quell’enorme membro, nero e venoso, che prima si ritraeva, poi rientrava nella sua figa lentamente, provocando in lei una sensazione di piacere, ma anche di dolore e preoccupazione. Infatti, il ragazzo si stava limitando a penetrarla solamente con metà della lunghezza del proprio fallo, per cui Alice temeva che, se avesse deciso di infilarglielo tutto, lei avrebbe dovuto pregarlo di smetterla, e nessuno le avrebbe assicurato quale sarebbe stata la reazione, se comprensiva oppure no, del ragazzo.

Dopo un primo momento caratterizzato da ritmi lenti e tutto sommato sopportabili. Il ritmo iniziò a salire sempre di più. Lei allora strinse i denti, buttò la testa all’indietro e chiuse gli occhi.

– Aaaaahhhh

– Mmmmmhhh

Alice iniziò a gemere via via sempre di più, mentre lui, stretto il suo bacino tra le grosse mani, aumentava sempre di più il ritmo.

Non avrebbe poi saputo dire per quanto tempo la scopò in quella posizione, in seguito si ricorderà solamente che sentiva le mani di lui palparle tutto il corpo: le gambe, le cosce, i fianchi e il suo bel seno; le sue mani scivolavano veloci sulla sua soffice pelle oliata e perciò lucida. In effetti lui non smetteva di godere di quel bel corpo, e le palpeggiò le tette per molto tempo.

D’un tratto lei sentì la grossa mano di lui avvolgerle il collo e serrare la presa, mentre con l’altra la teneva per un fianco, allora riaprì gli occhi, e lo vide sferrare alcuni colpi con violenza che la fecero urlare; poi si ritrasse, si fermò per un attimo, prese lo slancio e le infilò d’un colpo tutto il cazzo nella vagina. Lei volle urlare ma dalla sua bocca uscì soltanto un flebile sibilo, voleva piangere ma non ci riuscì, si bloccò completamente, e i due rimasero in quella posizione, uniti carnalmente, per un tempo che a lei sembrò eterno. Poi lui iniziò lentamente ad indietreggiare, e lei poté osservare quell’enorme membro che l’aveva appena violata uscire, centimetro dopo centimetro, dal suo corpo inerme.

Appena fu liberata da quel fardello riuscì a rifiatare; lo guardò esterrefatta: non si capacitava di come fosse riuscita a sopportare quel colpo, così, mentre rifiatava, se ne stava ferma, con le gambe sempre aperte, a guardare il vuoto. Ma il contatto della mano del ragazzo con la sua caviglia la fece tornare in sé:

– Girati – le disse lui. Alice obbedì, si sdraiò sul lettino, poi si mise a pancia in giù, si voltò e si rivolse al ragazzo:

– Non fermarti –

A quel punto lei lo vide salire sul lettino e sovrastarla con la sua enorme stazza. Il suo membro penzolante le passava sulle gambe, poi su una natica, fino a soffermarsi tra le sue cosce.

– Si, continua – mormorò. A quel punto lui non se lo fece ripetere due volte, prese la mira e riiniziò l’amplesso. Questa volta però lei riuscì a gemere e ad urlare, talvolta molto forte, tanto che lui ad un certo punto allungò la mano per tapparle la bocca e, incurante delle sue suppliche, riprese a scoparla con forza. Quell’energumeno non accennava a diminuire il ritmo, facendole vedere le stelle. Dopo averla scopata in quella posizione la prese, la fece scendere dal lettino, con una mano le blocco le braccia, l’altra gliela mise di nuovo attorno al collo, la piegò, e iniziò a scoparla a pecora. Le sue belle tette erano schiacciate contro il piano del lettino, la sua testa appoggiata di lato, gli occhi chiusi e i denti stretti, mentre lui la sbatteva con forza da dietro, ammirando il culo di Alice proprio come si fa con un’opera d’arte. Sentiva dolore, sì, ma era una sensazione che conteneva una sfumatura di piacere, un piacere che non aveva mai provato prima d’ora, e che per nulla al mondo le avrebbe fatto rinunciare a quel momento di intimità, anche a costo di sembrare una subdola prostituta.

[Intanto nella spiaggia di fronte al resort]

– Iris scusa che ore sono? –

– Sono le 10:55 Lisa –

– Cavolo è ora che vada a prepararmi, fra cinque minuti è il mio turno per il massaggio –

– Eh si, è ora che tu vada – le fece eco l’amica

– Io rimango qui, tanto fra un po’ dovrebbe tornare Alice –

– Va bene, io vado – e Lisa si incamminò per tornare al resort

[Nuovamente nella stanza dei massaggi]

– Aaaahhh aaaahhhh aaaaahh!

Alice iniziava seriamente ad accusare i colpi che lui le sferrava, implacabile e metodico.

Ad un certo punto lui la avvolse con le sue braccia possenti, la sollevò di peso e la spinse contro l’ampia vetrata della stanza che dava sulla spiaggia antistante il resort. Si prese rapido il cazzo in mano e lo infilò nuovamente nella vagina della povera ragazza, continuando l’amplesso in quella posizione.

Alice non la smetteva di gemere:

– Aaahh aahh Aaaahhh! –

– Mmmmhhh

Era completamente presa dall’atto, e stava entrando in uno stato di trance e pace che non avrebbe mai pensato di poter raggiungere mentre si faceva sbattere senza pietà da una montagna di muscoli con un pene smisurato. Ad un certo punto aprì leggermente gli occhi, e quello che vide attraverso il vetro la spaventò a morte: due piani sotto di lei, sulla passerella che collegava la spiaggia al resort, vide la sua amica Lisa che stava tornando dalla spiaggia per prepararsi alla sua seduta di massaggio.

Se in quel momento Lisa avesse alzato la testa avrebbe visto Alice, completamente nuda, con la faccia e le tette schiacciate contro il vetro, essere scopata con forza da quell’energumeno che invece di farle fare il ruolo della puttanella avrebbe dovuto farle un semplice massaggio.

Alice pregò intensamente che la sua amica non alzasse lo sguardo e la vedesse in quelle condizioni; la vide abbassare la testa, controllare l’orario sul telefono, per poi entrare nel resort dalla porta principale. Allora tirò un sospiro di sollievo ma, conscia che Lisa sarebbe arrivata di lì a poco, raccolse tutte le forze che le rimanevano e, con i denti digrignati, riuscì a dire:

– Mmmm aaahhh, basta! Aaaahhh sta arrivando la mia amica mmmhhh –

A quel punto lui la guardò in faccia preoccupato, la sollevò di nuovo e la portò contro il muro, la fece sedere, le prese le braccia e le bloccò contro il muro sopra la sua testa; poi le avvicinò il cazzo alla faccia, iniziò velocemente a masturbarsi con la mano libera e poi, quando lo ritenne il momento, le mise prepotentemente il pene in bocca, fino a farlo scendere nella sua gola, e venne.

Fiotti di sperma inondarono la gola di Alice, che se ne stava a subire come fece tutto il tempo; poi, quando lui ebbe finito e le ritirò il cazzo dalla bocca, rimase lì per terra nuda, il corpo completamente oliato e lucido, la faccia segnata da qualche lacrima e goccia di sperma, il trucco colato e un’espressione di incredulità per tutto quello che le era appena capitato.

Lui invece fu rapido, appena ebbe finito di venirle in gola si staccò, andò a darsi una sistemata veloce e si rivestì; poi prese l’accappatoio con cui era venuta Alice, l’aiutò a rialzarsi, le ripulì la faccia e glielo mise indosso. Non appena ebbe completato quest’operazione qualcuno bussò alla porta, lui allora la spinse verso l’uscita; lei, in uno stato di semi-incoscenza, aprì la porta, uscì e se la richiuse alle spalle. Lisa era davanti a lei, indossava un accappatoio uguale al suo e fece un largo sorriso appena la vide:

– Allora com’è stato? Ti è piaciuto? – Alice rimase spiazzata di fronte a quella semplice domanda, ancora intontita bofonchiò:

– È stato…intenso – Lisa allora le sorrise di nuovo, con il suo solito sorrisino carino e innocente, entrò nella stanza e chiuse la porta. Lei stette lì impalata per qualche istante, scosse la testa, e se ne andò.

Scritto da:

Scrittore di racconti hot

2 commenti

  1. William Kasanova
    25/06/2024
    20:13

    Ottimo racconto, scritto davvero bene! ci sarà una continuazione con la stessa fanciulla?

    1. Fast Light
      30/06/2024
      18:36

      si, dovrebbe uscire nei prossimi giorni

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