Il primo incontro

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Categorie: Cuckold, Dominazione
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Introduzione:

Il secondo capitolo della storia vera di una giovane coppia di sposi.

I giorni passavano tranquilli come se le rivelazioni di quella notte non fossero mai esistite. Era passata una settimana oramai e nessuno dei due era tornato in alcun modo sull’argomento. Un pomeriggio poi mi arrivò un messaggio di mia moglie Jessica sul telefono: “Vieni al bar di fronte al mio ufficio alle 18, Lui ti vuole parlare.”.

Lo aveva scritto davvero con la “L” maiuscola. Può sembrare una sciocchezza, ma vedere l’importanza che lei gli dava, anche solo in un messaggio, mi scatenava un groviglio di emozioni e sensazioni che ancora oggi non so ben descrivere.

Ero a casa e lei lo sapeva, come era conoscenza del fatto che non avevo impegni per quella sera. Non potevo accampare scuse.

Di solito andavo agli aperitivi vestito casual, al bar alle 18 è un aperitivo in piena regola. Eppure iniziarono a sorgere dei dubbi. Era il caso di vestirsi in jeans e maglioncino? Era metà ottobre e le temperature era decisamente più alte rispetto alla media. C’erano giorni in cui ancora uscivo per una camminata in maniche corte. Piccola digressione sul meteo anomale degli ultimi anni, torniamo a noi. Il problema ovviamente non era il meteo bensì l’occasione in cui mi trovavo. Stavo per incontrare il padrone di mia moglie, non potevo certo apparire sciatto o non mostrare rispetto per lui. Optai quindi per un classico giacca e cravatta.

Il bar davanti all’ufficio di mia moglie era frequentato praticamente da persone che vivevano in giacca e cravatta – e questo mi rese meno imbarazzato nell’essermi vestito così. Entrai e subito vidi Jessica corrermi incontro sorridente. Mi abbracciò e mi baciò. Mi condusse poi ad un tavolino abbastanza appartato in uno degli angoli del locale, là ci aspettava Lui. Lei si sedette accanto a lui, io ero di fronte. Già era chiaro. Lei era dalla Sua parte.

Facemmo le presentazioni. La prima impressione era quella di un nostro coetaneo abbastanza alla mano. Un tipo calmo e pacifico, calma da cui però si sprigionava una certa imponenza. Non so bene spiegare la sensazione, ma era come se mi trovassi alla presenza di un re o di un capo di stato. Provavo lo stesso disagio che avevo davanti ai professori durante l’orale della mia maturità. Qualsiasi cosa avrei detto e fatto, Lui l’avrebbe vista, analizzata e avrebbe tratto le sue conclusioni. Mi sentivo sotto esame e la cosa, stranamente, stava avendo l’effetto di creare una certa eccitazione.

         «Carlo, perché sei vestito così per un aperitivo?».

Fu mia moglie Jessica a criticare il mio abito.

         «Jesse, hai perso un’occasione per stare zitta. Tuo marito mi sta mostrando il rispetto che merito.».

Mia moglie divenne rossa come un peperone. Era stata rimproverata. Ma cosa ancora più importante, l’aveva chiamata Jesse. Quello era il modo in cui io e solo io la chiamavo. Un altro elemento che mostrava che Lui se la stava prendendo.

         «Veniamo a noi, Carlo. Tua moglie ti ha detto tutto?».

         «Sì!».

         «Ti ha detto che ha intenzione di riprende il suo ruolo di sottomessa?».

         «Sì!».

         «E ti sta bene?».

Feci passare qualche secondo in più questa volta, secondi che sembravano un’eternità.

         «Sì!».

Oramai non si tornava più indietro. Avevo dato il mio consenso. Mentre quelle due lettere uscivano dalla mia bocca, sentivo lo stomaco che era in subbuglio. Non avevo toccato minimamente il drink che avevo ordinato e nemmeno gli stuzzichini e le focaccine che erano arrivate insieme ad esso.

         «Il ruolo di tua moglie è chiaro! Il tuo invece un po’ meno.».

         «Non capisco.».

         «Lei mi ha riferito che vuole renderti partecipe. Il tutto sta nel capire in che modo.».

         «Amore, ti sta chiedendo se vuoi semplicemente essere cornuto, se vuoi assistere o se invece vuoi partecipare attivamente.».

         «Io… non lo so. Io…».

         «Dovremo scoprirlo nel mentre dunque.».

Senza nessun tipo di preavviso prese il mento di mia moglie con la mano destra e la forzò in un bacio appassionato. Vidi mia moglie sciogliersi. Si godeva quel bacio, il contatto con le sue labbra, il sapore della sua saliva. Io … io invece ero geloso, geloso marcio ed eccitato. Bastò quello a farmelo diventare duro. E credo proprio che quella fosse la reazione che si aspettava Lui, dato che chiese a mia moglie di verificare.

Jessica si alzò e venne verso di me. La sua mano sinistra si infilò prepotentemente nei miei pantaloni e afferrò la mia erezione.

         «Non so se sarà partecipe, ma di sicuro abbiamo un bel cuck. Un cornutino a cui piace assistere!».

         «Bene cornutino. Direi che abbiamo la nostra prima risposta. Ora tornate pure a casa, qua pago io. E, Carlo, stanotte scopa come si deve tua moglie che da domani inizia il periodo di astinenza forzata.».

         «L’astinenza è anche per me o solo per Jesse?».

Non so perché o da dove mi uscì, fu una cosa assolutamente istintiva, che provocò un sorriso sinistro sul Suo volto. Jessica era euforica. Non c’era ancora nulla di certo, ma pregustava il fatto di poter vivere la sua sottomissione a Lui con me come suo supporto attivo.

         «Dato che non hai un’amante devo intendere che vuoi sapere se puoi masturbarti.».

Non dissi nulla. Mi ero accorto troppo tardi di quanto dovevo apparire debole e sottomesso.

         «Hai il mio permesso di masturbarti se ne senti la necessità!».

Durante il ritorno non parlammo molto. Arrivammo a casa, ci spogliammo e finimmo subito avvinghiati l’uno all’altra. Lei era sotto di me, le gambe aperte e il suo pelo bagnato sopra il monte di venere mostravano tutta la sua eccitazione, mentre io duro ed eccitato mi facevo strada dentro di lei. Sentivo le sue pareti umide avvolgere il mio membro e godevo di quella stupenda sensazione.

Jessica mi guardava negli occhi mentre la penetravo.

         «Oggi sei più pimpante del solito vedo.».

         «Merito tuo che mi ecciti tantissimo.».

         «Merito mio, o di Lui? Quando ti ha dato il permesso di masturbarti avevo il tuo cazzo ancora in mano, amore mio. L’ho sentito crescere come non mai in quel momento.».

         «Non lo so davvero, amore. In questo momento ho solo due certezze.».

         «Quali, amore?».

         «La prima è che ti amo e che voglio che tu sia felice e voglio vivere questa felicità con te.».

         «Ti amo anche io, amore. E la seconda?».

         «Voglio che mi chiami “Cornutino mio”!».

Questa mia affermazione accese maggiormente mia moglie che cambiò all’improvviso posizione. Si mise sopra di me a cavalcioni ed iniziò a cavalcarmi furiosamente.

         «Non resisterò a lungo!».

         «Vieni! Vieni dentro di me, mio bel cornutino!».

Jessica continuava ad incitarmi e io, da bravo maritino cornutino, obbedii e venni dentro di lei copiosamente.

In quel momento non potevo saperlo, ma quella fu l’ultima volta che venni dentro il sesso di mia moglie Jessica.

Scritto da:

Cosa dire di me? Sono uno scrittore amatoriale. Amo il genere dominazione, ma non disdegno tutto ciò che può essere interessante e coinvolgente. Se hai una storia da raccontare, ma non sai come farlo... scrivimi e troveremo un modo insieme! sono su Facebook come Canta Storie e alla mia mail Cantastoriedal28@gmail.com

5 commenti

  1. Valerio
    17/07/2024
    09:36

    Ti prego puoi continuare questo racconto? Sembra che mia moglie piaccia 🤞

    1. 17/07/2024
      22:34

      Appena ho del tempo si.

      Lo hai letto con tua moglie?

    2. 17/07/2024
      22:38

      Sul mio profilo trovi la mia mail se vuoi contattarmi in privato.

  2. Valerio
    14/08/2024
    09:59

    Buongiorno 😃 non riesco a contattarti se lo fai tu tramite Telegram ne sarei onorato

    1. 15/08/2024
      00:52

      Ciao, dammi il tuo contatto telegram e ti contatto volentieri.

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