Inizia la giostra per Bianca e Rosa

Introduzione:

Racconto di fantasia - Se siete attratte dalle situazioni rappresentate o se ne siete incuriosite, non esitate a contattarmi.

(Sesto episodio di “Due sorelle molto complici”)

Organizzammo il testo da mandare al Padrone, questa volta su Telegram – e stavolta detti il mio contributo in maniera più consapevolmente volontaria – raccontando tutto nella forma più precisa possibile, compreso il fatto che la sorellina aveva assaggiato i miei slip con la punta della lingua. C’era qualche breve video e non molte foto, io ero troppo in subbuglio per ricordarmi di fare tutte quelle che avrei dovuto e stavolta anche la Rosy era stata più distratta.

Una volta inviato il tutto, fatto un bidet e smaltita la tempesta ormonale potevo di nuovo ragionare, e il fatto che mia sorella avesse leccato e annusato i miei slip mi rimbalzava in testa come una pallina in un flipper, non ero in grado di dire che sensazione mi dava ma di certo mi aveva colpito e volevo parlarne.

“Rosy, cosa ti è saltato in testa di assaggiare i miei slip? Sei impazzita?” fu il modo più diplomatico che riuscii a mettere assieme per affrontare la cosa, ma pareva che mia sorella non desse molto peso al fatto, e mi rispose con quella che stava diventando la sua firma, ovvero una alzata di spalle – “Sei mia sorella, non c’è niente di male, e poi entrambe abbiamo assaggiato e gradito i nostri succhi. Ero curiosa di sentire se sono uguali per tutte le femmine, e no, non lo sono, il tuo sapore è sottilmente diverso, buonissimo ma non identico” – la risposta mi lasciò confusa e con più domande che risposte – “a parte che la cosa è un po’ incestuosa, ma diventa anche un po’ lesbo, non credi?” – indovinate come rispose? Di nuovo fece le spallucce e disse “Fatti due domande, ci siamo eccitate da matti a guardaci l’un l’altra farci ditalini, infilarci roba nei sederi e godere, mi è piaciuto da matti quando mi hai massaggiato i seni e se non ho interpretato male l’espressione ti sei goduta un bel po’ il fatto di toccare le mie tette con la scusa del massaggio, ci ha mandato fuori di testa l’odore di sesso di entrambe che ci masturbavamo, forse effettivamente siamo entrambe attratte anche dalle femmine, o almeno, e qui parlo per me, dalla sorella. Si, sono attratta da te, ti ho sempre trovata bellissima da quando ho memoria, ho sempre invidiato i tuoi ragazzi quando ne hai avuti. Non ho mai avuto questi pensieri per altre ragazze, è vero, ma per te si. Magari se mi capitasse potrei anche provare con una ragazza, ma di certo proverei con te”

Ero interdetta, volevo replicare ma ero rimasta senza argomenti mio malgrado. Anche io trovo ancora oggi mia sorella bellissima e molto eccitante, e anche io mi ero chiesta cosa provavano i ragazzi con cui aveva le sue avventurette. A quel punto sarei stata ipocrita se avessi negato, e fu lei a riprendere la parola in modo più dolce e con un sorriso, vedendomi in crisi e priva di una risposta: “Aspettiamo cosa ci dirà AM. Non prendiamo iniziative tra noi, e in caso vedremo, OK?”, e a me non rimase altro che annuire, con lo stomaco in subbuglio e con le farfalle di nuovo in pancia.

Sul nuovo contatto la risposta arrivò molto più velocemente – proprio come AM aveva promesso – e cominciava con una premessa che non mi aspettavo.

“Buongiorno schiavette, ero indeciso se dirvi questa cosa o meno, per non causarvi preoccupazioni che per il mio contatto sono inutili ma – una volta entrate nel mio ‘harem’ – diventa mio compito preoccuparmi per voi e devo avvisarvi che per contattarmi per qualche ragione avete usato la mail ufficiale di bianca” notai che per la prima volta non aveva messo la maiuscola al mio nome più velocemente di quanto realizzai che era vero, avevo sempre usato la mail del primo contatto senza pensare, e lo avevo approcciato con quella convintissima che non ci sarebbe stata risposta perché la mail nel racconto fosse una invenzione – e questo significava che ero praticamente nelle sue mani, anche forse la sensazione che predominava era per quella minuscola che mi sminuiva e mi faceva sentire umiliata – ma proseguimmo a leggere: “Non dovete preoccuparvi di me, io non ho intenzione di causarvi alcun problema, ne oggi ne domani ne mai, ma se doveste mai contattare qualcun’ altro per motivi simili a quelli per cui lo avete fatto con me, NON USATE LA MAIL UFFICIALE. Con un piccolo giro sui social ho potuto trovare le vostre pagine, e quindi – se volete – potete scattare foto e girare video senza preoccuparvi di nascondere il viso, dato che vi ho già visto in faccia sui vostri profili.” ero letteralmente agghiacciata, cosa stava per succedere? “Ribadisco, non ho intenzione di ricattarvi ne sputtanarvi, l’ho detto solo perché quello che avete fatto è un grave errore che non dovete ripetere, e siete state fortunate a farlo con me che non sono un malintenzionato.”

Non sapevo come prenderla, ma ormai era fatta e interrompere ora non aveva senso. “Veniamo alle foto e all’esecuzione del compito” proseguiva “il servizio fotografico è discreto ma scarso in quantità e mi aspetto di più anche come qualità, ma essendo stato fatto la prima volta era scontato che l’agitazione vi avrebbe tenuto distratte. Per stavolta non vi punirò. Avete entrambe notato quanto sia potente la stimolazione del capezzolo quando effettuata con forza, vi abituerete al lampo di dolore all’apertura della molletta e diventerà parte del piacere di farlo.” guardai mia sorella e dissi preoccupata “dovremo continuare a torturarci i capezzoli?” e la piccola bastarda rispose che a lei era piaciuto, la aveva stimolata a godere di più e non era un caso se aveva squirtato per la prima volta, argomento che non potei contestare dato che anche io non lo avevo mai fatto prima.

Finiva dicendo che ci avrebbe ricontattato per nuovi ordini per il suo piacere, quindi non restava che attendere. Affrontai il discorso privacy con Rosy, e lei pareva meno preoccupata di me: “se avesse voluto sfruttare questo errore lo avrebbe già fatto, credo che alla fine forse possiamo davvero avere fiducia in lui” – E basta, dal suo punto di vista aveva esaurito il discorso e non c’era altro da dire ne da fare. Probabilmente aveva ragione, e non rimaneva che andare avanti a leggere cosa ci aveva scritto.

“Ordine per domani, dato che per oggi avete eseguito tutto sommato bene il compito: Prenderete degli slip puliti – di cotone, non di pizzo – e ve li pianterete con le dita dentro le fichette fino a riempirvi bene e lasciare fuori solo un piccolo lembo: se avete da uscire vestitevi e fatelo con le topine riempite dal cotone, altrimenti comunque camminate in giro e fate quello che dovete fare cercando di rendere invisibile il fatto che avete le fighette piene da scoppiare. Abituatevi all’idea di essere in pubblico in condizioni segretamente indecenti e da troiette, perché ve lo farò fare ogni volta che ne avrò voglia, con questo ed altri mezzi per tenervi stimolate ovunque, anche davanti agli altri. Se non riuscite a infilare dentro il cotone da sole vi aiuterà l’altra, se non volete avere le dita di vostra sorella dentro fate del vostro meglio per riuscirci senza aiuto”

Temevo già che la sorellina “non ci sarebbe riuscita”, e avrei dovuto dargli una mano, o meglio qualche dito, e la cosa mi metteva veramente in subbuglio, ma tenni per me la considerazione. Rosy si limitò a rispondere con “OK” a cui AM replicò con un “Non mi piace OK, risponderete con Si Padrone. Mi raccomando la maiuscola.

Non restò che adeguarsi, e mettere un “Si Padrone” a questo commento di AM.

“Terrete le mutandine dentro per due ore, per cominciare. Quando le toglierete assaggiatele, saranno intrise di succhi. Voglio che entrambe lecchiate entrambi gli slip, per confrontare i sapori. Se volete le lodi invece di dare una veloce leccatina succhiate la stoffa per estrarre più succo”

La sorellina rispose di nuovo con un “Si Padrone” sorridendo verso di me e mi disse “Sai, mi piace questa cosa, la fantasia che non abbiamo mai messo nella masturbazione e nel sesso mi stimola parecchio, guarda, sono fradicia” e si toccò con due dita la patata, mostrandomele poi completamente piene di succhi. Il grosso problema è che anche io ero fradicia e mi odiavo per questo. Mi piaceva venire umiliata, e lui lo faceva alla grande.

Tirammo fuori i post-it con il marchio e scegliemmo gli slip – stavolta cercai di pescare quelli perfetti: cotone liscio, dimensioni ridotte per infastidire il meno possibile e colore rosa cipria, così il lembo che sarebbe rimasto fuori si sarebbe mimetizzato al meglio – e anche la sorellina prese un paio simili tra le sue: non restava che procedere e metterle dove AM aveva ordinato; Rosy per evitare di rimanere nuovamente con poche foto mi mise in mano il suo telefono dicendomi “prima vado io, fammi un video mentre le infilo dentro”, io lo feci, ipnotizzata dalle immagini che vedevo dal vivo e sullo schermo delle dita di mia sorella che a gambe larghe infilavano dentro la stoffa, accompagnandola dentro con le dita. Appallottolava un po’ di stoffa contro la vagina, poi la spingeva all’interno, mugolando di piacere, e quando era dentro ripeteva la cosa, ancora e ancora fino a quando solo un piccolo angolo di cotone sporgeva dalle grandi labbra. “E’ strano ma fenomenale, non è la stessa sensazione che da un corpo rigido come un pene, è diverso ma comunque è una penetrazione che si fa sentire e ti fa sentire pienissima e stimola molto piacere. Provo a camminare su e giù per la stanza, fammi un altro video” – di nuovo girai le scene erotiche di mia sorella nuda che camminava su e giù, ormai senza preoccuparmi di mascherare il volto, e alla fine venne vicina e alzò una gamba per mostrare la piccola parte di stoffa che fuoriusciva dal suo corpo.

“Tocca a te, dammi il telefono” – imbambolata e imbarazzata lo feci, lei partì con un campo più largo, inquadrandomi completamente spogliata e con una gamba sulla sedia da una certa distanza, e poi si avvicinò a fare il dettaglio delle mie dita che copiando i suoi movimenti infilavano la stoffa all’interno, e purtroppo non potevo far a meno di provare un piacere perverso da tutta la situazione: la vergogna di mandare un simile video a uno sconosciuto, quella di avere mia sorella che mi vedeva infilarmi roba nella vagina, quella di sapere che in quelle condizioni ci avrei trascorso due ore e se ci fosse stata la necessità sarei anche dovuta uscirci e – forse la cosa peggiore – quella di provare un tremendo piacere nel farlo. Sentivo tremare i muscoli delle gambe da piacere, sentivo contrarsi il mio sfintere, reagendo ai movimenti delle dita e all’accumularsi degli slip all’interno del mio corpo. Mi pareva che mi scoppiasse la figa per l’eccitazione e la pressione della stoffa.

Quando ebbi finito di metterle anche io cercai di camminare, ci riuscivo ma camminando si sentivano di più. Mi pareva di camminare a gambe spalancate, ma era una sensazione che non era confermata dalle immagini che poi riguardai nel telefono di Rosy, in realtà nessuno avrebbe capito che stavo godendo come una scrofa percependo quel grosso ingombro dentro al mio corpo.

Non restava che attendere le due ore.



Autore: alphamaster@mail.com

Nella raccolta:

Due sorelle molto complici: la storia di Bianca e Rosa, che si avventurano gradualmente nel mondo della dominazione, dell'autoerotismo e... chissà.

Scritto da:

Sono un maschio etero, dominante. Amo intrattenere rapporti con donne sottomesse tramite email o Telegram.

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