La bottiglia

La giornata si era aperta splendidamente per Daryna e non era l’unica cosa che si era aperta. In questo momento si trovava a quattro zampe sul letto con il collo di una bottiglia di champagne nel culo, ubriaca marcia, alla mercé di uno dei suoi vecchi più perversi.

Ma torniamo indietro un attimo. Dopo il suo focoso incontro con Walter, Daryna aveva continuato ad impegnarsi per far prosperare la sua attività, del tutto convinta che la sua nuova fiamma avesse compreso il suo mestiere.

Nelle settimane successive era riuscita a frequentare più assiduamente Carlo, che l’aveva ricoperta di costose attenzioni. Si era rifatta un notevole guardaroba invernale, così da prepararsi per i freddi mesi a venire, dato che il condominio non aveva un riscaldamento particolarmente performante. Poi ovviamente erano venuti i gioielli e l’alcol. Carlo possedeva una cantina piuttosto ben fornita, viveva da solo e non era nemmeno così anziano rispetto ai suoi soliti clienti. Non avendo legami le poteva quindi dedicare tutte le sue attenzioni e soldi. In cambio Carlo le chiedeva di presenziare con lui come accompagnatrice a eventi per ricconi, matrimoni, insomma tutta roba che per gli standard di Daryna, poteva essere considerata alta società.

Ovviamente poi c’erano i favori sessuali. Carlo non sarebbe nemmeno stato troppo male, se non avesse avuto sempre idee strane da provare. Invece le toccava subire cose come quella che stava succedendo adesso.

La serata era cominciata sfavillante: flutes di champagne, gente che donava a enti di beneficenza e vestiti di marca. Daryna sfoggiava un grazioso tubino nero, che le lasciava scoperto il seno prosperoso. Girava tra gli ospiti senza parlare con nessuno, ma sorridendo a tutti, volteggiando tra un bicchiere e l’altro senza badare alla quantità che tracannava.

La serata trascorse piacevole e Carlo, soddisfatto della compagnia, la portò a casa sua. La fece accomodare e le offrì un Don Perignon, che ovviamente lei accettò senza esitare e ovviamente senza nemmeno apprezzarlo. Mentre parlavano di frivolezze, Carlo le mise una mano sulla coscia e strinse appena per farle capire che aveva voglia di scopare. Lei, inebriata, si alzò e ondeggiando si fece guidare in camera da letto insieme alla bottiglia.

Carlo cominciò a spogliarla, ad accarezzarla, a pizzicarle i capezzoli. Lei non capiva più niente, godeva e basta, un po’ per tutto quel vino e un po’ per abitudine. Lui la spinse sul letto e le tolse anche l’ultimo indumento, sfilandoglielo dalle gambe morbide. Una volta nuda, cominciò ad accarezzarla ovunque, sulle gambe, sul seno, sul sesso. Si tolse la giacca e la lanciò su una sedia, si allentò la cravatta e si sbottonò i pantaloni ormai stretti a causa della sua erezione e tirò fuori il cazzo turgido. Non si spogliò. A lui piaceva così: gli piaceva avere il pieno controllo delle sue puttane. Afferrò Daryna per la caviglia e la tirò a sé, le piazzò la bottiglia di champagne in mano, la bocca davanti al cazzo e con tono imperioso le ordinò: “Versa lo champagne sul cazzo e succhia troia!”.

Daryna nel suo stato confusionale, trovandosi davanti ad un cazzo attivò il pilota automatico. Versò lo champagne con mani tremanti sul cazzo di Carlo e poi cominciò a spompinarlo come un’ossessa prendendolo nella sua gola profonda e allenata. Carlo grugniva come un animale mentre le scopava con foga la bocca. Daryna succhiava lo champagne deliziata e il sapore mischiato a quello del cazzo profumato di Carlo la sballava, meglio della cocaina di Walter. D’un tratto, con un grande sforzo di volontà, Carlo estrasse il cazzo dalla bocca di Daryna e le prese la bottiglia ormai vuota dalle mani.

“Girati! A quattro zampe!”.

Con un po’ di fatica Daryna si mise in posizione e subito sentì una lingua che la leccava in mezzo alle chiappe e un pollice che premeva insistente all’entrata del suo buco. Dopo qualche minuto Carlo si decise a infilarlo dentro tutto e iniziò a farla godere così, mentre col resto delle dita le toccava la figa e il clitoride. Daryna venne quasi subito, le braccia che tremavano nello sforzo di sostenersi completamente ubriaca. Soddisfatto del bel lavoro, Carlo avviò quindi l’ultima fase della sua serata. Prese la bottiglia versò le ultime gocce sul buco di Daryna e poi cominciò ad infilarne il collo all’interno. Daryna a quel punto non riuscì più a reggersi, le braccia cedettero e si ritrovò con il culo in aria e la faccia premuta contro il materasso, nel quale affondava così tanto che quasi rischiava di soffocare. Quando Carlo si mise a muovere la bottiglia nel suo culo e a tirala fuori fino a che la parte finale, più larga, le stimolasse l’entrata, lei cominciò a gridare, mentre lui si masturbava furiosamente alla vista di tale spettacolo. Il collo della bottiglia scorreva dentro il suo retto con facilità ormai e andava a stimolarla deliziosamente in tutti i punti giusti, tant’è che dopo poco, tra gemiti e urla venne di nuovo. A quel punto le cedettero anche le gambe e collassò su un fianco portando con sé la bottiglia che rimase incastrata nel suo culo, ma lei non se ne curava.

Carlo, nel frattempo, a quella vista sublime, aveva raggiunto il suo orgasmo e le stava venendo copiosamente addosso. Appena le ultime scosse furono finite, appoggiò le ginocchia al letto per riprendersi e quando la vista si snebbiò, afferrò la bottiglia e la estrasse dal culo di Daryna che fece un verso contrariato mentre russava ormai addormentata. La lasciò lì, nuda e sporca di sperma e la coprì semplicemente con le lenzuola, mentre lui prese posto nella stanza degli ospiti.

***

Il giorno dopo Carlo la riaccompagnò a casa. Lei aveva una sbornia da paura, infatti lo salutò velocemente, entrò in casa e corse in bagno per vomitare l’anima. Mentre era piegata sul cesso, entrò Giovanni che la guardò scuotendo la testa. “Deduco che stasera non combineremo niente”. Daryna per tutta risposta gli fece il medio.

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Il disagio è il mio pastore.

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