La terapia del clistere

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La luce comincia a filtrare più consistente dalle finestre, e i rumori della città che comincia a svegliarsi fanno fremere Isotta dopo una breve nottata di sonno. Può finalmente alzarsi e cominciare a prepararsi, cercando di mantenere una certa calma per far apparire tutto normale al resto della famiglia. Certo già il fatto di essere in piedi così presto nonostante gli esami dell’università siano finiti potrebbe destare qualche sospetto, ma niente che una buona scusa come una passeggiata in montagna coi suoi compagni di corso non possa risolvere. La verità invece è che finalmente, dopo quasi un mese d’attesa, il giorno è arrivato.

Dopo essersi sistemata in bagno, torna in camera per scegliere i vestiti adatti; specchiandosi vede il suo bel corpo da ventenne, tonico ma non troppo, due gambe lunghe e magre, un fondoschiena definito e sporgente, davanti un monte di venere curato e appositamente depilato per l’occasione, i fianchi stretti e poco sopra dei seni morbidi e ancora sodi, non piccoli ma neanche esageratamente prominenti. La pelle pallida, il viso lentigginoso, gli occhi di ghiaccio e i lunghi capelli rossi, non certo una visione da poco, come le hanno più volte confermato amici e amiche.

Elisa la aspetta a casa sua per le 10.00, ha tutto il tempo per sistemarsi e raggiungerla in macchina, ma «senza colazione, mi raccomando», le ha ricordato per messaggio il giorno prima, per ottimizzare l’esperienza a cui sarà sottoposta.

Alla metà di agosto Isotta si era recata dalla sua psicologa, che vedeva ormai da circa un anno per le sue insicurezze sentimentali e, forse soprattutto, sessuali. Il problema principale era che non si sentiva mai veramente eccitata col suo ragazzo, e anche per questo avevano rotto da un po’. Durante le sedute, scavando a fondo, erano emersi una serie di desideri che neanche pensava di avere, e che svelavano in lei un certo fascino per la sottomissione, nonché un’attrazione per il suo stesso sesso, cosa che da tempo sospettava, considerata anche qualche piccola esperienza avuta negli anni precedenti. Visto il rapporto molto stretto che si era venuto a creare con la sua terapeuta, comunque professionalmente distaccata, quel caldo giorno di agosto le aveva infine proposto di provare un diverso tipo di approccio all’erotismo, per verificare se fossero effettivamente quelle le pratiche che più la coinvolgevano. Le aveva passato il contatto di una sua amica, un’infermiera di 32 anni di nome Elisa, che nel tempo libero si dilettava in pratiche fetish, niente di troppo spinto, ma di certo qualcosa di diverso per Isotta. Il giorno stesso, un po’ esitante ma decisamente curiosa, l’aveva chiamata e, dopo averle esposto la sua situazione, le aveva confessato la sua attrazione, più volte emersa durante le sedute, per i clisteri, probabilmente legata a quelli che aveva dovuto subire da piccola per ordinari problemi di costipazione. Non sapeva bene cosa la intrigasse, ma il pensiero di essere nelle mani di qualcun altro, costretta, magari, a ricevere un clistere, contenente qualche sostanza purgante che le avrebbe riempito lo stomaco e l’avrebbe fatta soffrire, sia per trattenerlo che poi per rilasciarlo, quel misto di costrizione, sottomissione e umiliazione, spesso pensandoci le provocavano la pelle d’oca e una strana sensazione di eccitazione.

Elisa le aveva quindi dato appuntamento per i primi di settembre, senza aggiungere informazioni su cosa avrebbero fatto, e l’unica istruzione era stata quel messaggio «senza colazione, mi raccomando».

Arrivata davanti alla casa, Isotta parcheggia e suona il campanello. Le viene ad aprire Elisa, una giovane donna, anche lei piuttosto alta e con un fisico notevole, formoso, mora e con un volto delicato e suadente. Si presentano e la fa accomodare nell’appartamento, spazioso e luminoso, ordinato ed arredato in modo elegantemente minimale.

«Allora, la tua psicologa mi ha parlato un po’ di te, sempre nel rispetto della tua privacy ovviamente, e abbiamo concordato insieme qualcosa da farti provare… se ancora te la senti?». Se la senta o meno Isotta non lo sa, non sa cosa potrebbe succedere, ma si fida della terapeuta e sente crescere sempre di più la curiosità.

«Credo di sì», risponde timidamente.

«Perfetto, allora iniziamo, aspettami di là in camera e spogliati. Tranquilla, siamo fra donne adulte, nessun imbarazzo d’accordo?».

«Va bene», risponde dopo un attimo di esitazione.

Raggiunge la camera, si toglie i vestiti e resta solo con le mutandine e il reggiseno, indecisa se debba levarsi anche quelli. Elisa la raggiunge subito e Isotta resta piacevolmente interdetta quando la vede entrare, vestita con un completo di intimo in pizzo bianco che mette in risalto le sue belle forme.

Sorride e le dice: «mi avevi già accennato del tuo interesse per i clisteri… nel mio lavoro ho più volte dovuto prepararne e somministrarne, perciò penso di saperne qualcosa, e li trovo anch’io molto eccitanti se usati per provare o dare piacere… vedremo se per te sarà lo stesso». Isotta sente dei brividi cospargersi per tutto il corpo.

«Per cominciare dobbiamo pulirti bene, non hai fatto colazione vero?».

«No», risponde Isotta con voce fievole.

«Perfetto, così ci saranno meno problemi e la pulizia sarà più completa ed efficace. Mettiti a carponi sul letto e appoggia la testa sul cuscino».

«Perché?».

«Non preoccuparti del perché, se ti fidi della tua psicologa puoi fidarti anche di me, perciò da adesso farai quello che ti dico, così potrai vivere al meglio questa esperienza».

Isotta si fida certo, si sente un po’ in imbarazzo, ma la decisione e la tranquillità con cui Elisa si sta ponendo le fanno fare lo sforzo di ubbidire senza altre domande. Si posiziona quindi come indicatole ma ecco che Elisa le abbassa le mutandine, disinvolta, come fosse una cosa normale. Non lo è per niente per lei, farsi denudare da un’estranea, per quanto si possa fidare!

Si tira su svelta ricoprendosi, ma uno schiaffo secco e deciso sul sedere la fa sobbalzare.

«Ahi!»

«Cosa ci siamo appena dette?»

«Scusa, ma non me lo aspettavo»

«Ascolta, siamo solo noi due, abbiamo tutto il tempo che vogliamo. A me piacciono gli uomini ma non mi dispiace provare qualcosa anche con altre donne… e anche tu, a quanto ne so, non sei attratta unicamente dall’altro sesso. La nudità perciò non è un problema fra di noi, anzi… Non faremo niente che tu non voglia, ma se accetti di provare questo, diciamo, “trattamento”, ti assicuro che potrebbe risultare molto piacevole, basta solo che faccia quello che ti dico senza proteste».

Certo l’imbarazzo è tanto, ma anche l’eccitazione è ormai troppo cresciuta e Isotta acconsente annuendo. Riprende la posizione e la sua lunga chioma ricade sul cuscino, lasciando nuda e in bella vista la schiena candida, che culmina nel suo rotondo fondoschiena. Elisa abbassa nuovamente le mutandine, Isotta la sente che armeggia con qualcosa, poi improvvisamente una sensazione di freddo sul suo buchino.

«Adesso rilassati, ti lubrifico un po’».

E dopo un breve massaggio all’esterno, infila lentamente l’indice, sempre più in profondità, roteandolo allo stesso tempo per spargere bene il lubrificante. Isotta prova solo un leggero fastidio, non è comunque la prima volta che qualcosa si infila lì dietro, ha passato anche lei l’adolescenza sperimentando diverse cose, ma la novità ora è che un’altra persona la sta penetrando, e la cosa non le dispiace affatto.

Elisa ritrae presto il dito, sostituendolo prontamente con una supposta che viene risucchiata all’interno, seguita subito da un’altra.

«Ti ho inserito due supposte effervescenti – spiega Elisa – così cominciamo a svuotare il tuo intestino. Faranno effetto presto, intanto puoi metterti seduta».

Dopo dieci minuti, Isotta sente uno stimolo che cresce velocemente, misto a un certo calore che emana la sua patatina.

«Sento che devo andare in bagno», dice poco dopo.

«Aspetta altri due minuti, così fanno bene il loro lavoro», risponde comprensiva Elisa.

Passano due minuti, e poi altri due, Isotta comincia ad avvertire dei lievi crampi, corre perciò in bagno e si libera con più scariche. Una volta ripulita torna in camera, dove Elisa la sta aspettando con in mano un oggetto che Isotta ben ricorda dalla sua infanzia, una peretta di gomma, e di fianco una bacinella piena di un liquido biancastro.

«Ora completiamo la pulizia… ti somministrerò un litro di acqua ben saponata, così eliminiamo ogni residuo all’interno».

La vulva di Isotta, che con l’acqua del bidet si era appena raffreddata, torna a pulsare e scaldarsi. Riprende la posizione a carponi, con la testa premuta contro il cuscino. Sente Elisa che riempie la peretta, la unge con una goccia di lubrificante e, senza neanche avvertirla, la spinge nel suo buchino, provocandole una scossa, che Elisa intuisce subito essere di piacere. Fingendo di non badarci, con un sorrisetto, spreme il liquido dentro Isotta, che lo sente bruciare, a causa del molto sapone presente nell’acqua. Seguono altre tre somministrazioni, con la pancia che si riempie pian piano e la sua patatina che inizia a perdere qualche goccia di liquido.

«Sembra che qualcuno stia apprezzando il trattamento», commenta soddisfatta Elisa, ma l’eccitazione di Isotta svanisce presto quando cominciano a presentarsi i primi crampi. Conclusa la somministrazione del liquido, Elisa le impone di aspettare dieci minuti, così che il sapone faccia bene il suo effetto, e nel frattempo le massaggia dolcemente la pancia, per spargere il clistere nell’intestino ed alleviarle un po’ il dolore dei crampi. Il sapone brucia e gli stimoli per espellere tutto sono sempre più forti; Isotta ha caldo, lo sforzo per trattenersi la fa sudare, e non riesce più a provar piacere come prima, nonostante possa ancora avvertire bagnato lì sotto. Per darle un po’ di sollievo, Elisa prova a stimolarle i capezzoli, che subito diventano turgidi, così ai lamenti si aggiungono anche piccoli gemiti di piacere. Una scossa di dolore fa però contorcere la poveretta, segno che ha raggiunto il limite di sopportazione dopo un quarto d’ora di ritenzione.

«Sei stata brava, corri in bagno adesso» le sussurra Elisa all’orecchio.

Isotta non se lo fa ripetere e, tenendosi la pancia ancora in preda ai crampi, si dirige più veloce che può verso il bagno, dove si libera del liquido fra scrosci e sospiri di piacere. Nonostante il suo imbarazzo, Elisa arriva a controllare, e può constatare compiaciuta che le supposte e il sapone hanno fatto il loro dovere, lasciando ora l’acqua solo leggermente opaca.

«Abbiamo finito con la prima fase di pulizia – annuncia alla ragazza – ora prendiamoci qualche minuto per farti riprendere».

 Dopo aver messo a scaldare altra acqua nel bollitore, riaccompagna Isotta in camera e la fa stendere sul letto.

«Allora… vediamo di farti rilassare un po’», e detto questo prende un vibratore dal cassetto e comincia a passarlo sulla sua patatina, facendola fremere immediatamente.

Sono istanti di puro piacere in cui il corpo di Isotta, svuotato dai clisteri e stimolato dalle mani esperte di Elisa, trema e si inarca, mentre i gemiti si fanno più forti. Sente ad un certo punto l’orgasmo imminente, e lo sente anche Elisa, che subito ferma il vibratore ed interrompe bruscamente il suo godimento.

«No! Perché!? Ero vicina ormai!», protesta lei con voce ancora affannata.

«Non è ancora il momento per questo, ci arriverai a tempo debito – la blocca subito Elisa – ora aspettami qua», le dice uscendo dalla stanza.

Una volta in cucina, aggiunge all’acqua nel bollitore una buona dose di glicerina liquida e il succo di due limoni, mescola il tutto, mette a raffreddare la soluzione, ancora bollente, nel lavandino riempito di acqua fredda e, raggiunta la temperatura ottimale, la versa dentro una grossa sacca per clisteri, riempiendola fino al segno dei due litri. Torna poi in camera, dove Isotta la sta aspettando.

«Eccoci qua, possiamo passare alla fase successiva. Questa volta ho preparato un clistere che solitamente uso con funzione punitiva… sono due litri di una soluzione calda di acqua, glicerina e limone, avrà un effetto molto purgante ma ti aiuterò a trattenerlo… e potrebbe risultare molto eccitante, anche se un po’ doloroso».

Isotta rimane inizialmente spaventata da questa presentazione, ma Elisa le spiega pazientemente che non può succedere niente di grave e che sarà un’esperienza provante ma molto soddisfacente. Alla fine, convinta anche dal fatto che ha già subito ormai i due lavaggi precedenti e non avrebbe quindi senso fermarsi proprio adesso, acconsente e si lascia guidare da Elisa.

«D’accordo, proviamo un’altra posizione adesso, sdraiati di schiena e portati le ginocchia al petto».

Isotta fa come le dice, esponendo così le sue nudità alla vista deliziata e bramosa di Elisa, che si sofferma un momento ad ammirare le belle labbra strette ed il buchino, tutto accuratamente depilato e liscio al tatto.

 «Per fare in modo che faccia meglio effetto ed entri più in profondità useremo un altro tipo di cannula», le dice mostrandole un tubicino di gomma arancio lungo e sottile, fissato al tubo della sacca.

Isotta annuisce, mentre Elisa sta già lubrificando lo strumento.

«Un bel respiro ora», e subito introduce la cannula dentro di lei e comincia a spingerla sempre più in profondità. Isotta si contorce e geme un poco, sentendo quella presenza invadente risalire al suo interno, finché questa non scompare fino all’ultimo centimetro nelle sue viscere.

«Ora aprirò il rubinetto… cerca di rilassarti, ci vorrà qualche minuto perché tu lo prenda tutto», e detto questo libera il liquido che comincia a fluire nell’intestino di Isotta.

Presto una sensazione di caldo si sparge in tutto il suo corpo, unita ad un fastidioso bruciore dovuto alla gran quantità di glicerina.

Passa un po’ di tempo, Isotta comincia a sentirsi piena ma si accorge che il livello del liquido è sceso soltanto della metà. Elisa prende a massaggiarle la pancia, per distribuire meglio l’acqua in tutto l’intestino, ma di lì a poco i crampi cominciano ugualmente a farsi sentire.

«Non so quanto riuscirò a trattenerlo», sussurra Isotta con voce provata.

«Resisti ancora un po’, è quasi finito», e nel dirlo aumenta il flusso per farlo terminare più velocemente. Isotta sente come un fiume in piena invaderle le viscere, e le spinte per espellerlo si fanno ancora più forti. Geme e si contorce, per quanto glielo permetta la posizione che Elisa le impone di mantenere, e solo a stento recupera il controllo.

«Ecco fatto!» esclama Elisa poco dopo.

«Aspetterai quindici minuti prima di rilasciarlo, perciò ti darò una mano per trattenerlo».

Prende quindi un plug di dimensioni medie, lo lubrifica, e comincia ad estrarre la cannula. L’operazione richiede un paio di minuti, essendo il tubicino molto lungo e dovendo fermarsi spesso per evitare che le spinte per espellere il liquido diventino troppo forti. Una volta estratto completamente, Elisa fa fare un altro respiro profondo ad Isotta e subito le inserisce il plug, dovendo spingere leggermente e facendola urlare e sobbalzare un po’ per la sorpresa e un po’ per il lieve dolore causato dalla dilatazione improvvisa.

«Tranquilla, è solo un tappo per evitare perdite indesiderate», le dice, facendole assumere nuovamente la posizione.

«Adesso chiudi gli occhi e cerca di rilassarti per quanto ti è possibile».

Prende poi nuovamente il vibratore e torna a stimolare il clitoride di Isotta, mentre con la mano libera le massaggia la pancia. Sensazioni contrastanti si mescolano nella poveretta, tormentata dai gorgoglii e dalle spinte che arrivano dalla sua pancia ma piacevolmente stimolata allo stesso tempo dal vibratore.

Passano dieci minuti in cui si contorce, geme di piacere, poi di dolore per i crampi, poi nuovamente di piacere, tanto che cominciano a scorrerle alcune lacrime dagli occhi.

«Non ce la faccio più, devo andare», implora con voce singhiozzante.

«La glicerina causa questi potenti stimoli, cerca di sopportare ancora un po’ così ti purgherà per bene».

Ma la ragazza si trova ormai al limite e poco dopo Elisa, accorgendosene, le permette finalmente di andare a liberarsi. L’aiuta ad alzarsi e la tiene mentre si dirigono verso il bagno, con Isotta che si tiene la pancia per i dolorosi crampi e le spinte sempre più forti. Una volta seduta, Elisa fa appena in tempo ad afferrare il plug che subito una violenta scarica lo espelle dal buco; Isotta geme e si lamenta mentre spruzza fuori tutta la terribile purga, mentre Elisa, per aiutarla, le massaggia e preme la pancia, così da farla liberare al meglio. Terminati gli stimoli più forti, Elisa esce dal bagno per lasciarle un po’di privacy mentre finisce di svuotarsi. È un’operazione lunga, Isotta sente il bruciore causato dalla soluzione irritante, che le continua a causare molti stimoli anche quando si è completamente liberata.

Finalmente, esausta ma non più sofferente, torna in camera, dove l’altra la sta aspettando.

«Sei stata brava, hai sopportato una ritenzione piuttosto difficile. Com’è stato?»

«Durissima, ma in qualche modo mi è anche piaciuto», risponde debolmente Isotta.

«In che modo?»

«Penso per il fatto di essermi sentita così piena, bloccata e costretta a trattenere il clistere».

«La sottomissione è una condizione molto eccitate per alcuni, più di quanti lo vogliano ammettere probabilmente, e vale anche per te a quanto pare – spiega Elisa con un sorriso – ma per oggi direi che abbiamo finito. Se sei soddisfatta e ti è piaciuto magari potremmo rifarlo, provare altre cose…».

«Ci penserò, intanto penso che andrò a riposarmi», conclude Isotta, quando in realtà sa già che vorrà ripetere quello che ha provato quel giorno.

Così si riveste, prende le sue cose e torna a casa.

«Fai attenzione, nelle prossime due/tre ore potresti sentire ancora qualche stimolo dovuto ai residui del clistere che non hai espulso completamente», le ricorda Elisa prima di salutarla.

Una volta a casa, Isotta si stende sul letto, decisamente provata, ma non troppo per non raggiungere finalmente l’orgasmo che Elisa le aveva negato. Prende quindi il suo vibratore dal cassetto e basta poco prima che si riaccenda l’eccitazione ed esploda in un orgasmo potente che le toglie il fiato.

Dopo essersi risistemata, si presenta a tavola per la cena, ma non fa in tempo a finire il suo piatto che un forte crampo alla pancia la fa piegare in due. Senza dire niente, si alza in fretta e raggiunge il bagno, dove rilascia un discreto quantitativo d’acqua opaca, i residui di cui le aveva parlato Elisa.

La mamma bussa alla porta preoccupata, ma Isotta la rassicura, dicendole che è solo un mal di pancia da stitichezza. Scusa sbagliata perché, dopo averle detto di restare in bagno ed aspettarla, la mamma torna con una bacinella d’acqua biancastra e una peretta.

«Non vorrai mica che peggiori, piegati sul lavandino così ti somministro un buon clistere che ti aiuterà a stare meglio».

Cosa può fare Isotta, se non obbedire per evitare di doverle spiegare tutto, così assume la posizione e subito la sua nuova aguzzina inizia la somministrazione dell’ennesima purga della giornata.

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