Massaggio di coppia

Ormai da parecchie settimane, Francesca ed io siamo “coppia” nel senso che usciamo, ci vediamo, incontriamo gente. Siamo andati a fare un weekend in barca, una bella uscita di un paio di giorni auspice un tempo un po’ anormale per ottobre con temperature veramente primaverili, aria tiepida e sole che scalda al punto tale da mettersi in costume.

Ho invitato il mio avvocato, Fabrizio Steffani, e la sua socia/assistente, Laura, da poco assurta al ruolo di amante/compagna dopo la dolorosa perdita di sua moglie di cinque anni prima.

Lo capisco, pover’uomo.

A cinquantacinque anni, dopo trent’anni di vita coniugale piatta ma serena, perdere tua moglie per un banale incidente domestico è un brutto colpo. La moglie, di dieci anni più giovane, stava facendo la doccia e rimase folgorata dallo scaldabagno elettrico che era andato in corto e che, montato male, non aveva fatto scattare il differenziale. Una morte orrenda.

Era ad un convegno di divorzisti cattolici, tutti gli avvocati rotali di Roma, a discutere del nuovo ordinamento dei procedimenti di fronte alla Sacra Rota, quando venne chiamato fuori dalla sala mentre era il relatore per conoscere la triste notizia. Per fortuna, io assieme agli altri amici ci impegnammo molto per aiutarlo psicologicamente. Lo sostenemmo cercando di coinvolgerlo nelle nostre attività extra lavoro e gli presentammo Laura, una giovane avvocato trentacinquenne figlia di un cassazionista dell’Ordine di Roma, dalle cui oppressive paterne attenzioni voleva sfuggire.

Comunque, questa bella e brava ragazza si è innamorata di questo uomo dolce e sensibile, e gli è stata accanto sia lavorativamente che affettivamente fino a che non si è lei stessa dichiarata facendosi trovare, un giorno, nuda sulla sua scrivania…

E da quel giorno il mio caro Fabrizio è come rinato, dopo cinque anni di lutto nel cuore e nel corpo.

E così abbiamo deciso di fare questa uscita con le nostre nuove compagne.

Francesca e Laura si sono trovate subito in sintonia, dedicandosi a prendere il sole piacevolmente caldo a prua, alternandosi nel preparare da bere e portarcelo mentre Fabrizio ed io condividevamo il pozzetto e ci alternavamo al timone raccontandoci piccoli e piccanti aneddoti sulle nostre nuove compagne.

Ad un certo punto, arrivati all’altezza di Ansedonia, decidiamo di ancorarci a qualche decina di metri dalla Formica di Burano, uno scoglione a poco più di tre miglia dalla costa.

Fabrizio ed io mettiamo giù il filaccione con qualche pezzo di esca e aspettiamo sorseggiando un goccio di bianco fresco, ma non facciamo in tempo a vuotare i bicchieri che subito due forti toccate fanno oscillare il filo e poi lo mettono subito in tensione. Molliamo i bicchieri e ritiriamo il filo per accorgerci, con somma gioia e sorpresa, di aver catturato un bel sarago da una trentina di cm abbondanti, poco meno di un chilo.
Evvai, la cena di pesce è assicurata!

“Ragazze, voi che sapete maneggiare bene il pesce, lo pulite voi?” chiedo con voce ironica ridacchiando.
“Ma certo, ci pensiamo noi al vostro pesce! Vedrete come sarete contenti” risponde ridacchiando Francesca, subito spalleggiata da Laura.
“Si certo, ci pensiamo noi al vostro pesce! Ne sarete soddisfatti!” aggiunge l’amica anche lei ridacchiando.

Si alzano dal materassino e noto che sono senza reggiseno, entrambe solo con lo slip del costume.
Francesca indossa una brasiliana con i fianchetti, Laura un perizoma con i laccetti.
Si avvolgono con il pareo e vengono a vedere il pesce appena preso.

“È un bel pesce. Bello grosso. Come piace a me” esordisce Laura, passandosi platealmente la lingua sulle labbra.
“A me quelli troppo grossi non piacciono. Faccio fatica a maneggiarli” risponde per le rime Francesca. “E poi, di solito quelli troppo grossi hanno poco sapore, sono coriacei e brutali! Invece quelli più piccoli sono molto più delicati!” conclude con un sorriso sornione.

Devo dire che il dialogo sarebbe sembrato surreale se non fosse stato che Fabrizio, mio ex compagno di classe, di calcetto e di palestra, è notoriamente superdotato anche rispetto a me che, con i miei oltre 19 cm, ma soprattutto con gli oltre 12 da moscio, faccio la mia porca figura.

E so per sua stessa ammissione che la sua precedente moglie, pur gradendo il sesso, non riusciva a godere né a portare a termine un rapporto sessuale soddisfacente per via delle dimensioni quasi asinine. E questa era stata peraltro una delle cause per la quale non avevano avuto (o voluto) figli.

A quanto pare, invece, Laura era di …più ampie vedute ed apprezzava l’anatomia del suo partner.

Ad ottobre, nonostante l’ora legale, alle cinque del pomeriggio il sole inizia ad esser basso sull’orizzonte e scalda molto di meno. In barca, complice l’umidità, le temperature sembrano minori e bisogna coprirsi un po’.

Il vento è cambiato contro le previsioni, ha girato a maestrale ed il riparo dell’Argentario è troppo lontano per attenuare vento e onde, e decidiamo di salpare in direzione di Cala Galera, a sole 5 miglia di distanza.

Attacco il motore e a 4 nodi per evitare di sbattere troppo l’onda, ci vuole un’oretta circa e nel frattempo contatto la marina per chiedere se c’è un posto in banchina. Sono fortunato, c’è un posto proprio di fronte al molo carburanti, manovra facile e ormeggio all’inglese, di fianco.

Decidiamo di scendere a terra, sgranchirci un po’ le gambe e andiamo in capitaneria a regolare i documenti.

Le ragazze si sono cambiate e si sono fermate al bar del ristorante sotto la torre della Direzione a prendere un aperitivo e stanno amabilmente conversando.

Le raggiungiamo e decidiamo sul proseguo della serata. Possiamo scegliere di mangiare a bordo, cucinando un po’ di pasta ed il sarago già sfilettato, oppure di fermarci al ristorante. “È buio, siamo già seduti, fermiamoci qui” dicono in coro le ragazze, contente di poter sfangare un turno in cambusa.

Ci convinciamo facile, e chiamiamo il cameriere per la comanda.
Ordiniamo da mangiare e da bere, poco, giusto per placare la fame.
Alle nove e mezza siamo in barca. Abbiamo bevuto il giusto, siamo allegramente sobri, o sobriamente allegri.

Nel pozzetto fa freddo, non si può stare fuori. Scendiamo sotto coperta, accendo un po’ la stufa per stemperare l’aria, visto che abbiamo lasciato i boccaporti aperti. Le ragazze approfittano per andare alla toilette mentre tiro fuori una bottiglia di sambuca ed una di buon whiskey per Fabrizio. Io ho già esagerato col vino, oggi, e non posso permettermi altro alcol.

Dopo qualche minuto l’aria si è riscaldata al punto tale che decido di andarmi a cambiare e togliermi i pantaloni lunghi per un più pratico pantaloncino corto portato, more solito, senza biancheria. Anche Fabrizio è della stessa idea, anche lui si trova a suo agio senza mutande sotto al pantalone corto da barca.

Le ragazze escono dalla cabina di prua in cui si erano chiuse, entrambe in felpone e pantaloncino corto da yoga; devo dire che fanno entrambe una splendida figura inguainate in quei capi così attillati.

“Paolo, Laura mi ha detto che lei e Fabrizio sono andati a fare un corso di massaggio orientale assieme quest’inverno” esordisce Francesca. “Laura dice che è una cosa fantastica essere massaggiati in coppia, e questi massaggi aiutano molto il rilassamento perché producono molte endorfine, le stesse sostanze che produciamo con l’orgasmo!”, continua.
“E poi, aiutano molto a sviluppare una forte intesa sessuale” interviene Laura. “All’inizio ti senti a disagio perché il massaggio viene fatto sul corpo nudo, e se non sei abituato puoi provare vergogna o eccessivo pudore. Poi ti rilassi, ti abitui e ti rendi conto che è una cosa assolutamente naturale. E soprattutto, il farlo accanto alla persona che ami stimola appunto la consapevolezza del proprio corpo e dei propri sentimenti.”

Fabrizio annuisce, leggermente in difficoltà.

“Non me ne avevi mai parlato, prima.” gli dico.
“È vero, ma non sapendo come l’avresti presa, ho pensato di evitare” risponde.
“E per quale motivo me la sarei dovuta prendere?”
“È che eri appena…fidanzato…Serve un po’ di intesa perché la cosa funzioni. Non puoi farlo con una persona che conosci poco e con la quale non hai la totale intimità. E non parlo solo di sesso, ma di tutti gli aspetti di vita assieme che si verificano quando due persone vivono la stessa quotidianità” disse allargando le braccia. “Però se pensi di essere pronto, Laura ed io potremmo provare a farvi conoscere queste tecniche.”

Guardo Francesca con fare interrogativo e la vedo interessata. Annuisce e si mette con le gambe raccolte sotto ed un cuscino tra le braccia. Ha voglia di coccole ed il suo corpo parla chiaro.

“Devo però chiarire alcune cose, prima.” dice Fabrizio, mentre Laura annuisce.
“Vai avanti. Facci capire meglio.”, dico.
“È semplice. Il massaggio orientale che vi faremo provare, se vorrete, si chiama tantrico. Il tantra è una filosofia di vita …”
“Si, che permette di fare sesso per ore!” taglio corto io.
“No. O meglio, anche. Ma non è così. Il tantra aiuta a raggiungere la piena consapevolezza del proprio corpo e del proprio sentire. Fatto in coppia, permette di elevarsi a livelli di unione spirituale molto alti, che si ripercuotono beneficamente anche sulla pratica sessuale. E non è necessario fare sesso, anzi, molti preferiscono non arrivare all’orgasmo per non rovinare l’armonia raggiunta. Altri invece usano il tantra per curare problemi di coppia, spesso di comunicazione o di mancanza di fiducia. Il fatto che massaggiatore e massaggiato siano entrambi nudi, implica un certo livello di fiducia e comprensione, quando anche il tuo o la tua partner viene massaggiato con te. Chiaro?”
“Aspetta: mi stai dicendo che non solo siamo nudi noi, ma pure voi?”
“Si, ovvio” interviene Laura. “E inoltre l’uomo massaggia la donna e la donna massaggia l’uomo” continua.
“Ma cosa succede se… ad esempio, io ho un erezione?” chiedo.
“Nulla, è assolutamente normale, sarebbe anormale il contrario. Il massaggio tende a risvegliare le energie sopite ed a farle emergere. Poi vengono canalizzate da un chakra all’altro fino all’ultimo chakra, detto corona, che sta sulla testa”
“Insomma, si mettono in connessione le due teste” ironizzo ridacchiando.
“In un certo senso si, non hai detto una stupidaggine” afferma Fabrizio.
“E che succede se ho voglia di fare l’amore?”
“Dovete avere voglia di fare l’amore, è naturale che l’abbiate. Lo scopo alla fine è quello. Fare bene all’amore.” dice Laura.
“E voi? Non avrete voglia anche voi?” chiede Francesca.
“Certamente. A quel punto, ci separeremo ritirandoci nell’altra cabina, oppure lo faremo assieme a voi, se vorrete e se non sarete a disagio. Non ci devono essere forzature. Tutto deve essere naturale, spontaneo. Sono gesti d’amore, sia fra di noi che fra di voi, che tra noi e voi. Solo Amore. Il sesso viene dopo, vedrete.” conclude Laura. È lei la teorica, a quanto pare.

Guardo Francesca perplesso. Non so cosa ne pensa. Non è mai capitato di parlarne, è una donna libera, ma non libertina e non so come possa prendere questa situazione.

“Che ne pensi?” le chiedo.
“Penso che … se sei d’accordo, possiamo provare. Io non credo che qualcuno possa stuprarmi qui, stasera. E se dovessi essere infastidita o bloccata, possiamo sempre lasciar perdere ed interrompere, no?” mi risponde.
“Ma certamente!” rispondono all’unisono Laura e Fabrizio.
“Va bene, ma come ci organizziamo? Cosa dobbiamo fare? Come ci dobbiamo mettere?”.
“Direi che è meglio usare la vostra cabina, è un po’ più spaziosa e mi pare un po’ più calda.” dice Fabrizio.
“Si, e poi c’è il bagno in camera, il che fa sempre comodo” continua Laura.
“Per cominciare, ci spogliamo completamente ognuno in cabina sua. Voi maschi vi mettete questi attorno alla vita” dice Laura mostrando due foulard di cotonina leggera a stampa batik “e noi ci mettiamo gli stessi annodati attorno al collo e ci troviamo in cabina quando siete pronti. Ok?” conclude.

Guardo Francesca e lei assente con un cenno del capo. I suoi occhi mostrano curiosità mista a perplessità.

“Fra, se non vuoi, non ne facciamo nulla. Sono certo che Laura e Fabrizio capiranno!” le dico prendendole le mani tra le mie e guardandola in quegli occhi.
“No. Voglio provare. Sono curiosa. E poi sono certa che ci piacerà…” ammicca, mentre si liscia il labbro con un dito.

Ci spogliamo. Io sono pronto immediatamente. L’idea di fare un qualcosa di potenzialmente piccante mi stimola e mi rende barzotto sotto il pareo che mostra tutta il mio rigonfiamento. Anche Francesca è pronta in un minuto. Si sfila la felpa, si sfila i pantaloncini ed è pronta a richiudere il suo pareo al collo.

Un minuto e sentiamo bussare alla porta.

“Siete pronti?”
“Si, entrate!”

Laura e Fabrizio sono nella stessa nostra tenuta. Laura è un po’ più robusta di Francesca di seno, ma è appena più magra di fianchi. I quindici anni di età di differenza si vedono solo dai fianchi: quelli di Fra hanno portato due gravidanze, anche se non si direbbe se non per il piccolo taglio del parto cesareo.

Fabrizio si è ripreso dal periodo di sconforto e si vede. È in splendida forma, ha ancora la tartaruga sull’addome e noto che lui è completamente depilato. Non ha un pelo né sul petto, né sulla pancia, né sulla schiena. O sulle gambe. In compenso ha alcuni tatuaggi con simboli orientali che non gli avevo mai visto prima.

Portano una bottiglietta d’olio, alcune strisce di stoffa ed un piccolo supporto sotto al quale mettono una piccola candela che riscalda una ciotola piena d’olio. Accendono inoltre un paio di candele da massaggio che diffondono un profumo speziato nell’aria.
Terminati questi preparativi, Fabrizio mi chiede di collegare il suo cellulare all’altoparlante di cabina per mettere della musica.
Note orientali, suoni di tamburi e di cimbali si innalzano nell’aria contribuendo a riscaldare l’atmosfera.
Spengo la luce centrale e lascio acceso solo un lumino schermato con un pezzo di stoffa rossa, che diffonde una luce calda e sensuale.

Laura ci fa porre uno di fronte all’altro in ginocchio e chiede di seguire e ripetere i movimenti che fanno loro.
Da inginocchiati, giungiamo le mani al petto e ci inchiniamo verso il partner. Dopo di che, ripetiamo un mantra di rispetto e di amore mentre tocchiamo il pube, la pancia, lo stomaco, il cuore, la gola, la fronte e la cima della testa. “I sette chakra.”, afferma Laura.

“Ora ci possiamo togliere i pareo” ci dice Laura che fa da sacerdotessa per questo strano rito. Restiamo nudi l’uno di fronte all’altro. Fabrizio è decisamente …grande ed attira l’attenzione di Francesca, che lo guarda sgranando gli occhi “Avevi detto che era… grosso, ma non così!” rivolta a Laura che sorride sorniona.

Ora ci abbracciamo da dietro. Inizio con Fra che è in ginocchio sulle cosce mentre le accarezzo il seno da dietro. Il mio membro inizia a gonfiarsi un po’ ed a premere sulla sua schiena. La carezzo dalla testa al ventre mentre le soffio lievemente nelle orecchie. Le piace, i capezzoli sono reattivi e la temperatura del collo è aumentata.

Anche Laura e Fabrizio si scambiano le stesse effusioni, la loro intesa è perfetta e lei si inarca spostando il sedere verso il membro del suo partner che è già in stato di semi erezione…. E si vede!

Dopo una decina di minuti di questi esercizi di “riscaldamento”, la temperatura nella cabina è già alta, tanto da aprire la porta per far entrare un po’ d’aria fresca. Ma non è solo la temperatura dell’aria…anche i nostri corpi iniziano a scaldarsi ed i nostri cuori a pompare più forte sangue ed adrenalina.

Laura ci chiede di stenderci a pancia in giù, fianco a fianco. Prendo la mano di Francesca e gliela stringo dolcemente. Lei ricambia la stretta, un tacito segno di intesa “È tutto ok!”.

Fabrizio si inginocchia tra le gambe divaricate di Francesca ed altrettanto fa Laura tra le mie.

Il pisello mi dà fastidio sotto alla pancia per cui chiedo se posso metterlo in mezzo alle gambe “Devi fare quel che senti di fare. Devi stare comodo e rilassato”. Anche Francesca chiede se può alzare un po’ il bacino con un cuscino per alleggerire il peso sul seno. “Ma certo, fai pure” dice Fabrizio. Noto che il suo sguardo è caduto sulle grandi labbra di Francesca, che sembrano inturgidite e più grandi del solito.

La cosa mi genera un’ulteriore pulsione tanto che inizio a sentire il mio pisello che si gonfia un bel po’.

Laura e Fabrizio iniziano a massaggiare i nostri corpi con olio caldo, partendo dai piedi e risalendo per le gambe e poi per le cosce, una volta all’esterno, l’altra all’interno; quando tocca all’interno, Laura porta la mano fino al cavo inguinale strusciando ogni volta contro il mio membro che è sempre più gonfio. Non bastasse, conclude il percorso massaggiando i glutei per poi ridiscendere all’interno del solco titillando l’ano e lo scroto.

Analogamente fa Fabrizio con Francesca. Le sue mani si muovono senza indugio dentro e fuori, passando per la fessura della vulva e generando in lei piccole contrazioni e lievi mormorii di piacere.

Dopo un po’, Laura si stende su di me ed inizia a massaggiare la mia schiena con il suo seno e le cosce con la sua vagina, che sembra gonfia ed umida.

Lo fa anche Fabrizio, ma questa volta Francesca fa il gesto di allontanarsi dal suo membro che nel frattempo è in crescente erezione.

“Fabrizio, mi fai male con il braccio sulla schiena, puoi spostarlo?” chiede.
“Ma se ti sto tenendo i polsi in alto, come faccio a toccarti la schiena con il braccio?”
“Ma se non è il braccio, che cos’è?” “MA NOOO… È ENORME!!!” dice Francesca con uno strilletto, provocando l’ilarità di tutti…
“Shhh, concentratevi sul vostro respiro” ci richiama all’ordine Laura.

Dopo un po’ ci fa girare. Io sono in piena erezione, la cappella è completamente scoperta e luccicante di gocce di liquido seminale.

Francesca ha i capezzoli dritti ed il monte di Venere è più gonfio e proteso verso l’alto. Fabrizio non è ancora del tutto eretto ma pur in queste condizioni è già ben più grosso di me. Anche Laura ha i capezzoli eretti, ma non sembra farvi caso.

Inizia la fase del massaggio frontale. Faccio fatica a mantenere il controllo del mio piacere ed inizio a contrarre il pisello verso la pancia.

Laura esclama “Francesca guarda come faccio” e prende il mio cazzo tra pollice ed indice della mano destra, premendo contemporaneamente i lati e la faccia esterna sotto il frenulo con il pollice della mano sinistra.

“In questo modo rallento le contrazioni e gli impedisco di ejaculare. Tu dovrai fare lo stesso con i muscoli della tua vagina e ora Fabrizio ti mostrerà come”.

Nel frattempo, il mio amico le infila due dita dentro la vulva e le dice “Ora stringi! Bene. Ora rilascia. Bene. Respiro… trattieni, stringi, rilascia, espira. Ecco, ripetiamo.” mentre gira le due dita a faccia in su.
“Ora dovrai fare lo stesso esercizio mentre ti spingo sul punto G, così” e nel frattempo le spinge il bottone magico che la fa letteralmente saltare e serrare le gambe.
“No, Francesca. Mi devi lasciar fare. Devi prendere confidenza con il tuo punto G. Lascia che ti guidi e che ti aiuti.” mentre con l’altra mano le accarezza dolcemente il pube.

Le mie contrazioni sono aumentate di parecchio, ho voglia di segarmi o di scopare…
“No Paolo, devi resistere. Aspetta, proviamo in un altro modo. Francesca, mi permetti di fare un esercizio con il pisello di Paolo?” e Francesca, frastornata e impegnata a capire come resistere alle ondate di piacere, annuisce distrattamente.

“Ecco! Così” e si inginocchia prendendo tutto il mio membro palpitante in bocca fino in gola. Ad ogni mia contrazione risponde una altrettanto energica contrazione della glottide, come se dovesse ingoiare ulteriormente altri centimetri di verga. E piano piano ricupero il controllo e smetto di essere sul punto di venire.

Si toglie il mio pisello dalla gola, si pulisce la bocca e ci dice: “Avrei potuto farlo con la vagina o con il sedere, ma ho paura di farti male con le contrazioni!” con la massima naturalezza di chi ha appena fatto una manovra atletica anziché aver ingoiato un pisello di quasi 20 cm fino alle palle…

Il massaggio continua, ed ogni volta che mi avvicino all’orgasmo, Laura mi blocca in qualche modo, una volta con le mani, una volta con la bocca, una volta con le labbra della vagina, e mi riporta indietro nella rampa del piacere.

Anche Francesca ha instaurato la sua personale battaglia, ma ora Fabrizio le sta massaggiando il clitoride mentre le infila due dita dentro e fuori. Poi risale verso il seno, le titilla i capezzoli e poi riscende. Ogni tanto il suo pollice entra dentro il suo sfintere provocandole botte di piacere e mugolii di soddisfazione.

Laura da par suo ha iniziato il massaggio con la vagina. Mi struscia le sue piccole labbra umide per il corpo, ma soprattutto sul pisello. Sembra come se mi stesse facendo una sega, ma le mani sono lì sul petto e sullo stomaco.

Ad un certo punto, mi dice ad un orecchio “Rilassati”.

Si sposta indietro e mi ficca un dito nel culo muovendolo avanti ed indietro. Nel frattempo, inizia a leccarmi l’asta da cima a fondo mentre l’altra mano mi masturba lentamente. All’inizio provo un po’ di fastidio, ma poi accade una cosa stranissima: inizio a provare un piacere intenso mai sentito prima. È diverso da qualsiasi orgasmo abbia mai provato, più profondo, meno scontato. Mi pare di stare per venire, ma dopo due secondi riscendo nella valle del piacere per risalire dopo poco al parossismo e poi riscendere. Sono sulle montagne russe!

Francesca nel frattempo sta ansimando vistosamente.

Fabrizio sta strusciando la sua enorme cappella, grossa quasi quanto un pugno di Laura, tra le piccole labbra, indugiando un po’ sull’entrata del canale vaginale. A quel punto Francesca si tira un po’ in avanti come per accoglierlo, ma lui si risposta indietro. È entrata giusto la punta della cappella per un paio di centimetri, ma viene prontamente spostata e poi puntata sul buco successivo. Lì Fabrizio dà una piccola spinta, giusto per allargare un po’ lo sfintere, ma senza entrare. Poi rimette dentro il pollice come fosse un plug.

Francesca inizia a sentire forte le morse del piacere.

“Ora tocca a voi. Fate quel che volete, ma cercate di raggiungere l’orgasmo assieme” ci dice Laura. Si toglie e guida Francesca su di me. Poi, prende il mio membro, lo bagna con un po’ d’olio caldo, con lo stesso olio lubrifica la vagina di Francesca dentro e fuori e poi mi guida dentro di lei. Inizio a fare dentro e fuori, non capisco nulla, vedo con la coda dell’occhio Laura che prende in bocca la punta della cappella di Fabrizio, la bagna per bene e poi si impala senza colpo ferire sul quel bastone di almeno 25 cm di lunghezza ma sproporzionatamente più grande di diametro. Inizio a sentirmi vicino, Francesca sbatte e si fa sbattere, siamo quasi all’apice quando Laura ci dice “Fermi! Francesca, prendilo di dietro” e nel dire ciò, prende un po’ d’olio e le unge abbondantemente lo sfintere stranamente rilassato tanto da entrare con tre dita.

Poi mi prende, e mi guida pulsante dentro il suo buchetto. È molto meno accogliente della vagina, lo sento come se fosse un guanto stretto.

“Francesca, quando Paolo sta per venire, strizza lo sfintere più che puoi!” le dice.
E questo è ciò che fa almeno altre tre volte nei successivi minuti.

Ho perso completamente la concezione del tempo. Mi rendo conto da una rapida occhiata all’orologio nautico che sono passate quasi tre ore. Sono quasi tre ore che ho un’erezione continua, ed almeno un’ora che sto scopando Francesca nel culo. Incredibile.

Laura a questo punto ha deciso di prendersi tutto. Fabrizio è steso a pancia in su, i piedi verso la porta e la testa verso la paratia, nel punto più alto della cabina. Laura si stende sopra di lui e si fa infilzare il culo con quel paletto grosso quasi quanto il tangone dello spi…

“Francesca”, le dice, “ora mi devi fare un regalo. Voglio che Paolo mi scopi davanti mentre Fabrizio mi sta di dietro. E voglio che sia tu a guidare il suo membro dentro di me. Me lo concedi?”
Rimango basito. Anche Francesca si blocca. Poi, con la massima naturalezza, risponde “Si. Però poi tocca a me.”

Dire che sono scioccato è dire poco.

Fabrizio mi guarda e mi dice “Devi volerlo. Anzi, dovete essere voi a volerlo. Se non siete d’accordo, finisce qui. Senza problemi. E ognuno gioca con la propria donna e decide come, dove e quando venire. Ma dovete decidere voi. Anzi, Francesca, sei tu quella più … esposta, consentimi. Sei sicura di quel che vuoi?” guardandola con la massima sincerità e franchezza”.
Francesca tace per qualche secondo e poi dice “Si, lo voglio. Ho sempre sognato una doppia penetrazione!” mi dice con sguardo quasi implorante.
“E sia!” rispondo.

Mi appropinquo verso Laura, Francesca prende il mio cazzo, lo succhia e lo bagna per bene. Ora è lei che mette due dita nella fica di Laura e la bagna con un po’ di saliva. Poi lo prende e lo guida, aiutandomi a mantenere l’allineamento…

Inizio a spingere, sento qualcosa di duro sotto la mia cappella: è il cazzo enorme di Fabrizio che è separato dal mio da un sottilissimo diaframma di tessuto connettivo. Laura ansima, inizia a tremare. Dopo qualche decina di colpi, alternati a quelli di Fabrizio, sento un potente getto di liquido caldo che mi inonda la base del cazzo mentre la cappella è quasi stritolata da potenti convulsioni. “Ancora, ancora, spingete di più!” quasi urla. Un’altra decina di spinte mie e di Fabrizio, e un altro potente getto mi investe. Francesca nel frattempo mi sta facendo un rimming e alterna lingua e dito dentro il mio sfintere. Sto per venire, lo annuncio ma in quel momento Laura urla “NO!” e quasi mi stritola la cappella. Un altro piccolo getto, e ansimando mi dice: “Ora tocca a Francesca. Verrete entrambi con lei e per lei”.

Tiriamo il fiato un momento, anche Fabrizio è affannato, lo sforzo di muoversi con il peso di Laura non è piccolo.

Ora Fabrizio ci chiede: “Francesca, come vedi sono piuttosto grosso. Io ti consiglio davanti, e lascia che sia Paolo ad infilarti di dietro. Altrimenti ti faresti male…”

Francesca sembra drogata, quasi inebetita guarda il cazzo mostruoso di Fabrizio e sussurra “di dietro no, di dietro no…”. Poi si scrolla e si mette in ginocchio tra le gambe di Fabrizio, prende la sua enorme mazza e la mette in bocca per quel che può. Arriva al massimo a metà cappella, poi decide di bagnarlo con la lingua. Interviene Laura a supporto che l’aiuta nella salivazione accompagnando le leccate dal lato opposto.

Poi, mentre Francesca si fa vicino per salire sul pisello di Fabrizio, le ficca la lingua tra le gambe e la lecca appassionatamente. “Ora tocca a te, dai!” le sussurra. Francesca si arrampica letteralmente sul cazzo di Fabrizio e lentamente se lo appoggia alla vagina. È enorme, quasi il doppio del mio. Forse è veramente troppo.

“Fra, non farti male, lascia perdere. Chiudiamo qui!” le sussurro.
“No, lo voglio. E quando mai mi ricapita un’occasione del genere? E poi, se è uscita la testa di un bambino, entrerà pure quella testa di cazzo!” e sbottiamo a ridere per la battuta.

È visibilmente in sofferenza.

Laura, da vera sacerdotessa di questo rito pagano del dio Shiva, si adopra massaggiandole il clitoride ed inserendole un paio di dita in culo per stimolare piacere e dilatazione. Alterna dita e lingua, davanti e dietro, fino a che prima la cappella e poi metà dell’asta sparisce dentro. Francesca sbuffa, si appoggia con il petto sul viso di Fabrizio e con la mano alla paratia per mantenere l’equilibrio. Laura mi prende, mi succhia il cazzo, se lo ficca fino alle palle in gola stimolando un paio di conati, poi lo tira fuori e mi finisce di lubrificare con le secrezioni mucose dello stomaco.

Sono pronto ad infilare Francesca. Laura mi guida la cappella dentro al culo di Francesca, piano piano, poi mi dà un colpetto sui reni per farmi inarcare e completare la penetrazione.

Francesca sembra soffrire. “Fra’, interrompiamo, ti fa male?”
“Zitto e muoviti. MUOVITI! MUOVETEVI! MI VOLETE SCOPARE??? CAZZO, FATEMI GODERE!!!” urlando di piacere.

Io sono lontano, però. È una cosa innaturale, sono ancora duro ma sono indietro.

Sto per dire di smettere quando sento Laura che mi infila la lingua nel culo, bagnandomelo abbondantemente. E dopo la lingua, sento che mi inserisce un qualcosa come una grossa supposta che inizia a vibrare.

Immediatamente mi giro per vedere che cosa sta succedendo ma nel contempo dò una bella spinta al culo di Francesca “SI!!! ANCORA!”. Inizio a pompare più forte, sempre alternandomi con Fabrizio.

Quell’affare è sempre nel mio culo, mi dà fastidio ma nel contempo mi piace. Mi stimola un sacco. Ogni volta che Laura me lo ficca dentro, io do una spinta nel culo di Francesca e lei urla di piacere.

Sto per venire. Oramai sento i segnali sempre più forti.
“Vengo!!!” urlo.
Immediatamente Fabrizio si sfila, io mi sfilo, Francesca e Laura si mettono entrambe di schiena pronte a ricevere il nostro sperma.

Schizzo Laura in viso, poi Francesca sulle labbra, sul seno, poi ancora sul seno di Laura, sembro una pistola ad acqua, un super liquidator bello carico.

Ma è niente in confronto a Fabrizio. Lui sembra un estintore, per quanto è grosso il suo cazzo e intensa la sua sborrata.
Copre letteralmente la faccia di Laura, poi quella di Francesca, poi ancora quella di Laura. È … pazzesco.

E poi, subito dopo, uno schizzo quasi interminabile di Francesca fa un arco di almeno mezzo metro. Anche lei è esagerata. Ma le sorprese non sono finite. Laura infila due dita nella fica di Francesca e continua a stimolarle il punto G e in pochi secondi la fa eiaculare ancora. Ma dove stava tutto quel liquido? Sembra che a terra si sia rovesciata una bottiglia sana d’acqua per quanto ce ne è.

Ci stendiamo sfiniti l’uno accanto all’altro. Io accarezzo Francesca, Fabrizio coccola Laura.

Riprendiamo il fiato e “Pazzesco!” abbiamo esclamato all’unisono Francesca ed io.
“È stato… devastante!” dice Francesca. “Non avevo mai goduto così. E sinceramente, credevo che non sarei mai riuscita a prendere quel coso lì” indicando il membro di Fabrizio, ancora bello barzotto.
“Laura, ma come fai? Non ti fa male? Non hai prolassi dello sfintere?”
“Francesca, è solo questione di tecnica. E no, è più di un anno che frequento Fabrizio e che me lo godo nella sua totalità. Forse mi ci sarò pure abituata, visto che non mi basta mai!” e ci fa l’occhietto.
“Fra, ti ho fatto male?” le chiedo.
“Ma magari mi facessi male così sempre…” risponde sorniona. “Non credo di aver avuto del sesso così… estremamente coinvolgente in vita mia. E sinceramente, di cazzi ne ho presi un bel po’ ma così, mai. Grazie Laura, grazie Fabrizio. È stata una grande lezione. Mi piacerebbe rifarlo… ma tra qualche settimana, eh! Prima mi devo riprendere, non nascondo che mi sento un po’… allargata e dolorante.”, conclude con un sorrisino.

Sono passate quasi quattro ore. Quasi quattro ore di sesso, per me di erezione quasi continua. Non credo di aver avuto un’erezione così lunga nemmeno con il Cialis o con il Viagra, quando potevo.

E se penso che è stato fatto solo con l’applicazione di tecniche di controllo degli sfinteri… rimango basito. Ora capisco come fanno le thai girl di Pattaya a sparare le palline da ping-pong con la fica e abbattere le bottiglie di coca cola…

Francesca ed io ci facciamo una rapida doccia, giriamo il materasso e ci accoccoliamo l’uno tra le braccia dell’altro, finché Morfeo non ci prende e ci porta via.

Domani è un altro giorno.

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Mi piace raccontare di me e delle mie storie, anche del lato erotico che le ha pervase. Ma racconto anche della mia vita, dei miei amori, delle mie passioni, dei miei dolori.

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