Mirella e Marco

Eccoli gli sposi.

Sono in una vecchia Opel su una strada statale dell’Andalusia a pochi chilometri dal confine con il Portogallo. Vorrebbero andare a Parigi, dove li aspettano amici e serate jazz, ma l’auto non è dello stesso parere. Sbuffa, perde colpi, arranca e infine sfiata. Letteralmente, esala. Marco, ciuffo al vento su 1.85 da ex giocatore di basket, leggermente ingobbitosi sui libri per diventare un prof universitario, aggiunge acqua al radiatore, ma sa che il catorcio è da buttare. Lo sa anche la società di rent-a-car che gliel’ha affittata. 

“Resista fino a domani signor P. Dorma a La Huelva che intanto le troviamo una nuova macchina”, promettono.

Sono convolati a nozze una settimana prima, a Faro, dove la famiglia di lei si è trasferita. Dal sì, pronunciato in maniera un po’ distratta davanti al delegato del sindaco in fascia blu-stellata d’Europa per celebrare lo sposalizio internazionale, hanno inanellato una serie di sfighe notevoli, alcune molto gravi. Tra queste l’eruzione del vulcano islandese Eyjafjallajökull – una promessa di sciagure già dal nome -, che in quella primavera si libera dell’inferno che si porta dentro, riportando il continente alla notte dei tempi. Il cielo nero di cenere taglia le ali agli aerei, che restano a terra, e azzera la disponibilità di auto a nolo, prese d’assalto da turisti e viaggiatori. A loro due, sposi freschi, è toccata l’ultima rimasta in città: la peggiore. 

Mentre aggiunge acqua, Marco vede l’insegna di un motel a 500 metri, il massimo che la vecchia culona tedesca può aggiungere ai 300 mila chilometri già sul suo groppone. La indica a Mirella, che si stringe nelle spalle, bianchissime e morbide come panna nella quale affondare il muso.

“Sì, può andare”, lascia capire la sposa, che per sottolineare la decisione si abbassa per un attimo gli occhiali da sole, rivelando due occhi dal taglio allungato e sottile, con le ciglia un po’ più scure dei capelli biondo oro e le iridi un po’ più chiare del verde della livrea estiva indossata dalla quercia sotto la quale sono parcheggiati.

Il Motel de La Luna – quale nome migliore per una coppia in viaggio di nozze? – per una notte può andare, benché anche Mirella abbia fretta di raggiungere Parigi. Mezza licenza matrimoniale è già sfumata per un funerale. Eh sì, altro che vulcano, che di per sé già sarebbe contrattempo da tramandare ai nipoti. E non un funerale qualsiasi, ma quello del padre di lei, che, come suo costume, non ha esitato a rubare la scena agli altri per concentrarla su di sé, morendo il giorno dopo il matrimonio della figlia in uno scontro frontale sulla statale che lo riportava a casa dal circolo della pesca.

E che vuoi fare, parti per il viaggio di nozze? Burocrazia mortuaria a parte, c’è una madre-suocera di cui occuparsi e da convincere a rinunciare all’esilio dorato nel Sud del Portogallo per vivere la vedovanza vicino alla figlia che abita in Italia. E, ovviamente, ci sono il dolore, i sensi di colpa, i rimpianti, le recriminazioni taciute che rendono memorabili più di ogni altra cosa queste occasioni. Sintesi: una settimana vola via, l’India, meta originaria sfuma, si ripiega sulla Ville Lumiere. Lì ci sono amici, club di fiducia e petti d’anatra da mangiare bevendo Bordeaux. Una settimana resta, non di più: il lavoro, la carriera, di ricercatrice di fisica lei, di sociologo militante lui, e soprattutto le aspettative altrui attendono entrambi alla prova. Per un viaggio più appropriato ci sarà occasione. Hanno 28 anni lo sposo, 27 la sposa: il tempo e il danaro non mancano.

“Siete sicuri di volervi fermare lì?”. Il meccanico-oste della stazione di servizio dove sono fermi, non nasconde le sue perplessità, servendogli un panino al formaggio. “Io insomma…, cioè, andrei verso il centro della città o verso le spiagge”. 

Lui ci andrebbe, la tedesca meno: solo un trapianto del suo cuore meccanico potrebbe smuoverla da lì. Gli sposi, inoltre, hanno già deciso: è una sola notte, che fa?

Da quel momento in poi, però, le cose vanno molto veloci e in direzioni inattese, che quasi li travolgono. 

Ma chi sa già da prima quello che davvero lo aspetta?

Nella raccolta:

RACCOLTA INESISTENTE: controlla di aver inserito il nome corretto

Scritto da:

Giungo per caso alla scrittura ed è per raccontare le gesta di alcuni miei amici, Mirella, Marco ed Emilio, con i quali, specifico, non intrattengo rapporti di sesso. Per loro ho scritto un romando "Mirella e i suoi uomini" e un racconto lungo, "Un'affollata luna di miele", pubblicato anche su Erhotica. Per saperne di più su di me e su di noi visitate il nostro sito e scriveteci pure. Sul sito troverete altri interessanti contenuti hot

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