Ricatti e piedini

Mentre mi sborro nuovamente sui pantaloni sotto lo sguardo divertito della Mazzetti capisco che mi serve un’alternativa. E fortunatamente nella 5^B c’è: Giulia Vatti. Somiglia molto a Mimì: bassina, capelli lunghi biondi e ricci, due occhioni verdi un po’ addormentati, culetto e tettine tutte da mordere. Solo che Giulia è una piccola Barbie svampita. Nell’abbigliamento è molto più femminile e sexy di quella streghetta della Mazzetti. Certo, non ha il suo carisma che mi fa passare notti insonni, ma è una conquista più facile. Ci vado giù pesante durante l’interrogazione dandole un 4 che le rovina la media. Corre in bagno a piangere, seguita a ruota dalla sua migliore amica, la Balsi, che mi guarda con odio. Alla fine della lezione aspetto un po’ in classe, con la speranza che Giulia torni per cercare un “compromesso”, ma invece arriva la sua amica che sbatte le mani sulla cattedra e mi guarda fissa con occhi fiammeggianti. Io invece sono distratto dalla sua abbondante melonera che straripando dalla canotta mi si piazza a pochi centimetri dal viso.
«Ho capito il suo gioco, caro professore. Lasci stare Giulia, è una ragazza innocente. Prenda me piuttosto»
Non è affatto male: lunghi capelli ricci come la sua migliore amica ma di un nero carbone, come i suoi occhi penetranti, decisamente sovrappeso ma di quello sano e sexy, con tutte quelle curve che sembrano essere contenute a malapena dai vestiti. Però non è quello che voglio ora.
«Senta, non mi piacciono per nulla le sue insinuazioni e in ogni caso lei non è il mio tipo di ragazza»
Si fa sempre più avanti sulla cattedra fino a essere a carponi, pericolosamente vicina al mio viso, sussurrandomi nell’orecchio..
«Provare per credere, Prof. Passerò da lei alle 22 e se la serata non sarà di suo gradimento, sarò io stessa a portarle Giulia su un piatto d’argento»

***

Sono le 23:30, quando ormai stavo iniziando a pensare un modo per incastrare entrambe le ricce, suona il citofono, alla classica domanda “Chi è?” mi sento rispondere un semplice e arrapante “Io”.
Quella che mi si presenta alla porta non sembra essere una studentessa delle superiori, ma una regina del sesso: lascia cadere la camicia larga che indossava per rimanere in body nero che pare essere sul punto di strapparsi, vista la pressione dovuta a quell’abbondanza straripante. II tutto abbinato con calze a rete dello stesso colore e sandali con tacco aperti che mostrano un paio di graziosi piedini smaltati di nero. Me la farei lì sulla porta, neanche il tempo di reagire che sono al muro. Inizia a sbottonarmi la camicia, mordicchiandomi le orecchie e poi scendendo sempre di più, alternando denti e lingua sul mio corpo sfatto, che però lei sembra gradire, soprattutto quando è in ginocchio e abbassa lo slip. Sul più bello si ferma e rialzandosi fa: «Non così presto Prof». Con l’arnese in tiro, le braghe calate e la pressione a mille le faccio strada verso la camera da letto, dove mi sdraia e continua quello che aveva iniziato in corridoio. Ormai sono pronto, lei lo capisce e sale su di me, accogliendolo con naturalezza, accenno un movimento di reni ma mi blocca con il suo peso non indifferente, stendendo le gambe fino a raggiungermi il viso con i piedi e reggendosi sui gomiti inizia un dolce su e giù. Quell’odore, la sensazione delle dita sul viso e la bocca, mi riporta alla mente i tempi con Ilaria, la studentessa che mi ha rovinato la vita con i suoi giochetti. Mi svuoto con violenza dentro la Balsi, ma quello è solo l’inizio della nostra notte di passione: la spoglio sempre di più, ci facciamo delle foto, mi lascia leccare e mordere i suoi bei piedini, incredibilmente slanciati e affusolati per una corporatura del genere. Quando poi si accorge che sono nuovamente operativo mi fa sdraiare ancora una volta e da seduta inizia ad accarezzarmelo. Prima solo con gli alluci, poi abbracciandolo con entrambe le piante e massaggiandolo dolcemente, senza aumentare il ritmo. Mi sento come cullato in una bolla di piacere lento e costante. All’improvviso però dentro di me sale l’eccitazione, la voglia di liberarmi che resta imbrigliata da quel ritmo che è diventato una tortura agrodolce, un lento montare fino all’esplosione, che mi sconquassa così tanto che credo di avere un’infarto. Il getto è talmente forte che temo di aver sporcato il soffitto. Per qualche momento non ci sono, poi su di me il faccione della Balsi.
«Domani mattina mi mandi le foto dei voti corretti di Giulia sul registro azzurro, sennò le immagini di questa bella serata finiranno non solo sul suo portatile ma anche in presidenza»
E pensare che domani ho pure le ripetizioni con la Mazzetti!

Nella raccolta:

Una storia, due punti di vista. Tu da che parte stai?

Scritto da:

Scrivo le mie fantasie per sfogarmi ed eccitarvi 😈.

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