San Lorenzo

Categoria: Etero
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È la sera di San Lorenzo.
È caldo e il tempo è bellissimo decidiamo di andare a mangiare fuori in un ristorantino in collina e poi magari trovare un posticino per guardare le stelle.
Il ristorantino è uno di quelli alla buona, dove si mangia bene, si spende poco ed il proprietario si sente libero di trattare i clienti come gli pare a seconda dell’umore. Infatti appena entro mi dice che oggi non ne ha voglia e che mi devo togliere dalle palle, poi vede mia moglie, la squadra e diventa gentilissimo, ci fa accomodare ad
un tavolino con la vista sulla valle.


“Secondo te fa a posta a fare lo scorbutico?”


“Un po’ si, però con me è stato carino!”


“Ci credo sei bellissima!”


“Cosa avrò mai di così speciale…”


“Forse quella camicetta leggera che nasconde e allo stesso tempo mette in risalto un seno stupendo?! Oppure quella gonna che ti fascia i fianchi che fa venire voglia di appoggiarti una mano sul culo?!”


“Ma smettila, forse dieci anni fa! Guarda quella coppia laggiù, lei si che è bellissima”


Effettivamente anche se il ristorante è pieno c’è una coppia che si fa notare, lui è il classico bellone abbronzato e con la camicia bianca, lei è davvero bella, una coda di capelli biondi lunghissima, una minigonna davvero mini e una canotta che sembra essergli stata cucita addosso, praticamente Barbie e Ken.


“Effettivamente…”


In quel momento vediamo il proprietario del ristorante andare al loro tavolo per portargli da mangiare, ma lo fa sgarbatamente e rivolgendogli poche parole brusche. Poi viene da noi a prendere le ordinazioni ma con noi è un’altra persona gentile e disponibile.


“Eppure lui preferisce te!”


“Valli a capire gli uomini, tratta male quel pezzo di ragazza ed è gentilissimo con me…”


“Lo sai qual è la grande differenza tra noi e quell’altra coppia?!”


“A parte L’età, la figaggine e molto probabilmente i soldi?!”


“Sì a parte questi piccoli particolari”


“No”


“Il sorriso!”


Lei guarda l’altra coppia e nota il muso della ragazza e l’aria distratta di lui.


“Che spreco!” mi sorride e si allunga sopra il tavolo per baciarmi.

Come sempre mangiamo con gusto, ci scambiamo i piatti, per poter assaggiare tutto, facciamo anche la scarpetta uno nel piatto dell’altro, è tutto buonissimo, ridiamo, ci divertiamo.

Il dolce ci arriva senza neppure averlo ordinato “Questo ve lo offro io! Fossero tutti come voi il mio lavoro sarebbe davvero bello!”

“Ma cosa abbiamo fatto?!”

Il cameriere è già andato, noi ci guardiamo, ci sorridiamo e ci gustiamo i dolci che ci ha portato, imboccandoci a vicenda: “Senti che buono questo!”. “Ma hai sentito il mio?!”

Quando paghiamo il proprietario ci saluta con simpatia e ci invita a tornare di nuovo, noi siamo stati così bene che sicuramente non mancheremo.

Mia moglie prima di salutare gli fa uno dei suoi sorrisi e gli chiede: “Visto che è così gentile, ci saprebbe consigliare un posticino tranquillo qua vicino per guardare le stelle?!”

“Certo, prendete il sentiero che parte dall’altra parte del parcheggio, sale un pochino nel bosco poi arriva in un prato con una vista bellissima, il sentiero è facile, bello largo e saranno si e no 5 minuti a piedi! Poi non ci va mai nessuno…” sorride e mi fa l’occhiolino.

Dalla macchina prendo la coperta, una torcia e ci incamminiamo nel bosco tenendoci per mano.

Il posto che ci ha suggerito il signore è davvero bello, una radura nel bosco con una bellissima vista. Sistemiamo la coperta e ci stendiamo a guardare le stelle. Il cielo è bellissimo. Qua non ci sono le luci della città a nascondere le stelle! Io mi giro su un fianco e guardo mia moglie, ha un sorrisino furbetto: “Sei bellissima!”

“Ma dai stavo per dirlo io!!”

“Sei prevedibile!”

“Io!?”

Ci baciamo.

“Basta dai che non mi fai vedere le stelle cadenti!”

Continuo a guardarla, ha ancora quel sorrisino.

“Non mi sgualcire la camicia!”

Ma cavolo come fa!

Allungo una mano ed inizio a slacciare il primo bottone, poi il secondo, lei mi fa fare, guarda le stelle e conta, non so se conta i bottoni o le stelle che vede cadere.

Ora la camicia è tutta aperta, ha un reggiseno nero di tulle semitrasparente, leggerissimo, le mie dita scorrono sulla sua pelle, le accarezzo il collo, il seno, la pancia, lei continua a guardare il cielo con quel sorriso ed ogni tanto ha un brivido “Freddo?!” “No!”

Avrei voglia di togliergli il reggiseno, ma dovrei chiedergli di alzarsi e voglio che sia lei a farlo, allora inizio ad accarezzargli i capezzoli da sopra il reggiseno, a pizzicarli, poi mi chino e li prendo in bocca, lei sospira ed inarca la schiena, non è un caso, infilo una mano dietro di lei e le slaccio il reggiseno.

Ora sono libere, mi avvento su di loro ed inizio a baciare succhiare mordere.

“Piano piano! Dai, così poi mi stai infilando il ferretto in gola!” Si alza a sedere, si sfila la camicia dalle maniche, toglie del tutto il reggiseno e lo mette in borsa, rinfila le maniche della camicia e torna a stendersi.

Ora la mia mano e la mia bocca possono vagare indisturbate per tutto il suo petto. Allungo una mano e sollevo piano piano la sua gonna, le accarezzo le gambe. Quando arrivo alle mutande sospira ed allarga un pochino le gambe, la accarezzo da sopra le mutande, che piano piano iniziano a bagnarsi, alza un poco il bacino, so cosa vuol dire, gli faccio scendere le mutande. Ha la camicia aperta e il seno nudo che punta verso l’alto, la gonna è tutta arrotolata attorno alla vita e le sue mutande ora sono nella mia tasca.

Guado solo lei, ricomincio ad accarezzargli tutto il corpo, lei freme e quando arrivo a giocare con i suoi peli, mette una mano sul mio pacco ed inizia ad accarezzarmi, io continuo a giocare con i peli senza spingermi oltre, slaccia i bottoni dei calzoni, lentamente ed infila una mano dentro. La sua mano è fresca mentre io sono bollente, mi scappa un gemito, lei sorride ed inizia ad accarezzarmi, ma la posizione non è comoda per lei, mi da una spinta e mi fa stendere a pancia all’aria.

“Guarda le stelle!” Appoggia la testa sul mio petto, con una mano inizia ad accarezzarmi la pancia e il petto, poi scende.L’uccello è ancora dentro le mutande, lei da uno strattone ai calzoni e me li abbassa assieme alle mutande, ora è all’aria e lei me lo accarezza delicatamente, con dolcezza, io intanto le accarezzo la schiena sotto la camicetta. Scende su di me e me lo prende in bocca.

Sentiamo delle voci nel bosco e una luce che compare e scompare. Non si muove, resta lì ferma con il mio uccello in bocca, mentre con le mani mi accarezza le palle, le accarezzo i capelli.

Lei mi guarda , io alzo le spalle.

Allora si alza e si mette sopra di me, non fa un fiato, neppure mentre entro dentro di lei. Quando sono tutto dentro si appoggia su di me e guarda nel bosco.

“Chi sarà?”

”Non lo so… forse il tipo del ristorante che è venuto a vedere lo spettacolo?!”

“No, sembrano due, che discutono!”

Muove piano piano i fianchi, mentre cerchiamo di vedere e sentire cosa succede al limitare del bosco, poi vediamo una luce che si allontana, il silenzio.

Inizia a muoversi su di me.

Non si trattiene più, mi cavalca con forza, inarca la schiena, la camicia si apre del tutto e spinge il seno verso l’alto mentre guarda il cielo.

È uno spettacolo! Ho davanti agli occhi il suo bellissimo seno che si muove, contornato da un cielo stellato fantastico, cosa si può volere di più?!

Si però così è troppo, finisce che vengo subito, devo distrarmi, guardo il cielo, riconosco le costellazioni, con la coda dell’occhio vedo di nuovo una luce nel bosco.

“C’è ancora qualcuno laggiù!”

“Lo so!” Lo dice con voce roca, mentre inizia a tremare, è scossa da tremiti mentre gli sfugge un grugnito un po’ troppo forte. Viene muovendosi scompostamente sopra di me, poi si accascia sul mio petto. Restiamo così immobili, io ancora duro dentro di lei poi si sfila e si stende al mio fianco.

Ecco mi sono distratto troppo e mi sono perso il più bello!

Ora mi ritrovo con l’uccello duro all’aria.

Lei lo vede, mi sorride e lo accoglie tutto nella sua bocca, mi prende di sorpresa e basta poco per farmi esplodere nella sua gola, guardando il cielo stellato.

Sono tramortito mentre vedo le stelle cadere, ormai non le conto più.

“Hai visto abbastanza stelle?”

“Direi di si!”

“Andiamo a casa!?”

Ci ricomponiamo e ci avviamo lungo il sentiero ma dopo pochi metri, incontriamo la ragazza della coppia del ristorante è da sola, in lacrime.

“Scusate, non volevo disturbarvi, ma quello stronzo mi ha lasciato qua!”

“Come?”

“Abbiamo litigato ha preso e se ne andato!”

“Che stronzo”

“Il ristorante ha chiuso e non c’era nessuno in giro, ho avuto paura e sono tornata da voi… scusate!”

“Non ti preoccupare, non ci hai dato fastidio, anzi… dai vieni”

Mia moglie la prende sotto braccio ed insieme andiamo al parcheggio, effettivamente è rimasta solo la nostra macchina.

“Dove abiti? vuoi un passaggio a casa?”

Mentre la accompagniamo a casa mia moglie cerca di consolarla e lei ci racconta tutto, ci dice che avevano sentito le parole del ristoratore e volevano venire anche loro a vedere le stelle, anzi lei voleva vedere le stelle a lui non interessava, ma quando sono arrivati hanno intravisto qualcosa e capito cosa facevamo noi nel prato.

Hanno iniziato a litigare perché lei si era eccitata e voleva fare l’amore con lui, mentre lui voleva andare a casa. Allora hanno iniziato a discutere fino a quando lui non gli ha dato della puttana, perché voleva fare l’amore su un prato vicino a degli sconosciuti, lei non ci ha visto più e l’ha mandato a fare in culo, solo che lui l’ha presa alla lettera ed è andato via con la macchina…

“E’ ancora più stronzo di quello che pensassi” Io guardo nello specchietto, secondo me il tipo oltre che stronzo deve avere altri problemi, quella ragazza sul sedile dietro della mia auto è un pezzo di figa da record, cavolo mi sto eccitando di nuovo, mi perdo un pezzo del discorso tra le sue tette mentre è chinata in avanti per parlare con mia moglie.

“Eravate così belli…”

“Co..cosa hai visto?”

“Visto poco, ma immaginato molto…” ci guarda con uno sguardo strano, mi rendo conto che mia moglie è senza reggiseno e si vede benissimo mentre dalla tasca dei miei pantaloni spuntano delle mutandine di pizzo…

“Quanto vi invidio…”

“Cosa?! Questo qui?” mia moglie mi indica stupita.

“No non tuo marito!”

“Guardate che io sono qui!”

“No scusa, io invidio la vostra complicità, come vi guardate, come ridete, come fate l’amore” Se potessi ti insegnerei io come si fa…

“Non era quello giusto, non ti preoccupare hai tempo per trovarlo”

“Speriamo…siamo arrivati, lasciatemi pure a quel portone, grazie mille per il passaggio e per le chiacchiere”

“Nessun problema!”

“Ciao!”

“Ciao!”

La guardo con attenzione mentre scende dalla macchina e si avvicina al portone e aspetto fino a quando quel culo perfetto non scompare dentro il portone.

“Finita la radiografia? Andiamo a casa?!”

“Radiografia!? Io ho solo aspettato che entrasse in casa non si sa mai”

Mi appoggi una mano sulla patta gonfia.

“Sì sì, dopo a casa facciamo i conti! ”

Ma non c’era rabbia nella sua voce e poi quella mano che continua ad accarezzarmi l’uccello non è molto credibile.

Scritto da:

Mi piace scrivere racconti erotici in cui mischio realtà e fantasia, hai letto un mio racconto? fammi sapere cosa ne pensi, consigli e critiche sono ben accette.

2 commenti

  1. TT
    21/08/2024
    08:05

    Un bel racconto, erotico ed eccitante ma al contempo delicato. Complimenti Pollo Ollop, il tuo stile e la tua eleganza si confermano ogni volta.

    1. Pollo Ollop
      21/08/2024
      09:15

      Grazie mille,
      sono felice ti sia piaciuto 😊

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