Sogno o son dest*? Pt.1

Categoria: Etero
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Destiny era una ragazza all’apparenza semplice e dimessa, aveva ormai 19 anni ma fisicamente era ancora una 16enne, ed inoltre la mancanza di autostima l’aveva portata alla maturità senza coltivare alcun interesse per la cura del suo aspetto fisico, né tantomeno a valorizzare le proprie caratteristiche. Ciononostante era naturalmente magra, una seconda scarsa di seno, che però aveva permesso alle sue spalle di crescere miracolosamente aperte, nonostante la sua natura introversa; capelli biondi di media lunghezza, pettinati ma non curati, non era certo la chioma delle pubblicità. Non era bassa, ma neanche alta da ritenersi sproporzionata, le gambe affusolate come le braccia, nel complesso poteva definirsi leggiadra. Ma lei non si sarebbe mai definita così.

A scuola aveva dei buoni voti, ma non arrivava mai ad eccellere, viveva una gioventù dietro le quinte della vita dei suoi coetanei, una comparsa nella storia degli amori ormonali tipici di quell’età. Non si era mai appassionata a qualcosa in particolare, né un genere musicale, ne una disciplina né tantomeno uno sport, dove era quasi negata, per via dell’impegno personale che avrebbe comportato. Si rifugiava nel disegno a matita. Passava ore, dopo lo studio e replicare altri disegni o da poco tempo, anche ciò che la circondava, comprese le persone. Aveva iniziato un paio di anni prima, quando i suoi genitori le avevano regalato un portatile per lo studio, a seguire dei tutorial online sul disegno, e scoprendo per la prima volta di riuscire a fare qualcosa che ritenesse bello, aveva continuato, perfezionando la tecnica. In realtà si potrebbe dire che la sua era una vera passione/ossessione, ma a breve scoprirà altro che la sua giovane mente dovrà imparare ad apprezzare.

Quella sera una festa di studenti si svolgeva nel parco del palazzetto dello sport di lato alla scuola. Quando chiese ai suoi se poteva andarci, essi acconsentirono alquanto increduli, abituati a vivere con una specie di eremita. Il suo progetto era, nascosta dal buio, di osservare scene a cui non aveva mai assistito, e provare a ritrarle nel suo album. C’era una curiosità morbosa, nel suo intento, probabilmente un modo tutto suo di dare sfogo agli ormoni, a cui volente o nolente, anche lei doveva sottostare.

Destiny venne catturata da una scena di festa attorno ad un falò, dove i ragazzi del basket della scuola e altri ridevano e scherzavano con delle ragazze.

C’era molto chiasso, musica, battute e frasi sconce…le ragazze avevano atteggiamenti flirtanti e seducenti anche se in maniera goffa a tratti, ma lei vedeva solo il lato erotico, poiché non aveva alcuna esperienza di seduzione o roba simile. I ragazzi si comportavano come bambini eccitati il giorno di Natale: vedevano un sacco di bei regali, ben incartati, e non vedevano l’ora di scartarli e giocarci.

D. in disparte, iniziava a buttare giù i primi schizzi, presa dalle scene a cui assisteva, tenendosi nascosta. Nessuno si curava di lei. Ad un tratto la serata prende una piega più spinta, i giovani presero tra alcool e ormoni a spogliarsi, ed era chiaro che l’intento era di concludere in bellezza. Corpi muscolosi e sudati, abbracciati a snelle fanciulle con seni e glutei sodi. Erano in otto in totale, tutti eccitati, osservavano i loro coetanei ed iniziavano chi prima chi dopo, ad avere un rapporto sessuale. D. freneticamente delineava le figure sul suo album, non rendendosi conto, che per la prima volta si stava eccitando: dalla sua rosa ricoperta da un corto e sottile strato di peli biondi, stava iniziando a gocciolare liquido e la temperatura era decisamente alta. Una delle ragazze proruppe in un violento e rumoroso orgasmo che portò a risate e applausi tra i presenti, lei sorrise e in quel momento, alzando gli occhi dal suo partner la vide: una ragazza magrolina, nascosta da un cespuglio, che spiava tutti loro, con un album in mano.

Iniziò a gridare agli altri cosa aveva visto e in meno di un minuto si alzarono tutti e presa di peso, portarono Destiny al falò, strappandole l’album di mano. “Che cazzo ci fai nascosta li dietro, ci stai spiando, cessa di una Nerd?” le fa la ragazza. “Guardate, stava disegnando tutti noi mentre scopavamo….” dice uno dei ragazzi con il quaderno in mano. “Sei brava con la matita… chissà cos’altro sai fare?” le fa un altro. Un’altra ragazza: “cosa vuoi che sappia fare, l’hai vista?”…..BEH, DOVREMMO INSEGNARLE, ALLORA…

Era il tipo più grosso di tutti. Lo disse guardandola ferocemente negli occhi, dritto davanti a lei, con un cazzo molto più grosso dei suoi coetanei penzolante di fronte a lei. Le ragazze risero, e decisero di stare al gioco, la iniziarono a spogliare, mentre lei faceva resistenza, ma era troppo fuori dal suo mondo per capire la situazione. Si trovò nuda sul prato, con tutti che la guardavano, schernendola per il pelo non rasato o le tette piccole. Solo uno dei ragazzi disse che non era male, per essere una nerd. Il tipo muscoloso le si mise sopra e iniziò a toccarla, passando le sue dita dovunque. Appena sfiorata là sotto, si rese conto che era già fradicia, e mostrando le dita agli altri esplose “Hahahah, la puttanella è eccitata!”. Tutti risero, e le ragazze lo incitarono a scoparla a morte. Marcus invece disse di no: “non mi piacciono quelle così strette, a malapena entro con due dita, lascio l’onore a voi, ragazzi!”

Destiny era confusa, in uno stato di trans: nuda di fronte ad altri era una cosa mai successa, sicuramente uomini e donne assieme…la sua mente non lo aveva neanche contemplato. Veniva toccata da tutti, dopo che Marcus l’aveva “ispezionata”, e la cosa sembrava piacerle, sia dalle donne che dagli uomini, ma trovava un fastidio enorme nell’essere ritenuta un oggetto da tutti e non una persona come loro, con cui fare ciò che aveva disegnato nel suo album. Nel disegno erano belli e l’erotismo era tangibile. Qui c’era eccitazione ma si sentiva separata dal corpo, come se la persona che adesso i ragazzi stavano scopando a turno non fosse lei.

Ogni volta che uno la prendeva, si firmava sul suo album, e lasciava il posto al successivo; le ragazze non si tiravano indietro, anzi sembravano più agguerrite. Le misero il sedere in faccia, e usarono la sua bocca strusciando le fighe fino a venirle in faccia. Una di loro la fece venire, masturbandola, e finì con l’ultimo dei ragazzi che non contento, la girò a 90, e aiutato dalla compagna, la prese da dietro, sverginandole l’ano.

Dopo averla sistemata, continuarono come se nulla fosse la serata, lasciandola a terra ricoperta di sudore e umori. Non si accorsero di quando si alzó, né di quando rivestita si allontanò, con le scarpe in una mano e l’album spiegazzato nell’altra.

Il bagno del palazzetto era stato aperto, e lei decise di entrare, in un lampo di lucidità, per sistemarsi prima di tornare a casa. Era apatica. Non pianse, ne voleva farlo. Sentiva piuttosto una sensazione di rivalsa che non aveva mai provato, quasi una forza interiore. Nel bagno delle donne c’erano le docce, e guardandosi allo specchio, capì che ne aveva bisogno. Si spogliò nuda, e sotto il getto dell’acqua che poco alla volta si scaldava, iniziò a rilassarsi. Ripensò a tutti quei corpi, quelle mani, la sensazione della penetrazione, il dolore interno, il sangue che le usciva; aveva il buco dietro irritato per la penetrazione, che le aveva dato inaspettatamente piacere, anche se adesso cercava di immaginare cosa quei ragazzi avessero provato nel penetrarla. Era un pensiero che stava tormentandola. Avrebbe voluto sentire cosa loro sentivano mentre la prendevano, avrebbe voluto prendere lei quelle ragazze, penetrarle con durezza come hanno fatto con il suo corpo, scopare nel culo quei ragazzi che l’avevano violentata, fargliela pagare! Aveva il fiatone, era in iperventilazione,sotto l’acqua ormai bollente, la pelle chiara era rossa. Le girò la testa, troppe emozioni! il cuore a mille…cadde a terra, e perse i sensi. Destiny, la ragazza che non aveva mai vissuto, era stata rotta: prima violentata da un branco di coetanei, ora nuda nella doccia di uno spogliatoio di una palestra.

Non sapeva quando era passato, ma appena si riprese si alzò da terra. La doccia era temporizzata, e aveva finito di bagnarla, si sentiva rinvigorita e decisamente più lucida; in realtà non si sentiva così in forma da parecchio tempo!

Passando le mani tra i capelli….i capelli! Erano rasati!! Ma che cazzo! Si guardò le mani, che erano gonfie. Il braccio muscoloso e abbronzato…confusa abbassò lo sguardo e a momenti non svenne di nuovo: l’esile corpo di fanciulla pubescente era mutato nel corpo nerboruto di un giovane uomo, e al posto della sua vagina delicata, un grosso pene le dondolava poco sotto quello che prima era il suo monte di Venere! Non sapeva se toccarlo, ma lo sentiva suo, e lo prese in mano sentendo all’improvviso una fortissima eccitazione mista ad una sensazione di potenza. Un calore improvviso nacque da sotto il membro e si accorse dei testicoli, scomodo oggetto penzolante; il membro prese vigore fino a rizzarsi nella sua mano, non sapeva che fare! D. andò verso lo specchio, e rimase scioccata, nel vedersi riflessa come Marcus, l’energumeno della sera prima….

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