“Tu dici ‘no’, ma il tuo corpo dice ‘sì'”

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Categoria: Tradimento
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      Tommaso sentì Tania svegliarsi nel buio della stanza, stirandosi e girarsi sul fianco destro, controllando l’orario sul telefonino appoggiato sul caricabatteria wireless, emettere un sospiro di soddisfazione e poi voltarsi verso il suo compagno, alla sua sinistra. Nuda al suo pari lo abbracciò, nonostante lui, quella mattina, non ricambiasse con particolare entusiasmo. Il ragazzo percepì i grossi seni appoggiarsi e poi schiacciarsi contro il suo braccio e pettorale destri, mentre una gamba della ragazza si appoggiava piegata al ginocchio sulle sue.

      «Buongiorno, Tom» disse, baciandolo tra la mandibola e la gola, quindi iniziò a sfregare una guancia sulla sua. Si levò un suono ritmico mentre la pelle morbida della ragazza si muoveva sulla barba corta di lui.

      Il ragazzo sentì il cazzo prudere mentre affluiva il sangue per gonfiarlo e prepararlo alla tradizionale scopata della mattina, il modo preferito di Tania per cominciare la giornata. Avvertì un tratto di pelo del pube, rimasto attaccato per qualche motivo alla pelle del membro, staccarsi quasi con dolore quando questa si tese. Sulla gamba destra, sulla quale era appoggiato il bacino della sua trombamica, iniziò a sentire dell’umidità calda.

      In un’altra qualsiasi mattina non avrebbe tentennato un solo istante: si sarebbe girato sul fianco destro, infilato un paio di dita nella fica di Tania mentre la baciava con passione fin quando non si fosse bagnato fino al palmo; a quel punto avrebbe lasciato il sesso della ragazza, portato la mano alla bocca e, dopo aver riempito la sua anima degli effluvi, avrebbe sorbito con gusto il nettare fluito dal bocciolo di rosa. Spesso, a quel punto, galvanizzata dal comportamento di Tommaso, Tania saliva sopra di lui, prendeva il suo cazzo per tenerlo fermo e, lentamente, si impalava con un sospiro di piacere. Lui avrebbe afferrato i suoi grossi seni mentre lei lo avrebbe cavalcato, ansimando per il piacere, fino ad estrarre anche l’ultima goccia di sborra, assicurandosi di farlo fluire nella sua fica calda e bagnata. Il tempo che avrebbe diviso i loro orgasmi dal richiamo all’ordine della maledetta sveglia l’avrebbero trascorso a baciarsi e a farsi le coccole, con lei che colava su di lui, quasi intenta a fare le fusa.

      Ma quella mattina Tommaso voltò la testa. Fissò senza vedere il muro alla sua sinistra. Ricordò con dolore che si era trovata lì, la loro prima sera a tre, Linda, quando l’aveva posseduta… Chiuse gli occhi. «Non ho voglia, Tania. Mi spiace».

      La ragazza passò una mano tra i pettorali di lui. Lo baciò un altro paio di volte al collo. «Vuoi fare il difficile, questa mattina, maschione?» domandò, divertita.

      «Dai…» disse lui, cercando di farla desistere.

      La mano di Tania si abbassò lungo il busto di Tommaso, i polpastrelli che lo sfioravano lasciando dietro di sé una scia di brividi sulla pelle fino a raggiungere l’inguine. Scivolò attorno alla radice del cazzo lambendo le palle, poi afferrò l’asta della nerchia, che pulsò sotto le dita della ragazza raggiungendo la sua dimensione massima.

      «Tu dici “no”» constatò con soddisfazione, «ma il tuo corpo dice “sì”».

      Riprese a baciarlo sul collo e la spalla destra, mentre la mano iniziava a muoversi avanti e indietro lentamente. I grossi seni, che solitamente eccitavano Tommaso come poche cose al mondo, in quel momento gli stavano quasi causando fastidio, anche se doveva ammettere che Tania ridotta a fargli una zangolata era come se Michelangelo si fosse ritrovato a disegnare gli omini della segnaletica stradale.

      «Per favore, Tania…» la pregò di nuovo.

      Ma lei non si fermò. Anzi, aumentò la velocità della mano con cui lo masturbava. «Su, Tom, so che hai voglia» gli disse, appoggiando il polpastrello del pollice sul glande e spandendo lentamente e con delicatezza su tutta la superficie della mucosa liscia quanto seta la goccia di precoito sgorgata dal meato. Un pungente afrore di sesso maschile cominciò a scivolare fuori da sotto le coperte, eccitando ulteriormente tutti e due.

      Tommaso fu tentato di lasciarla finire la sua opera, di venirle in mano, colarle tra le dita e inzozzare le coperte, che dopotutto erano costantemente sporche dei loro fluidi corporei. Ma quando sentì un vago malessere ai coglioni e un forte prurito alla base del cazzo, provò un forte ribrezzo all’idea di godere per mano di Tania, come se stesse tradendo la donna che amava davvero.

      Con un colpo dell’avambraccio destro allontanò la mano di Tania dal suo uccello. «No, dannazione!»

      Fu la prima volta che ebbe una reazione di rabbia con la ragazza, e contemporaneamente ebbe la prima visione della stessa furiosa: Tania si appoggiò a lui con le mani e, spingendosi, si allontanò da lui, poi afferrò la coperta, la gettò contro il ragazzo e balzò in piedi.

      Nuda, con i seni che si muovevano come grossi budini rosa e semisferici che cercassero di dissipare l’energia che li aveva scossi, il bocciolo di rosa bagnato di desiderio, il bel viso infiammato dalla rabbia. «Vaffanculo, Tommaso!» gridò, muovendo le mani con le dita contratte ad artigli. «Devi dimenticare quella puttana bionda, cazzo!»

      Tommaso la fissò, sconcertato. Non l’aveva mai vista così arrabbiata. O, più precisamente, non l’aveva mai vista arrabbiata. E di certo non poteva esserlo per il fatto che lui non volesse fare sesso. Nelle altre occasioni in cui era accaduto non era certo impazzita in quel modo. Tutt’altro: si era dimostrata comprensiva, sostenendo con un sorriso che anche gli uomini, un paio di volte nella loro vita, potevano non essere desiderosi di scopare una bella figa come lei.

      Ma pensare che Linda, o per lo meno il suo allontanamento da loro, avesse avuto un qualche peso nella decisione di Tommaso di non fare l’amore l’aveva davvero fatta impazzire, probabilmente facendole credere che lui provasse qualcosa verso la loro ex amante più intensamente di quanto Tania avesse immaginato precedentemente. Forse la ragazza temeva che questo avrebbe portato ad una modifica degli equilibri originali, quando erano solo loro due nel letto a fare sesso.

      La ragazza nuda fu sul punto di aggiungere qualcos’altro, ma strinse denti e pugni, scaricando quell’ondata di rabbia con un grido, quindi si girò, uscendo dalla stanza e sbattendo la porta.

      Tommaso rimase qualche secondo guardando l’uscio chiuso, la rabbia di Tania permanere nella stanza come una scia luminosa fantasma rimasta impressa nella retina. Si girò su un lato, sospirando in risposta a quanto stava accadendo, chiedendosi come si sarebbe evoluta la situazione, soprattutto come l’avrebbe gestita lui, considerando quanto aveva già fatto Linda, quanto sperava Tania e, in particolar modo, cosa l’avrebbero spinto a fare le emozioni che straziavano il suo cuore e la sua anima.

      Perché su una cosa la ragazza aveva ragione: nonostante la fantastica scopata del giorno prima con Tania prima di andare a lavorare, a lui Linda mancava da morire, e la voleva di nuovo tra le sue braccia, e per il resto della sua vita, nonostante ciò che aveva fatto la studentessa…

Continua…

Nella raccolta:

Una storia di amore, rivalsa e pompini.

Scritto da:

Sedicente autore di racconti erotico, in realtà erotomane con la passione della scrittura creativa. Per contattarmi, critiche, lasciarmi un saluto o richiedere il racconto in PDF, i miei contatti sono: 📧 william.kasanova@hotmail.com 📱 https://t.me/WilliamKasanova

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