Un nuovo inizio

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Categoria: Etero
Introduzione:

Tratto da una storia vera.

Le estati in Brianza erano davvero afose. Odiava come i vestiti succinti le si appiccicassero addosso; in compenso, il sudore rendeva leggermente trasparenti i suoi abiti e risultava di grande giovamento al suo mestiere. Se ne andava in giro con giusto quell’accenno di capezzoli, appena visibile sotto la canottiera, che la rendeva assolutamente scandalosa agli occhi dei paesani bigotti.

Daryna era arrivata in Italia da poco più di un mese; aveva lasciato la sua casa in Ucraina per cercare una vita migliore ed era sicura che questo paesello gliel’avrebbe data. Ormai aveva quarant’anni e non si faceva più illusioni sulla vita, ma il suo corpo era ancora sufficientemente piacente da poterle garantire una vita dignitosa.

Appena arrivata si era sistemata alla bell’e meglio da un amico che poi le aveva suggerito di andare a vivere da un altro suo amico con una casa più grande.

Ed è a questo punto che comincia la nostra storia. Daryna si trovava davanti alla porta d’ingresso di un condominio piuttosto vecchio e malandato. Era sera. Suonò al campanello indicatole e le rispose una voce rauca.

“Chi è?”
“Sono Daryna, mi ha mandata qui Dimitri.”
“Ah sì. Sali, primo piano.”

Entrata si trovò subito davanti un uomo sulla sessantina, grasso, peloso e coi capelli unticci. Era in boxer e non si curava dello sguardo disgustato della giovane vicina, mentre si grattava le palle con sguardo assente. Daryna lo salutò, lui la fece accomodare in casa e si misero subito a parlare dell’alloggio.

La questione era semplice: lui era in affitto e viveva solo. Voleva compagnia, ma niente di serio e Daryna era perfetta. Lui l’avrebbe ospitata e lei lo avrebbe pagato in natura. Considerata la casa, che non era male, era un contratto che, tutto sommato, Daryna considerava vantaggioso e affatto al di sotto di ciò a cui era sempre stata abituata in Ucraina.

Stabilito l’accordo prese le valigie e cominciò a disfarle, dispose tutte le sue cose nella stanza a lei assegnata, ebbe cura di nascondere una buona quantità d’alcol tra i vestiti del suo cassettone e andò a dormire.

* * *

Il giorno dopo, Daryna si svegliò più raggiante del solito e cominciò a riordinare il porcile in cui lo scapolo, il suo nome era Giovanni, viveva indisturbato. Lui aveva una piccola impresa edile e perciò stava fuori casa quasi tutto il giorno, lasciandole il compito di sistemare e preparare da mangiare.

Arrivata la sera, Giovanni tornò, stanco, ma soddisfatto del lavoro, parcheggiando nel cortile del condominio con Raffaella Carrà sparata a manetta nell’autoradio. Entrato la salutò e si misero a mangiare, parlarono del più e del meno, del passato di Daryna, del lavoro di Giovanni; poi lui si lasciò cadere sul divano e lei rimase in cucina a farsi una goccetto di vodka.

Erano le dieci quando decisero di andare a letto. Fu allora che Giovanni cominciò a palparle il culo. La fece voltare rudemente e la spinse sul letto. Cominciò a spogliarla e a baciarla. Puzzava ancora dal lavoro, ma Daryna ormai era così ubriaca per la troppa vodka che non ci faceva caso. La spogliò quasi completamente, lasciandole solo la canottiera: a lui piaceva così, le disse. Gli piaceva toccare e immaginare come fossero i suoi seni sotto i vestiti senza vederli, sentire i suoi capezzoli duri sotto le sue mani.
Si tolse i vestiti e si sdraiò sopra di lei. La pancia pelosa la schiacciava sul materasso e sentiva il suo membro rigido contro l’interno della sua coscia. Lui cominciò a toccarla in mezzo alle gambe e lei le spalancò di riflesso, come era solita fare con gli altri clienti. Giovanni la toccava quasi con violenza; non era un granché a letto, ma la mente di Daryna era ormai obnubilata dall’alcol e all’ennesimo colpo sul clitoride venne con forza, gridando.
Appena venuta, Giovanni non perse tempo, si sfilò anche i boxer, liberando il suo largo cazzo rigido e infilandolo senza tante cerimonie nella sua figa bagnata. Daryna ansimava rumorosamente, mentre il cazzo di Giovanni la allargava brutalmente. Lui cominciò a prenderla senza aspettare che lei si abituasse alle sue dimensioni, ma a lei non dispiaceva anzi, stava godendo come una cagna e gemeva così forte che i vicini di sicuro stavano sentendo ogni cosa. Le appoggiò le mani di fianco alla testa e la fece affondare nel materasso, lei strinse le gambe attorno ai suoi fianchi. Fu tutto molto rapido; lui era chiaramente in astinenza da tempo e venne in fretta riempiendola di sperma, grugnendo come un animale. Sentire il suo seme dentro di lei, innescò il secondo orgasmo di Daryna, che venne di nuovo in pochi minuti e rimase schiacciata sotto la massa di Giovanni, che nel frattempo le si era già addormentato addosso.

Daryna non aveva la forza di spostarlo completamente e riuscì a districarsi quel tanto che bastava per afferrare una coperta e scivolare nel sonno profondo della sbornia, ancora appiccicosa tra le gambe.

Nella raccolta:

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Scritto da:

Il disagio è il mio pastore.

Un commento

  1. linda
    05/05/2022
    12:53

    PreCARIETA’ con una Daryna Ormai pezzo di museo dell’alcool e un scapolo Giovanni(solo di nome ) rude e traslandato che ambisce al sesso che tanto basta per assicurare allogio Ci manca la lettera dall’I.N.P.S.

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