Una nuova prigionia

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Categoria: Etero
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Siamo giunti al finale di questa storia.

Scopavo Anita violentemente e regolarmente e, per qualche motivo strano, questo sembrava calmarla e renderla meno gelosa. Tutto questo aveva un ritorno importante anche sulla mia storia d’amore con Gloria. Finalmente eravamo riusciti a stare assieme e avevamo trovato un nostro posto lontano dalla villa dove poter consumare il nostro amore. La giovane figlia della signora si era dimostrata molto esperta, per certi versi anche più della madre nell’arte dell’amore.

Fu proprio una di queste nostre fughe romantiche che ci portò ad un punto di non ritorno.

L’estate stava volgendo ormai al termine e questo stava a significare che presto Gloria sarebbe tornata a Milano. Io però non poteva andare con lei, ero bloccato sull’isola con Anita. Quella mattina madre e figlia ebbero una brutta litigata che portò Gloria a scappare dalla villa. Nessuno la trovava, ma io sapevo dove era andata.

         «Sapevo di trovarti qui!».

         «Amore…».

         «Cosa succede?».

         «Il solito. Non voglio tornare, voglio stare qui con te!».

         «Lo sai che non si può. Quando tornerà anche Anita verrò con lei.».

         «No, non lo farai. Ti costringerà a rimanere qui.».

Gloria era in lacrime e io l’abbracciai.

         «So io cosa fare. Spogliati!».

         «Amore mio…».

         «Spogliati!».

In un attimo fui nudo e così lei. Eravamo soli e isolati su di un promontorio coperto da alberi, a pochi metri di distanza da una scogliera e da una ripida scalinata che portava ad un vecchio pontile abbandonato.

Sotto l’ombra delle foglie vedevo Gloria in tutto il suo splendore. La carnagione abbronzata, la chioma bionda e gli occhi azzurri erano una spettacolo.

Si avvicinava a me con il suo corpo snello e le forme aggraziate. Il seno sodo tremava ad ogni passo che faceva. Mi lanciai su di lei per baciarla.

Le nostre lingue si unirono in una danza carica di sentimento, mentre le mani tastavano vicendevolmente i nostro corpi. Avevo il suo splendido seno nelle mani e più i suoi capezzoli si indurivano, più la mia erezione diventava vigorosa.

         «Mia madre non oserà farmi del male e farlo a suo nipote.».

         «Gloria che…».

         «Sono nel mio periodo più fertile. Non usare il preservativo!».

Fu una danze dolce. Entrai in lei e la penetrai guardandola sempre negli occhi.

Il mio membro veniva accolto con gentilezza dal suo sesso depilato e umido. Le nostre labbra erano inseparabile e le nostre lingue un groviglio indistricabile.

Non era sesso. Stavamo facendo l’amore e stavamo concependo il nostro primo figlio.

La situazione precipitò poco dopo quel magico momento. Il pescatore di colore ci trovò. Eravamo ancora nudi.

         «Anche lei ora?».

Era ubriaco. E aveva un tono di voce aggressivo. Gloria era stata anche lei una sua amante e, proprio come Anita, aveva smesso di vederlo per stare con me.

         «Credo che debba divertirmi anche io!».

Dicendo questo si spogliò e si avventò su Gloria cercando di penetrarla. Io mi misi in mezzo ed iniziammo una lotta. Pugni e spinte. Inciampai in una roccia e caddi a terra. Lui fu subito su di me e con le mani al collo mi stava strangolando. Non riuscivo a districarmi da quella prese e sentivo che le forze stavano piano piano facendosi più deboli. Quando la vista iniziava ad offuscarsi sentii un colpo secco e sul mio viso caddero molte gocce di sangue. Il pescatore precipitò a peso morto su di me che vedevo Gloria in piedi con una roccia insanguinata in mano.

Il pescatore era morto. Gloria lo aveva ucciso e mi aveva salvato la vita. Era sotto shock.

Corse via verso la villa senza nemmeno recuperare i propri vestiti.

Io intanto mi ero tolto di dosso il morto e mi ero rivestito. Avevo radunato tutte le nostre cose e fissavo il cadavere in cerca di una soluzione.

         «Tutto questo è colpa tua. Non dovevi sedurre mia figlia?!».

Era Anita e aveva con sé un’enorme sacca.

«Colpa mia? È quell’uomo che si è avventato su gloria. E io non ho sedotto nessuno, ci siamo innamorati. Dov’è Gloria?».

«Gloria è al sicuro! Ora aiutami.».

Prendemmo il corpo del pescatore e lo portammo giù lungo la scalinata che scendeva per la scogliera. Giunti sul molo abbondonato Anita iniziò a prendere delle corde dalla sacca.

         «Legagli dei massi abbastanza grossi addosso. E aspettami.».

Sparì sulla scalinata solo per tornare diversi minuti dopo con una barca. Caricammo il corpo e lo gettammo a largo. I massi facevano da pesi e lo trainavano sul fondo del mare ed insieme a lui la mia libertà.

         «Prima o poi qualcuno si accorgerà della scomparsa. C’è una minima possibilità che il corpo torni a galla. Sappi che non sarà mia figlia ad andarci di mezzo.».

«Vuole scaricare la colpa su di me!?».

«Sei tu che hai la fedina penale sporca. Sei tu che hai causato questo scopandoti mia figlia. La servitù e gli abitanti di questa villa ti hanno visto litigare con quell’uomo. A chi pensi che crederanno?».

«Lei è solo un lurida puttana! Dovrei ammazzarla proprio qui! Proprio ora!».

«E poi? Scapperai per tutta la vita?».

«Per come la vedo io, hai solo due possibilità. La prima è lasciare l’isola, il lavoro e mia figlia per sempre. Sparire dalla nostra vita e sperare che il corpo non venga mai a galla. Vivere con il costante dubbio di poter essere braccato un giorno.».

«E la seconda?».

«La seconda è restare. Rinunciare a mia figlia, lei si merita di meglio di un avanzo di galera. La vedrai vivere la sua vita quelle volte che tornerà qui, ma tu non ne farai parte. Resterai qui con me. Rinuncia a mia figlia, scegli me, prendi il tuo posto come mio amante e non dovrai mai più guardarti le spalle.».

Ero su quella barca con Anita. Caddi in ginocchio davanti a lei.

«Aveva ragione quel folle pescatore!».

«Su cosa?».

«Diceva di stare lontano da qui. Diceva che questa è la villa del diavolo! Un diavolo affascinante, bellissimo e seducente, ma quando realizzi che è il diavolo lui è di fronte a te ed ormai è troppo tardi, sei già in mano sua!».

«Sì, aveva ragione. E quel bel diavolo, sono io!».

Alzò la gonna che indossa e spinse la sua figa contro la mia faccia. Non volevo rinunciare a Gloria e non l’avrei fatto. Avrei trovato un modo per uscire da quella situazione, per vivere con la donna che amavo e crescere nostro figlio. Al momento però le mie scelte erano limitate. Perciò tirai fuori la lingua e iniziai a leccare quella passerina già umida ed eccitata. Ero di nuovo prigioniero.

Nella raccolta:

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Cosa dire di me? Sono uno scrittore amatoriale. Amo il genere dominazione, ma non disdegno tutto ciò che può essere interessante e coinvolgente. Se hai una storia da raccontare, ma non sai come farlo... scrivimi e troveremo un modo insieme! sono su Facebook come Canta Storie e alla mia mail Cantastoriedal28@gmail.com

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