Walter

Le giornate filavano abbastanza monotonamente per Daryna. Ormai aveva un giro di clienti affezionati abbastanza solido e Sergio tra tutti non la deludeva mai. Tuttavia era umana e anche lei alle volte sentiva il bisogno di carne più fresca. Decise, quindi, di approcciare il nuovo inquilino, dato che gli altri parevano persone troppo normali e perbene per considerare un’amicizia con lei.

In un caldo pomeriggio estivo, incrociò la sua preda sulle scale del condominio e si mise a chiacchierare con lui amabilmente. Lui pareva nel mondo dei sogni e la guardava come se fosse stata la ninfa più bella e leggiadra dell’Olimpo. Lui era gioviale ed energico; il suo atteggiamento aveva un non so che di fanciullesco alle volte e Daryna ne era sorprendentemente affascinata. Tuttavia, ripensandoci, probabilmente si sentiva attratta da questa caratteristica, puramente come reazione contraria alla senilità dei suoi clienti abituali. Walter, questo era il suo nome, era un modesto giardiniere che aveva sempre vissuto qua e là per la Brianza senza stabilirsi mai troppo a lungo in un posto. Solo ultimamente aveva deciso che, dopotutto questo paesino non gli dispiaceva e pianificava di restarci a lungo.

Al termine della piacevole conversazione si lasciarono con la promessa di un caffè davanti al quale approfondire la conoscenza.

Soddisfatta, Daryna entrò in casa e cominciò la sua routine giornaliera, costantemente affiancata da una bottiglia di vino, per non farsi mancare i piaceri della vita. Piaceri, in effetti, che ultimamente si erano fatti un po’ meno scadenti grazie agli alimenti più costanti di Sergio. Una spesa qua, un vestito là, una bottiglia qui. Sì, Sergio era proprio ciò di cui aveva bisogno per campare e chissà, magari Walter avrebbe riempito l’ultimo vuoto della sua vita: l’amore.

***

Il giorno dopo si alzò fresca come una rosa, e, dopo la scopata mattutina con Giovanni, che era in ferie, si avviò all’appuntamento con la sua nuova potenziale fiamma.

Lo trovò già seduto al bar, lo stesso dove aveva rimorchiato Luigi, e si sedette accanto a lui sorridendogli.

“Ciao bellissima! Come va?” chiese lui brioso.

“Bene, bene. Non vedevo l’ora di liberarmi dai i miei doveri per venire qui. È un po’ che non esco con nessuno.”

“Ma no! Mi prendi in giro! Una bella donna come te, sola?!”

“Eh sai, sono sempre impegnata e poi non conosco nessuno qui, mi sono trasferita in Italia da pochi mesi.”

“Allora è proprio il caso che mi faccia avanti, già che non c’è nessuno che ti fa il filo, mia cara”. Così dicendo fece scivolare la mano sotto il tavolo e la appoggiò sulla coscia di Daryna, accarezzandola con fare ammiccante. Lei gli sorrise complice. Parlarono ancora per un po’ del più e del meno. Walter le raccontò del suo passato travagliato con la cocaina e di come si fosse “ripulito”, mentre lei raccontò di qualche incontro bizzarro che aveva avuto mentre lavorava in Ucraina. Da come parlava pareva che Walter non fosse disturbato dal suo peculiare lavoro; solo dopo scoprì che in realtà lui non aveva capito niente. Per il momento però l’abbaglio non si era palesato e loro continuavano a flirtare nella più beata ingenuità. Lui mantenne un entusiasmo espansivo per tutto il tempo, lei invece parlava con fare civettuolo, arricciandosi in capelli e bevendo una generosa quantità di drink. Infine, concordato silenziosamente che si fossero conosciuti abbastanza, decisero di tornare a casa. Quando arrivarono Walter andò verso il giardino privato accanto a quello del loro condominio. Daryna lo seguì confusa.

“Il proprietario del giardino è un amico, ho il permesso di entrare quando voglio.” disse a mo’ di spiegazione. “Ti va di fare qualcosa di un po’ più trasgressivo?” e le strizzò l’occhiolino oltre la spalla, indicandole il portico degli attrezzi da lavoro, con il sorriso di un ragazzo, eccitato perché sta per combinare una marachella. Lei lo seguì ridacchiando come una scema e facendo una corsetta per raggiungerlo, come se avesse avuto cinque anni e le avessero detto, che dentro quel capanno avrebbe trovato un mucchio di caramelle.

Arrivati sotto il portico, si guardarono intorno per controllare che non li guardasse nessuno, nemmeno con troppa decenza, e si avventarono una sull’altro come dei polipi che non vedevano il mare da anni. Lui la baciava con foga e succhiava avido la saliva dalla sua bocca, lei gemeva in giubilo per aver trovato della carne fresca così in fretta. Walter la afferrava dappertutto, le sue dita affondavano nelle sue cosce molto poco toniche e con le braccia la stringeva a sé, quasi soffocandola. Mentre si palpavano così, lui cominciò a slacciarsi i pantaloni, lasciandoli cadere intorno alle sue caviglie e fece cenno a lei di sfilarsi le mutandine e tirare su la gonna. Daryna cominciò ad abbassarsi gli slip lentamente guardandolo negli occhi e sfiorandosi la figa bagnata. Lui la guardava rapito, mentre se ne stava lì a menarsi il cazzo, che divenne anche più duro alla vista dei suoi peli pubici incolti. Una volta tolte le mutande Daryna gliele lanciò in faccia, in un maldestro tentativo di farne una fionda sexy. Lui le afferrò comunque compiaciuto, le annusò, poi si avvicinò, la sollevò di peso e la allineò al suo cazzo. Nonostante non fosse un uomo molto grande, sotto la pelle tirata e le vene protuberanti, si vedevano i muscoli nodosi delle braccia che lo rendevano più forte di quanto sembrasse. Le dita abituate al lavoro manuale la stringevano facendole quasi male. Con un po’ di mestiere Daryna riuscì ad infilarsi il suo cazzo dentro anche in quella posizione e appena dentro Walter trovandola già larga cominciò a pomparla brutalmente, mentre le baciava e mordeva il collo. Intanto Daryna si teneva alle sue spalle e alla sua testa pelata e cercava di trattenere le grida, mentre veniva finalmente scopata da un uomo vigoroso per un tempo superiore ai 10 minuti.

D’un tratto Walter si spostò e la sbatté sul tavolo per scoparla più a fondo. Quel posto, il tavolo, il soffitto, che ora poteva vedere meglio da quell’angolazione, erano tutti sporchi di Dio sa cosa, ma in quel momento non gliene fregava proprio niente; voleva solo essere scopata fino a dimenticarsi il suo nome. A Walter non mancava molto, poteva sentirlo, così strinse le cosce intorno alla sua vita e cominciò ad invitarlo dentro con più forza. Dopo qualche altra spinta Walter tirò fuori il cazzo e le venne sulla pancia e sulla figa, ansimando come un mantice. Lei gli accarezzava soddisfatta il culo con i talloni, aspettando che lui si riavesse.

Dopo essersi ripreso Walter prese a masturbarla. Non era un tipo delicato, ma per fortuna lei non ne aveva bisogno, le mise dentro quattro dita e intanto le schiaffeggiava selvaggiamente la coscia destra, rendendola di un rosso piuttosto incazzato. A suon di sberle, di dita pompate dentro e fuori come pistoni e veloci passaggi del pollice sul clitoride, Daryna venne, gridando il suo nome e sentendosi finalmente completamente soddisfatta del sesso dopo tanti tempo. Rimase lì, in totale beatitudine per qualche minuto, mentre Walter la guardava come fosse la Madonna e le accarezzava i seni, il viso, la coscia abusata. Infine si alzarono, si ripulirono con le mutandine di Daryna e si rivestirono lentamente. Una volta presentabili, si avviarono al cancello del giardino e si salutarono con un bacio.

Mentre saliva in casa Daryna incrociò la vicina che le fece un sorriso cordiale, ma tirato, scappando giù per le scale. “Strana ragazza” pensò Daryna, ma una volta in casa capì perché le era sembrata così imbarazzata. Le lenzuola sul suo balcone erano appena state stese e la ragazza doveva aver come minimo sentito, se non visto tutto dal balcone che si affacciava sul giardino. Non che le interessasse particolarmente cosa pensasse di lei una sconosciuta, ma avrebbe fatto meglio a farlo presente a Walter prima di essere denunciati per atti osceni; il portico non offriva abbastanza protezione (soprattutto non proteggeva gli occhi dei vicini).

Quella sera Giovanni reclamò nuovamente il suo affitto e la trovò già calda e pronta, oltre che brilla per l’usuale cicchetto serale (non sia mai che facesse sesso sobria). In confronto a Walter non gli ci volle molto e già Daryna rimpiangeva quel corpo così energico, ma il lavoro era lavoro, quindi si mise d’impegno e alla fine Giovanni si addormentò come un bambino, russando come un orco. Infine anche Daryna scivolò in un sonno pacifico.

Scritto da:

Il disagio è il mio pastore.

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